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Le 25 migliori Multinazionali al mondo

Great Place to Work Institute, la società di ricerca globale riconosciuta a livello internazionale, ha stilato la classifica mondiale che premia le migliori 25 aziende multinazionali, giudicandole su cinque criteri fondamentali nella cultura del lavoro: credibilità, rispetto, equità, orgoglio e solidarietà. Guarda chi fa parte della lista dei World’s Best Multinational Workplaces 2014:

  • 1. Google

    Googlewww.google.com
    Settore: Tecnologia informatica
    Presente nelle liste di in: Argentina, Brasile, Canada, India, Giappone, Stati Uniti

  • 2. SAS Institute

    SAS Institutewww.sas.com
    Settore: Tecnologia informatica
    Presente nelle liste di in: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Corea del Sud, Messico, Polonia, Portogallo, Paesi Bassi, Stati Uniti

  • 3. NetApp

    NetAppwww.netapp.com
    Settore: Tecnologia informatica | Archiviazione e gestione dati
    Presente nelle liste di in: Australia, Austria, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti

  • 4. W. L. Gore & Associates

    W.L. Gore & Associateswww.gore.com
    Settore: Manifattura e produzione | Prodotti tessili
    Presente nelle liste di in: Cina, Francia, Germania, Italia, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti

  • 5. Belcorp

    Belcorpwww.belcorp.biz
    Settore: Commercio al dettaglio
    Presente nelle liste di in: Chile, Colombia, Ecuador, Messico, Perù

  • 6. Microsoft

    Microsoftwww.microsoft.com
    Settore: Tecnologia informatica | Software
    Presente nelle liste di in: Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Chile, Colombia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, India, Irlanda, Italia, Giappone, Messico, Norvegia, Perù, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti

  • 7. Marriott

    Marriottwww.marriott.com
    Settore: Ospitalità | Alberghi/Centri turistici
    Presente nelle liste di in: Australia, Brasile (2), India, Messico, Panamá, Perù, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti

  • 8. Monsanto

    Monsantowww.monsanto.com
    Settore: Biotecnologia e farmaceutica | Biotecnologia
    Presente nelle liste di in: Argentina, Belgio, Brasile, Cina, Francia, Guatemala, India, Messico, Paesi Bassi

  • 9. Cisco

    Ciscowww.cisco.com
    Settore: Tecnologia informatica
    Presente nelle liste di in: Austria, Brasile, Chile, India, Italia, Arabia Saudita, Messico, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Stati Uniti

  • 10. American Express

    American Expresswww.americanexpress.com
    Settore: Servizi finanziari e assicurazioni | Servizi di banca/credito
    Presente nelle liste di in: Argentina, India, Giappone, Messico, Stati Uniti

  • 11. Scotiabank

    Scotiabankwww.scotiabank.com
    Settore: Servizi finanziari e assicurazioni | Servizi di banca/credito
    Presente nelle liste di in: Canada, Chile, Costa Rica, Repubblica Dominicana, El Salvador, Messico (3), Panamá, Perù, Porto Rico

  • 12. SC Johnson

    SC Johnsonwww.scjohnson.com
    Settore: Manifattura e produzione | Beni di largo e frequente consumos
    Presente nelle liste di in: Canada, Chile, Germania, Italia, Messico, Polonia, Regno Unito, Venezuela

  • 13. Autodesk

    Autodeskwww.autodesk.com
    Settore: Tecnologia informatica
    Presente nelle liste di in: Australia, Canada, Cina, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti

  • 14. Telefónica

    Telefónicawww.telefonica.com
    Settore: Telecomunicazioni
    Presente nelle liste di in: Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Germania, Messico (2), Perù (2), Spagna, Uruguay, Venezuela

  • 15. National Instruments

    National Instrumentswww.ni.com
    Settore: Manifattura e produzione
    Presente nelle liste di in: Cina, Costa Rica, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Regno Unito, Stati Uniti

  • 16. FedEx Corporation

    FedExwww.fedex.com
    Settore: Trasporti
    Presente nelle liste di in: Belgio, India, Irlanda, Italia, Messico, Spagna, Svizzera, Emirati Arabi Uniti

