Internet è sempre meno libero, sicuro e democratico. Lo dice nel suo ultimo rapporto, Freedom House, organizzazione non governativa impegnata nell’opera di ricerca e sensibilizzazione sui temi della democrazia e dei diritti umani. Continue Reading
propaganda
I video propaganda di al Qaeda creati dagli Stati Uniti
Nemmeno la mente più contorta avrebbe potuto ipotizzare che i famigerati filmati di al Qaeda potessero essere un prodotto del Pentagono. In realtà, se si studia bene la storia degli Stati Uniti, si evince che il casus belli di molti conflitti, come per esempio la seconda guerra mondiale, il Vietnam e quella all’Iraq, si basava sufandonie architettate per convincere l’opinione pubblica che era indispensabile mettere in moto l’ipertrofica macchina da guerra a stelle e strisce. Continue Reading
I troll di Vladimir Putin
Lavoratori assoldati per turni di 12 ore l’uno, lavorano due giorni sì, e due no, per animare il dibattito politico in base a determinate parole chiave che rendano post e articoli più facilmente rintracciabili dai motori di ricerca. Lavoratori con una corposa quantità di profili fake che prestano mani e occhi alla propaganda. A raccontare nel dettaglio il funzionamento di questa macchina è Radio Free Europe/Radio Liberty.
Lavorano in un edificio di quattro piani, negli altri uffici, si produce informazione. Una vera e propria organizzazione, dove operano circa seicento persone, e che ha sede in un palazzo, in via Savushkina 55 di San Pietroburgo, di proprietà di un imprenditore vicino a Putin. Nel reparto si è in 20 e la paga segue la logica della quota di produzione: per raggiungere il totale di 45mila rubli mensili (circa 700 euro), i commenti scritti devono essere 135 per turno. Per il potere questo è ben poco denaro. Per fare un paragone: per la propaganda sui giornali in Russia talvolta vanno via milioni di dollari all’anno. Ogni articolo in un noto giornale russo costa da 10.000 a 30.000 dollari. Nei mezzi di informazione di massa occidentali ancora di più. Un simile articolo costa da 100.000 a 300.000 dollari.
Il gruppo lavora in squadre di tre, perché per garantire una sensazione di maggiore autenticità al dibattito, uno fa il cattivo, mentre gli altri due corrono in difesa delle autorità. Ogni reparto ha un suo compito, ce n’è uno specializzato per Facebook, così come ci sono quelli in lingue diverse, quelli che si infiltrano nei forum delle grandi testate straniere.
L’intento è chiaro. La glorificazione generale di Putin e del suo entourage, la respinta di qualsiasi critica. Il metodo di propaganda da troll è l’offesa, i tentativi di mettere in dubbio la competenza e l’adeguatezza della persona che critica il potere. I blogger concordano con la critica al potere e la portano all’assurdo.
Il blogger Marat Burkhard, che ha svolto servizio per due mesi per il programma “Internet Research” racconta: “Ci davamo 5 parole chiave per i motori di ricerca, da usare in ognuno dei commenti, tipo “esercito russo”, “ministro della difesa”, e non è nemmeno facile includerli in 200 caratteri (minimo) di commento; alcuni non sono neppure declinabili”.
L’obiettivo dei troll russi è quello di far apparire la società lettone, o quella degli altri paesi occidentali, in forte disaccordo con le posizioni dei propri governi, e invece aperta ad un sostegno evidente verso il Cremlino. Un’attività che da un parte mira a dividere la società e dall’altra a immettere nei social network, nei commenti dei portali di informazione e nei blog, informazioni false o distorte, per ingannare e riorientare le convinzioni delle persone che accedo a questi siti. L’esercito di trolls sono solo l’ultima parte della massiccia propaganda che la Russia ha scatenato. Queste strategie su Internet riflettono quello che accade per le strade, dove il governo è accusato di pagare i manifestanti.
