Nel 2008 giornali e tv, in prima serata, lanciarono l’allarme delle “Droghe Sonore” dette i-Doser o droga-file. File audio che se ascoltati in cuffia, potevano replicare gli stati fisici e mentali delle droghe tradizionali.
In Televisione e su molte testate online vennero riportate le parole di un alto colonnello della guardia di finanza, il quale spiegava di cosa si trattava. Questo articolo tenta di far luce su questa strana notizia, la quale sembra essere caduta nell’oblio.
Le droghe sonore
Con questa droga virtuale, secondo quanto promettono numerosi siti che commercializzano questi file, gli adolescenti possono infatti drogarsi virtualmente, sparandosi nelle orecchie, per ore e ore, suoni particolari alla ricerca di effetti psichedelici.
Le onde comprese tra 3 e 30 hertz, gli infrasuoni, ovvero le frequenze su cui lavora il cervello umano, sono in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l’attività cerebrale.
Le onde alfa, ad esempio, che vanno da 7 a 13 hertz, hanno un potenziale effetto rilassante, ma ce ne sono altre che ottengono l’effetto opposto, cioè euforizzante o eccitante. Basta inserire questi infrasuoni (che l’orecchio umano non percepisce) dentro un brano musicale mp3, utilizzare delle cuffie che coprono l’orecchio, sdraiarsi a supino sopra il letto in una stanza buia e non bisogna mettere in pausa o aprire gli occhi durante l’ascolto. Ed il gioco è fatto.
Leggendo i consumatori in Rete, le cose non sembrano però così semplici e le reazioni sono diverse a seconda della persona, del luogo e appunto della suggestione.
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Cyber-droghe del futuro?
Basta collegarsi al sito di i-Doser e scaricare speciali file per ottenere sequenze sonore dai nomi che sono tutto un programma: cocaina, ecstasy, peyote, marijuana. Le dinamiche commerciali che stanno dietro al fenomeno ricalcano quelle del mercato tradizionale degli stupefacenti: la partenza è con file offerti gratuitamente, poi si passa alla sommistrazione a pagamento tra i 2 e i 10 euro.
Oltre a essere acquistate possono anche essere reperite gratuitamente in maniera piuttosto semplice con una semplice ricerca su Google o nei circuiti P2P. Ma è possibile drogarsi con dei suoni su Internet senza ingerire alcuna sostanza?
Il file-droga inizia a fare effetto solo dopo le prime quattro o cinque dosi. Molto spesso questi effetti si ottengono, più che con gli infrasuoni, con la suggestione, che è molto più potente delle droghe stesse. Se si ascolta un file musicale convinti di ottenere chissà quali effetti, il cervello è di per sè sovraeccitato, al solo pensiero di ciò che avverrà.
A provocare il trip, spiega Michelangelo Iannone dell’Istituto di scienze neurologiche (Isn) del Cnr di Catanzaro, “sarebbero onde sonore, che si basano sull’effetto binaurale dei suoni, che stimola il cervello su frequenze bassissime, tra i 3 e i 30 Hertz (i cosiddetti infrasuoni), innescando le più diverse reazioni e sollecitando l’attività cerebrale in maniera anomala. A titolo di esempio la somministrazione di 500 Hertz da un lato della cuffia e 530 nell’altro risulta nei 30 Hz ricercati dal tecnologico sperimentatore di nuove sensazioni. Sui binaural beats e sulle conseguenze sul sistema nervoso dell’ascolto di queste basse frequenze esiste una discreta letteratura scientifica internazionale che prova come queste onde abbiano un effetto sugli esseri umani. Ancora tutto da approfondire, ma ce l’hanno”.
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Le droghe sonore funzionano davvero?
Allo stato attuale, gli studi, le ricerche e la casistica prodotti dal mondo scientifico, anche a livello internazionale, non hanno provato che l’ascolto, saltuario o ripetuto, di tali file audio possa determinare conseguenze effettivamente pregiudizievoli per la salute né, tanto meno, provocare forme o condizioni di dipendenza.
Insomma, al momento, non si ravvisano livelli di pericolosità reale per la salute delle persone.
Non è da escludere che, in futuro, con il perfezionamento dei software e, soprattutto dell’hardware, ove si consideri la difficoltà di reperire strumenti (cuffie e diffusori) in grado di riprodurre suoni di frequenza cosi bassa, l’associazione dell’effetto prodotto dalla stimolazione binaurale con specifici effetti di droghe conosciute possa tornare a determinare un allarme ben diverso rispetto all’attuale enfatizzazione che, con ogni probabilità, maschera finalità pubblicitarie e di carattere meramente lucrativo.
Personalmente ho provato le dosi in regalo, ma non ho notato niente di speciale… A parte un mal di testa e una gran rottura di c……