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I-Doser: Drogarsi online con la musica?

droghe sonore

Nel 2008 giornali e tv, in prima serata, lanciarono l’allarme delle “Droghe Sonore” dette i-Doser o droga-file. File audio che se ascoltati in cuffia, potevano replicare gli stati fisici e mentali delle droghe tradizionali.

In Televisione e su molte testate online vennero riportate le parole di un alto colonnello della guardia di finanza, il quale spiegava di cosa si trattava. Questo articolo tenta di far luce su questa strana notizia, la quale sembra essere caduta nell’oblio. Continue Reading

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La Top venti dei Paperon de’ Paperoni del rock

Rolling Stones

La Top 20 dei musicisti che hanno guadagnato di più dal 1990 a oggi con i concerti. Scorrendo la classifica si nota che i grandi concerti di musica rock non sono roba da giovani per giovani. Al primo posto con un miliardo e 565.792.382 dollari i Rolling Stones, dei veri dinosauri del rock, seguiti dagli U2 e dal Boss Bruce Springsteen. Curiosità: L’ultima tournèe estiva di Vasco Rossi, svoltasi tra lo stadio Olimpico di Roma e il San Siro di Milano, è valso al Blasco nazionale il titolo di “paperone della musica italiana” con 26 milioni di dollari di fatturato.

Questi i musicisti e le band che hanno incassato di più dal 1990 a oggi:

  1. I Rolling Stones, con un miliardo e 565.792.382 dollari. Totale spettatori: 19.677.560. Numero concerti: 538.
  2. Gli U2 con 1.515.989.793 dollari. Totale spettatori: 20 milioni e 536138 mila. Numero concerti: 526.
  3. Il Boss Bruce Springsteen con 1.196.116.507 dollari. Totale spettatori: 15 milioni e 10073 mila. Numero concerti: 727.
  4. Bon Jovi con 1.030.082.884 dollari. Totale spettatori: 12 milioni e 33.668 mila. Numero concerti: 578
  5. Elton John con 786.791.043 dollari. Totale spettatori: 12.164.513. Numero concerti: 956.
  6. Dave Matthews Band con 776.969.736 dollari. Totale spettatori: 17 milioni e 823.077 mila. Numero concerti: 992
  7. Eagles: 702.110.908 dollari. Totale spettatori: 7 milioni e 720.760 mila. Numero concerti: 484
  8. Police/Sting: 556.114.962 dollari. Totale spettatori: 7 milioni e 257.611 mila. Numero concerti: 605.
  9. Roger Waters: 547.305.412 dollari. Totale spettatori: 5 milioni e 474.750 mila. Numero concerti: 316.
  10. Sir Paul Mccartney: 505.534.809 dollari. Totale spettatori: 5 milioni e 248.175 mila. Numero concerti: 220.
  11. Billy Joel: 499.978.726 dollari. Totale spettatori: 10 milioni e 408.169 mila. Numero concerti: 577.
  12. Rod Stewart: 497. 033.399 dollari. Totale spettatori: 7.885.676. Numero concerti: 714
  13. Neil Diamond: 465.448.371 dollari. Totale spettatori: 8 milioni e 870.666 mila. 643 i concerti.
  14. Metallica: 432.816.245 dollari. Totale spettatori: 8 milioni e 388.374 mila. Numero concerti: 468.
  15. Aerosmith: 417.573.638 dollari. Totale spettatori: 8 milioni e 405.069 mila. Numero concerti: 582.
  16. Jimmy Buffett: 403.756.057 dollari. Totale spettatori: 9 milioni e 746.471 mila. Numero concerti: 539.
  17. Coldplay: 378.359.252 dollari. Totale spettatori: 5 milioni e 394.616 mila. Numero concerti: 315.
  18. Toby Keith: 361.256.245 dollari. Totale spettatori: 8 milioni e 608.696 mila. Numero concerti: 711.
  19. Fleetwood Mac/Stevie Nicks: 702.110.908 dollari. Totale spettatori: 7 milioni e 720.760 mila. Numero concerti: 484.
  20. Ac/Dc: 337.879.092 dollari. Totale spettatori: 5 milioni e 387.353 mila. Numero concerti: 316.
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Giovani artisti e Siae

pensieri-creatività-arte

“La musica nella sua completezza, fatta di mille e più sfaccettature, genera sempre nuove idee. Idee che nascono in fase sperimentale, per poi essere felicemente trascritte in spartito e finalmente presentate ad un eventuale pubblico che ne deciderà la loro sorte. Io musicista e molti altri come me, riteniamo che i nostri nuovi artisti italiani, siano riconosciuti come un bene comune e che non vadano tassati da subito, se non prima di farli maturare, per poi renderli operativi in un futuro servizio di strozzinaggio da parte della Siae che ne richiederà il mantenimento senza mai fare nulla per loro. Dietro i nostri giovani artisti, girano da subito soldi stanziati dagli stessi, sia per le scuole di musica che per le sale prove e per la loro dovuta strumentazione acquistata dai mercanti a caro prezzo. Trovandoci poi in situazioni dove gli unici supporter, sono i rari locali o club che dedicano interamente la loro gestione al palco. Purtroppo oggi oltre ad essere rari, non se la sentono neanche più di rischiare per le troppe pressioni burocratiche, rimborsi spese e diritti d’autore inesistenti che la Siae stessa richiede nei loro confronti, frenando il sistema d’inserimento nel mercato per i giovani e per la loro e dovuta crescita promozionale, oltre all’eventuale rischio di chiusura delle location stesse per mancanza di fondi di gestione palco. Purtroppo in Italia non c’è una realtà per i live dedicati ai soli emergenti, non c’è mai stata una vera cultura e tanto meno un pubblico attento, troppa ignoranza per le nuove iniziative, si sopravvive con la scarsa presenza di amici, unici e veri supporter delle band o dagli artisti stessi che seguono i live per non demordere sulla loro passione! Ora uno può dire: Ma con tutta sta crisi pensi alla musica? Io e tanti altri come me, la musica ci ha saputo donare momenti magici e mille emozioni. Daisaku Ikeda dice: La musica è un linguaggio globale, la magica chiave che apre i cuori della gente al di là delle differenze di nazionalità, etnia e religione. La musica è un grande catalizzatore che porta l’armonia nel cuore, nella mente delle persone, unendo l’umanità in una sola cosa. La musica è la melodia dell’avanzare della vita che trasmette gioia, coraggio e speranza. E’ il suono dell’attività dinamica, della creatività e del progresso.