Anton Nosik, giornalista, noto operatore di Runet.ru: “Ci sono persone che esprimono in quel modo la loro opinione, che sfogano l’animo, ma ci sono anche quelle che vengono pagate per lasciare commenti di un certo tipo. Individuare i segni di un lavoro di brigata è più facile per il proprietario di un blog, di un forum, di un server (per la monotonia delle repliche, per la loro origine dagli stessi indirizzi). Una persona che svolge tali attività per denaro può utilizzare qualsiasi quantità di identità virtuali, non ci sono limiti”.
Ma la guerra dei troll pagati per plasmare l’opinione pubblica non riguarda solo la Russia, anche in Italia questa “moda” si sta diffondendo velocemente.
La pedofilia senza limiti corre sulla Rete
Crescita del deep web (il lato segreto di Internet), aumentato utilizzo dei social network per condividere contenuti pedopornografici, forte diffusione del sexting (invio di testi o immagini sessualmente espliciti) ed allarme per l’espansione della rete pedopornografica nei Paesi africani (Libia in testa). Questi i risultati che emergono dal rapporto 2013 dell’Osservatorio mondiale contro la pedofilia dell’Associazione Meter Onlus di don Fortunato Di Noto. Nel 2013 Meter ha monitorato 6.389 siti, 1.048 tra comunità online e social network; sono state erogate 735 consulenze telefoniche, il Centro Ascolto e Accoglienza si è occupato di 36 casi. Scendono i riferimenti italiani (siti e comunità): se nel 2012 erano 36, ora sono 32. Le segnalazioni sono passate da 101.392 (periodo 2003-2012) a 107.781. Lieve contrazione delle segnalazioni sui social networks, passate da 1.274 nel 2012 a 1.048. Dal 2003 al 2013 l’Associazione Meter ha segnalato oltre centomila siti.
LA MAGGIORANZA DEI DOMINI E’ IN RUSSIA. I pedofili continuano ad utilizzare domini generici online per mantenere l’anonimato che rappresentano l’82,15% delle segnalazioni; il 9,78% di esse è costituito da domini specifici. La presenza di comunità pedofile su social network è pari al 7,99%. I social network si rivelano sempre più un’ottima piattaforma per la propaganda pedofila. I domini più utilizzati sono .com (1.721, 55,23% sul totale), .lix.in (1.094, 33,21% sul totale), .net (325), .org (70), .info (34), .onion (26), .biz (19), .tv (4). Il dominio .lix.it è stato individuato all’interno di una specifica area geografica che tuttavia non ne permette l’identificazione immediata. Per ragioni di ricerca, Meter non ne diffonde il nome. È importante ricordare che i domini rappresentano le piattaforme che favoriscono una navigazione più sicura, poiché non localizzabile geograficamente. Ciò ostacola l’individuazione diretta di Paesi responsabili dell’eventuale esecuzione di crimini in rete. Nonostante questo, è stato possibile localizzare alcuni di questi siti principalmente in Russia.
CALANO LE SEGNALAZIONI, SALE IL DEEP WEB. Il confronto col 2012 mostra una diminuzione nel numero di siti segnalati: i 15.946 dell’anno precedente vengono sostituiti dai 6.389 dell’anno di riferimento evidenziando un calo del 22% circa. Il Deep Web è la nuova frontiera da contrastare. 56.357 sono i siti pedofili monitorati nel 2012. La diminuzione del numero di siti segnalati nel “web visibile” sembra compatibile con l’ipotesi che un controllo sempre più severo da parte degli organismi preposti cominci a rappresentare una difficoltà seria per coloro i quali intendono fornirsi della rete per lo scambio e la diffusione di materiale pedopornografico. Se da una parte questo risultato gratifica chi si impegna quotidianamente e in maniera costante nel contrasto della criminalità in rete, dall’altro rappresenta solo una magra consolazione considerato il fatto che il numero delle pagine segnalate rimane comunque molto alto (15.946 in un solo anno!).