  • 17. Atento

    Atentowww.atento.com
    Settore: Servizi professionali
    Presente nelle liste di in: Argentina, Brasile, Chile, Colombia, El Salvador, Guatemala, Messico, Perù, Porto Rico, Spagna, Uruguay

  • 18. EMC

    EMCwww.emc.com
    Settore: Tecnologia informatica | Archiviazione e gestione dati
    Presente nelle liste di in: Austria, Cina, Francia, Germania, India, Irlanda, Italia, Arabia Saudita, Messico, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito

  • 19. Daimler Financial Services

    Daimler Financial Serviceswww.daimler-financialservices.com
    Settore: Servizi finanziari e assicurazioni
    Presente nelle liste di in: Canada, Cina, Francia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Polonia, Spagna, Turchia

  • 20. Diageo

    Diageowww.diageo.com
    Settore: Manifattura e produzione | Bevande
    Presente nelle liste di in: Argentina, Belgio, Brasile, Canada, Chile, Colombia, Germania, Grecia, Irlanda (2), Giamaica, Messico, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito, Venezuela

  • 21. Hyatt

    Hyattwww.hyatt.com
    Settore: Ospitalità
    Presente nelle liste di in: Francia, Germania, India, Regno Unito, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti

  • 22. Mars

    Marswww.mars.com
    Settore: Manifattura e produzione | Prodotti alimentari
    Presente nelle liste di in: Australia, Belgio, Brasile, Chile, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, India, Irlanda, Italia (2), Giappone, Corea del Sud, Polonia, Portogallo, Spagna (3), Svezia, Svizzera, Stati Uniti

  • 23. Accor

    Accorwww.accor.com
    Settore: Ospitalità | Alberghi/Centri turistici
    Presente nelle liste di in: Argentina, Brasile, Chile, Ecuador, India, Messico, Perù, Regno Unito (2)

  • 24. eBay

    eBaywww.ebay.com
    Settore: Tecnologia informatica
    Presente nelle liste di in: Cina, Francia, Germania, Irlanda, Svizzera, Regno Unito

  • 25. The Coca-Cola Company

    Coca-Colawww.coca-colacompany.com
    Settore: Manifattura e produzione | Prodotti alimentari/Bevande
    Presente nelle liste di in: Argentina, Brasile, Chile, Perù, Turchia

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La questione Telecom spiegata in tre parole

gioco-delle-tre-carte

“Vi spieghiamo in parole semplici la questione Telecom: attraverso il MES si drenano soldi pubblici (dei cittadini) dagli stati per salvare le banche (private) in sofferenza. Le stesse banche, ravvivate dalla nuova liquidità, rastrellano buoni del tesoro dei paesi a tassi ridicoli o si prendono interi pezzi di aziende importanti. Nel caso specifico, la compagnia spagnola Telefonica era in ‎Telecom fino a pochi giorni fa con il 40% circa delle azioni attraverso la controllata Telco che – casualmente – è partecipata da due banche che hanno usufruito dei soldi del MES (Fondo Salva Stati? No, fondo salva banche) di cui sopra. Ora, sempre casualmente, Telco aumenta la sua fetta azionaria in Telecom (disponendo di maggiore liquidità) arrivando al 65%. E puff, un altro asset strategico di un paese (l’Italia) finisce nelle mani di un paese straniero (delle sue banche private). Capito il giochino delle tre carte?
I soldi ce li mettiamo noi e se li pappano le banche private attraverso queste scatole cinesi. Quando è che capiremo che siamo dentro ad una grande truffa?”Reset Radio


L’affare Telecom

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Telecom Italia diventa spagnola: Ennesimo (in)successo per l’economia italiana

telecom-Italia

Il passaggio di Telecom agli spagnoli, precede di pochi giorni un ulteriore passaggio di quote di Alitalia ai francesi. Ecco cosa sono state le privatizzazioni italiane: un gigantesco passaggio di ricchezza, tecnologie, competenze e potere fuori dall’Italia. Adusbef e Federconsumatori chiedono di impedire la svendita di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica esercitando i poteri conferiti dalla legge al governo, quando sono in gioco gli interessi di aziende strategiche italiane.