La cultura musicale se ben gestita è un mercato utile e redditizio anche per la nazione stessa. America e paesi europei come l’Inghilterra, Germania ne fanno un buon business, perché si vivono il mercato con la giusta attenzione e maturità per il loro popoli. Bene! Noi cosa abbiamo? La Siae. A cosa serve la Siae? Per tutelare i diritti d’autore e pagare più di una tassa? E cosa me ne faccio io della Siae se non riesco a far conoscere la mie opere? Purtroppo…vendi o non vendi, gli paghi comunque più di una tassa. Secondo me la Siae come tutore dovrebbe chiudere! A meno che…non decida di sostenere tutte le opere in generale e i centri di presentazione, finanziare nuovi concerti nelle varie città, utilizzare anche programmi televisivi su un proprio canale europeo in chiaro, dedicarsi interamente all’arte e spettacolo italiano ecc. Dedicarsi alla ricerca e a promozioni di nuovi talenti senza discriminazioni in base allo stile musicale, così da poter aprire la porta nazionale e europea ai nostri giovani artisti più meritevoli che sono veramente tanti e non solo per i raccomandati. Poter dare sostegno su tour promozionali, nazionali e europei, magari gestendo il tutto con la retta annuale del artista contribuente da loro iscritto e non trattenere il denaro per la sola loro gestione ministeriale triste e antiquata! (Concerto Death Metal = Per la Siae Concertino con orchestra….vabbè!!) Sicuramente dedicandosi alla crescita del mercato ci saranno più iscrizioni, più lavoro e più opere da tutelare! Non esiste solo il calcio come business. NB. Ovvio che il pensiero non è per la sola musica, ma per tutte le opere, artisti, autori, attori di ogni genere che condividono come me la Siae.” Stefano B.

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Musica: Plagio o non Plagio, questo e’ il problema


Sette note, infinite combinazioni: eppure, nonostante tanta varietà, c’è chi copia le opere degli altri. Questa attività si chiama “plagio” ed è punita penalmente dalla legge sul diritto d’autore.

Il plagio consiste nella riproduzione dell’opera altrui spacciandola per propria, sia essa già pubblicata inedita. Non vi è invece plagio se l’opera viene riprodotta per uso privato.

Inoltre, il plagio viene punito non solo quando effettuato con dolo, ma anche con colpa, ossia in assenza di una volontà e coscienza di copiare l’opera altrui.

Liberiamo il campo dalle false convinzioni: non esiste un criterio prestabilito per stabilire quando si commette plagio. Così, sono infondate – e non trovano corrispondenza nella legge – le voci secondo cui il plagio scatterebbe solo dopo aver copiato almeno sette note consecutive o otto battute.

Un rigido sistema del genere sarebbe fallace perché non terrebbe in considerazione l’enorme varietà dei brani: sette note consecutive sono una parte insignificante di una composizione orchestrale, ma possono rappresentare l’intero cuore di un brano semplice di musica pop.

Proprio per tale ragione, la giurisprudenza non ha dettato criteri “matematici” per potersi parlare di plagio, ma è ritiene che si debba valutare caso per caso.

Perciò, in questo articolo cercherò di spiegare come normalmente si orientano i giudici.

In linea generale, nell’ambito della musica leggera si considera elemento distintivo di un brano la linea melodica: è ad essa, e non al timbro e agli accordi, che si guarda per verificare se vi è stato plagio o meno.

In tale ambito musicale, infatti, la melodia è l’elemento individuante della creazione, sia perché assorbe in sè, più che in altri campi della musica, il nucleo creativo, sia perché costituisce il principale elemento di riconoscibilità di una canzone, ciò che con immediatezza viene percepito dai normali ascoltatori.

La melodia va comunque riferita non solo alla semplice successione di note, ma anche ai tempi di tale successione ed alle accentuazioni poste sulle singole note: cioè al ritmo, quale elemento inevitabilmente costitutivo della melodia.

Ma prima ancora di verificare se un’opera possa costituire plagio di un’altra, è necessario verificare che l’opera copiata possa essere oggetto di tutela. Non tutte infatti le composizioni possono essere coperte dal diritto d’autore. Così, un’opera eccessivamente banale e semplice, per quanto temporalmente anteriore rispetto a un’altra simile, non potrà rivendicare nei confronti di quest’ultima alcun diritto d’autore. Continue Reading

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