I PEDOFILI ABITANO I SOCIAL NETWORK. I social network, al contrario, sembrano aver avuto nel 2012 un coinvolgimento maggiore nella diffusione di una cultura pedofila. L’aumento degli indirizzi virtuali riferiti a comunità e social networks, infatti, è aumentato nonostante la quantità di siti sospetti individuati sia calata nel suo complesso. Ciò dimostra, in proporzione, un protagonismo crescente da parte dei social network. Per spiegare questa particolare dinamica non possiamo fare a meno di considerare la grande diffusione di questi mezzi di relazione e la facilità di accesso ad essi. La possibilità di connettersi senza grosse difficoltà all’interno di gruppi virtuali rappresenta un terreno fertile per lo scambio veloce non solo di materiale vero e proprio come foto o video, ma anche pensieri e considerazioni che vanno ad alimentare l’ espansione della cultura pedofila tra le coscienze criminali. Non stupisce, dunque, il fatto che i social network rappresentino una via privilegiata in questo senso. Il 2013 ha però visto la riduzione o addirittura la scomparsa di alcune comunità dall’insieme dei siti coinvolti nella diffusione di illeciti nei confronti dei minori. Facebook passa da 465 riferimenti individuati nel 2012 a ben 570 nel 2013 confermandosi il social network più utilizzato nella diffusione di materiale a contenuto pedopornografico. Ampiamente presente anche Vkontakte secondo più grande servizio di social network in Europa dopo Facebook. Debutta anche Alfemminile, con una segnalazione.
BAMBINI SEMPRE PIU’ SOLI, NON SI GIOCA PIU’ DAL VIVO. I dati del Centro Nazionale Meter mostrano come i bambini già all’età di 8 anni sono entrati in una mentalità digitale. Collegano le loro azioni, gioco, attività varie ad un bisogno di “condividerle”, in maniera virtuale con i loro “amici”. Inquieta la superficialità con cui liberamente e senza alcun monitoraggio utilizzano la rete Internet, un segnale che impone non solo la riflessione, ma la richiesta di nuove e più incisive politiche alla famiglia e ai minori. È spaventoso come il fatto non ci sconvolga più. I bambini così piccoli che hanno una mente digitalizzata, vengono considerati più intelligenti di altri, che per scelta educativa non hanno la libertà genitoriale di utilizzare i social network senza il loro controllo. Questo, diventa spesso motivo di esclusione. Non è tutto. I siti sui quali si può giocare con compagni “virtuali”, pongono delle sfide:
- Aumento dei minori adescati da pedofili;
- Diminuzione de tempo dedicato ai giochi reali;
Questo deve spingere la famiglia e gli adulti a interrogarsi: bisogna creare più spazi per il gioco reale e trovare più tempo per stare con i bambini in situazioni reali e non online. Manca inoltre davanti a ragazzini anche al di sotto dei 13 anni (età legale per l’utilizzo di Facebook) un’educazione alla vita nel mondo digitale, insieme allo sviluppo umano e l’equilibrio dei legami tra le persone.
2013, ANNO DELL’AFRICA. Nel 2013 si riscontra per la prima volta un ruolo predominate dell’Africa nell’alimentazione della rete pedopornografica virtuale, che domina con il 45,75%, seguita in ordine dall’Europa (42,28%), Asia(14,89%), Oceania (3,76%) e America (3,32%). Rimane, inoltre, confermato rispetto alla condizione dell’anno precedente, l’ordine di responsabilità dei cinque Continenti in merito alla diffusione della cultura pedofila attraverso la rete internet con il 32,01%. L’osservazione dei domini della rete per la diffusione di materiale a contenuto pedopornografico mostra il ruolo principale della Libia .lv (Africa), con 935 siti segnalati rispetto ai 78 del 2012 e della Russia (Europa) che con le estensioni .ru copre 663 siti segnalati, rispetto ai 571 del 2012. L’Asia è rappresentata in primo luogo dall’India con il dominio .in (68 siti) seguita dal Giappone (n. 22), l’Oceania dalle Isole Tonga (50) e l’America dagli Stati Uniti (44). Ancora una volta, l’Italia ricopre un ruolo non indifferente all’interno del panorama della criminalità pedofila in rete con 32 siti e riferimenti su 1.560 individuati. Il ruolo marginale del nostro Paese può essere ricondotto all’efficienza della costante lotta alla pedopornografia online alla quale Meter contribuisce in maniera costante collaborando quotidianamente con la Polizia Postale e con il Ministero dell’Interno.