La svendita di Telecom Italia agli spagnoli di Telefonica (che finanzierà l’operazione accumulando altri debiti oltre i 66,8 miliardi di euro iscritti a bilancio) rappresenta una grave sconfitta per il capitalismo di relazioni dominato da Mediobanca e per il Governo Letta, ma soprattutto lede gravemente i diritti e gli interessi dei consumatori. Sono loro, infatti, che hanno finanziato con le bollette la rete telefonica, costruendo un assetto strategico per il paese nel settore delle telecomunicazioni. A rimetterci sono stati anche i 600.000 piccoli azionisti, come al solito tagliati fuori da operazioni sottobanco, concretizzate nel buio della notte tra gli azionisti di Telco, il tutto rigorosamente al riparo dai doverosi e preventivi accertamenti di autorità di controllo che, ancora una volta, si sono dimostrate inerti ed inefficienti. Telefonica dello spagnolo Cesar Alierta, ha infatti accumulato 66,8 miliardi di debiti finanziari e un patrimonio netto tangibile negativo per 22,4, contro i 40 miliardi di debiti e un patrimonio netto tangibile negativo per 17 di Telecom Italia, un margine operativo lordo sceso nell’ultimo triennio da 25,7 miliardi a 21,2 di euro per gli iberici, acquisterà Telecom Italia a debito a prezzi di saldo e per ripagare le banche, oltre a non fare gli investimenti necessari che servono per ammodernare la rete in Italia, sarà costretta a smembrare le partecipate come Tim Brasile ed Argentina, mediante con il solito spezzatino. Per Adusbef e Federconsumatori le banche di “sistema” (Banca Intesa ed il salotto buono di Mediobanca e Generali) sono tra le maggiori responsabili di un’operazione a perdere che portò la spagnola Telefonica ad assumere il controllo di Olimpia (rinominata Telco), sulla pelle del mercato e dei piccoli azionisti, finanziando l’ennesima scatola a debito. Gravi anche le responsabilità del Governo, incapace di difendere un’azienda strategica per il Paese mediante la Cassa Depositi e Prestiti, ma che non ha esitato ad impiegare i sudati risparmi postali per acquisire le quote di Generali detenute dalla Banca d’Italia. Ma è soprattutto la classe politica ad uscire sconfitta da una colonizzazione spagnola delle Tlc italiane: è questo il frutto, infatti, di anni di lottizzazione dei vertici delle Autorità di controllo (come Consob e AGCOM), che sono state private, così, delle necessarie competenze e professionalità, rese del tutto impotenti e inadeguate, con danni enormi agli interessi dell’Italia ed ai diritti dei consumatori ed utenti.

Anche i sindacati sono sul piede di guerra: “E’ evidente, che se i contorni di un possibile piano industriale fossero la vendita di Tim in Brasile e Argentina, riorganizzando l’azienda attraverso la cessione di assets strategici quali le attività di customer e quelle dell’informatica per poi procedere alla fusione per incorporazione di Telefonica e Telecom Italia saremmo in presenza di un’operazione che fa uscire l’Italia dal settore delle telecomunicazioni, togliendo al Paese la possibilità di indirizzare gli investimenti e potenziare la rete, condizioni imprescindibili per il rilancio dell’economia. In tal caso le ricadute occupazionali sull’attuale perimetro di Telecom Italia potrebbero essere incalcolabili”. Per Michele Azzola della Slc Cgil la situazione determinatasi è la “conseguenza diretta degli errori commessi durante la privatizzazione le cui conseguenze negative hanno portato Telecom Italia a passare da 5° operatore mondiale di telefonia con 120.000 dipendenti a un’azienda sottocapitalizzata e indebitata in misura spropositata, deve vedere una pronta reazione al fine di evitare i rischi per il Paese e ridare un quadro di certezze e di trasparenza nei confronti dei 46.000 dipendenti diretti e delle altre decine di migliaia di lavoratori indiretti che dipendono dall’azienda stessa”.

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