ALLARME SEXTING. Il fenomeno del sexting, ossia l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite, è sempre in aumento. Nel 2013 Meter ha condotto un indagine pilota riguardo la diffusione del fenomeno del sexting, esplorando la diffusione e la conoscenza dello stesso fra un gruppo di adolescenti campione. L’autoproduzione e l’autopromozione del materiale in rete da parte di minori spiega l’ampia diffusione del fenomeno a causa della sua incontrollabilità. Sono i minori a produrre deliberatamente materiale a sfondo sessuale e a metterlo in rete.
CENTRO DI ASCOLTO: SICILIA E LAZIO CHIEDONO AIUTO. Il servizio consulenze attivo all’interno del Centro Ascolto e Accoglienza permette di raccogliere le richieste di aiuto provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. L’assiduo impegno degli operatori garantisce un servizio che sia attivo e costante nel tempo. Ogni giorno giungono al Servizio Consulenze richieste di aiuto riguardanti la tutela e il benessere del minore e della famiglia. Sicilia e Lazio si confermano ai primi posti per numero di richieste, seguite da Lombardia e Piemonte. L’89% delle chiamate segnala sospetti di abuso e chiede servizi Meter; il 6% per la consulenza giuridica; 4% consulenza psicologica; 1% sostegno spirituale. Esiste poi l’1,63% di telefonate anonime e 0,27% di chiamate dall’estero. Ciò è dovuto ai rapporti internazionali che Meter offre attraverso azioni di informazione, sensibilizzazione, incontri e iniziative.
Dal 2002 al 2013 Meter ha ricevuto 23.722 telefonate al numero verde nazionale 800 455270. In particolare, l’anno scorso Meter ha erogato 735 consulenze telefoniche, di cui 468 al numero istituzionale 0931 564872 e 267 a quello verde. La Sicilia fa la parte del leone con 533 chiamate, seguita da Lazio (54), Lombardia (35), Puglia (24), Piemonte (19), Veneto (16).
I CASI SEGUITI. Dal 2002 al 2013 Meter ha seguito 987 casi; come si è detto, l’anno scorso i casi sono stati 36. Il 58,4% di essi ha riguardato consulenza psicologica, mentre il 25% ha richiesto una consulenza di primo aiuto.. Le problematiche restano scottanti: abuso sessuale (25%), sospetto di abuso sessuale (30,6%), difficoltà familiari (16,6%), molestie attraverso internet (11,2%), segnalazione siti a contenuto pedopornografico e disturbi di ansia (entrambe al 5,5%), abuso psicologico e prostituzione (entrambi al 2,8%).
Per il fondatore e presidente di Meter, don Fortunato Di Noto, “I dati, come potete vedere, rappresentano una realtà drammatica e in crescita con rilievi di denuncia che hanno reso visibile le torture sessuali sui bambini in tenerissima età. La pedofilia criminale si nasconde nel deep web e conosce qualsiasi tipo di canale per produrre e smerciare materiale pedopornografico e la strisciante cultura pedofilia che normalizza i gravi abusi sui bambini. E’ un crimine contro i bambini, per questa ragione i fenomeno può essere non può essere sottovalutato e ridimensionato. La difesa dei piccoli e dei deboli ci impone di rilanciare l’appello e l’intervento per dichiarare la pedofilia e le sue forme abiette: un crimine contro l’umanità. Meter è concretamente a rischio chiusura e di rallentare servizi di monitoraggio, numero verde nazionale, centro ascolto e Casa Meter per accoglienza minori. per le difficoltà concrete di risorse. Il Report 2013, dimostra il concreto e visibile impegno a tutela dell’infanzia. La difesa dei piccoli e i deboli ce lo impone”, conclude don Di Noto.
Elezioni 2013 Privilegi: Lo sapevate che….
I candidati alle elezioni politiche usufruiscono, nei trenta giorni precedenti la data delle elezioni, di una tariffa postale agevolata per l’invio di materiale elettorale, in misura proporzionale al numero degli elettori iscritti nel collegio o nella circoscrizione elettorale del candidato (L. 515/1993, art. 17).
All’articolo 17, sono esplicitamente previste agevolazioni postali per tutti i candidati: “Ciascun candidato in un collegio uninominale e ciascuna lista di candidati in una circoscrizione per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno diritto ad usufruire di una tariffa postale agevolata di lire 70, per plico di peso non superiore a grammi 70, per l’invio di materiale elettorale per un numero massimo di copie pari al totale degli elettori iscritti nel collegio per i singoli candidati, e pari al totale degli elettori iscritti nella circoscrizione per le liste di candidati. Tale tariffa può essere utilizzata unicamente nei trenta giorni precedenti la data di svolgimento delle elezioni e dà diritto ad ottenere dall’amministrazione postale l’inoltro dei plichi ai destinatari con procedure a tempi uguali a quelli in vigore per la distribuzione dei periodici settimanali.” Come si vede, la tariffa postale fissata per legge è quella del 1993, espressa ancora in lire italiane. 70 lire che attualizzate ed espresse in euro, sono diventate 0,04€.
Nei 90 giorni precedenti le elezioni, beneficiano dell’aliquota IVA ridotta al 4% i seguenti beni e servizi, utilizzati per la campagna elettorale, commissionati dai partiti e dai movimenti, dalle liste di candidati e dai candidati (L. 515/1993, art. 18):
- il materiale tipografico, inclusi carta e inchiostri in esso impiegati;
- l’acquisto di spazi d’affissione, di comunicazione politica radio-televisiva, di messaggi politici ed elettorali sui quotidiani e periodici e siti web;
- l’affitto dei locali e gli allestimenti e i servizi connessi a manifestazioni.
La propaganda elettorale, effettuata in periodo di elezioni nelle forme previste dalla legge n. 212 del 1956 e in conformità con essa, è esente dall’imposta comunale sulla pubblicità (D.P.R. 639/1972, art. 20, comma 1, n. 10).
I contributi (erogazioni liberali in denaro) versati ai partiti da parte delle persone fisiche o delle società non quotate in borsa (e relative società controllate o controllanti) possono essere detratti, per un importo pari al 19 per cento del contributo versato, dall’imposta lorda. La detrazione si applica alle erogazioni per importi compresi tra 51,65 e 103.291,38 euro, a condizione che esse siano effettuate mediante versamento bancario o postale (D.P.R. n. 917 del 1986, art. 15, comma 1-bis, e art. 78). Dal 1° gennaio 2013 la detrazione si applica agli importi compresi tra 50 e 10.000 euro ed è pari al 24 per cento, per il 2013, e al 26 per cento, a decorrere dal 2014 (L. 96/2012, art. 7, comma 1).
Non possono fruire della detrazione le persone fisiche, le società di capitali e gli enti commerciali che abbiano dichiarato passività nelle dichiarazioni rese per l’esercizio finanziario precedente a quello nel quale l’erogazione liberale ha avuto luogo (L. 2/1997, art. 7).
Razza stracciona. Uomini e storie di un’Italia che ha perso la rotta. La catastrofe dell’Italia non è solo colpa di una classe politica avida e incapace. C’è un pezzo altrettanto importante di classe dirigente corresponsabile dell’andazzo di questo Paese e di tutti i suoi difetti. Sono gli imprenditori che se la prendono sempre con lo Stato, ma sarebbero nessuno senza politica e contributi pubblici. I manager che guadagnano milioni mentre riempiono l’Italia di cassintegrati. I banchieri che negano il credito alle piccole imprese e intascano “bonus” sempre più alti, in barba alla crisi. I costruttori che al riparo dei partiti si arricchiscono facendo scempio del territorio. Nonostante quello che dicono i sindacati, responsabili anche loro del disastro, il problema non è l’articolo 18: il problema è che alla fine la Ducati se la pappa l’Audi. E noi al massimo possiamo portare qualche valigetta di euro in Svizzera.