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Marco Bogarelli il padrone del calcio italiano

Marco Bogarelli

A Marco Bogarelli si possono fare molte critiche ma non contestargli la mancanza di ambizione: immagina stadi con 1.000 schermi connessi in wi-fi, per vedere statistiche e moviole, progetta di cancellare la Europa League per far giocare sei squadre italiane in Champions, ha detto alla Gazzetta dello Sport.

Bogarelli è il padrone del calcio italiano: presiede Infront Italy, 225 milioni di fatturato e 11,6 di utile, la società che si occupa di assistere la Lega Calcio nella vendita dei diritti tv ma anche di gestire l’immagine dei principali grandi club (l’ultimo accordo con l’Inter dell’indonesiano Erik Thohir che da Infront avrà 20 milioni all’anno garantiti) e delle grandi manifestazioni di sci, pallavolo, equitazione.

Braccio italiano della multinazionale Infront Sports & Media, presieduta da Philippe Blatter (nipote del Sepp della Federazione internazionale del calcio, la Fifa), la Infront Italy di Bogarelli ha un potere simile a quello dei grandi agenti televisivi, il lato imprenditoriale dello spettacolo è di sua competenza. A giugno ha chiuso un accordo molto discusso che garantisce alla Lega di Serie A 945 milioni di euro per il 2015 e il 2016 spartendo i diritti di trasmissione tra Sky e Mediaset. Il gruppo della famiglia Berlusconi esce sempre bene dai negoziati in cui è coinvolta Infront, i critici sostengono che questo dipenda dal passato di Bogarelli nel gruppo Fininvest e dal suo legame con Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan ora ridimensionato da Barbara Berlusconi.

Milanese, laureato alla Bocconi, 58 anni, Bogarelli è diventato la porta da cui bisogna passare per accedere ai tesori del calcio italiano. Lo sa bene il gruppo editoriale del Sole 24 Ore, controllato dalla Confindustria, che questa estate ha sviluppato un progetto ambizioso: cavalcare la popolarità della Nazionale di calcio per la promozione del made in Italy. Abbinare le missioni imprenditoriali nei mercati emergenti, dove l’Italia ha fascino, a partite degli Azzurri. La Nazionale ha 13 sponsor, dalla Tim alle Generali a Nutella. Molti sono già clienti della concessionaria di pubblicità del Sole 24 Ore che, però, ha pensato bene di affiancarsi a Infront nella gara per la gestione del marchio degli Azzurri: ovviamente ha vinto, sfilandolo alla Rcs Sport, società che attraversa un momento difficile. Infront e il Sole 24 Ore si spartiranno i ricavi al 50 per cento, dovrebbero raccogliere circa 70 milioni l’anno di cui 57 garantiti alla Figc di Carlo Tavecchio. Infront ha fatto da apripista, ora il lavoro vero tocca al Gruppo Sole24 Ore. Ma senza Bogarelli è difficile fare affari.

Molto è stato scritto sui legami di Bogarelli con il mondo Fininvest, poco sulle sue altre relazioni d’affari. Dalle visure camerali emerge, per esempio, un filo che arriva alla Sopaf, società finanziaria milanese il cui crac ha determinato l’arresto dei fratelli Magnoni che la guidavano. Dalla Sopaf arriva uno dei partner di Bogarelli in Infront, Giuseppe Ciocchetti, manager che della finanziaria dei Magnoni è stato al vertice per dieci anni. Bogarelli però ha un legame più diretto con i Magnoni. È azionista con il 15,1 per cento di una società che si chiama Sfera Investimenti, un altro degli uomini Infront, l’ex direttore di Milan Channel Andrea Locatelli ha il 2,3 per cento, e c’è anche Ciocchetti, con lo 0,6. Ma chi comanda con il 73,5 per cento è l’ex conduttore di Mtv Andrea Pezzi, diventato imprenditore dalle alterne fortune. A Sfera, zero ricavi nel 2013 e una perdita di 5mila euro, fa capo l’83 per cento della Ovo Italia, un altro 9,6 è proprio della Sopaf.

Ovo è una società strana: una video-enciclopedia lanciata nel 2006 nell’orbita del mondo Fininvest, guardata con simpatia da Macello Dell’Utri e ispirata all’Ontopsicologia dell’ex frate Antonio Meneghetti, come raccontò nel 2008 Peter Gomez sull’Espresso. I fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni sono stati arrestati anche per i finanziamenti alla Ovo che hanno contribuito al dissesto della Sopaf: somme per oltre 5 milioni di euro “prive di qualsivoglia giustificazione economica e funzionali solo a generare illeciti arricchimenti a favore di terzi”, si legge nella richiesta di custodia cautelare. Il 12 giugno 2013 il responsabile della finanza in Sopaf, Daniele Muneroni, mette a verbale: “Per quel che concerne Ovo posso affermare che l’investimento è stato curato da Luca Magnoni che, se non sbaglio, era amico di Andrea Pezzi, amministratore della società. Anche in questo caso la Sopaf ha continuato a finanziarla fino al 2011. Personalmente pensavo che la Ovo non fosse una società operante in un settore di business particolarmente profittevole né che fosse sinergica con altre società del gruppo e che l’imprenditore Andrea Pezzi non avesse esperienza nel settore dell’imprenditoria in quanto ex DJ”.

Non è l’unico investimento interessante di Bogarelli. Tra le sue altre partecipazioni dirette c’è la PF Real Estate (fatturato di 243mila euro e perdita di 11mila nel 2013) di cui ha il 27 per cento. A dispetto del nome, non è una società immobiliare ma si occupa di commercio di energia. Anche qui ci sono Ciocchetti e Locatelli nel capitale, col 9 e il 27 per cento. Ma il socio che conta è la International Global Trading. L’energia è l’ultima passione imprenditoriale di Francesco “Franco” Dal Cin, che della Pf Real Estate è l’amministratore. Classe 1943, Dal Cin è un nome storico del calcio: è stato il patron prima della Reggiana e poi del Venezia Calcio, ha subito una squalifica sportiva di cinque anni per la contestata combine (nella quale ha sempre negato di aver avuto alcun ruolo, aveva anche già ceduto la squadra) con il Genoa di Enrico Preziosi nel 2005. Nello stabilimento di Preziosi venne sequestrata una valigetta con 250 mila euro. Nel 2011 Dal Cin è stato assolto, le intercettazioni sono state giudicate inutilizzabili. Negli schemi del calcio italico, Dal Cin era parte del fronte anti-Juventus di Luciano Moggi al quale, a grandi linee, anche Bogarelli (di area Milan) si può iscrivere.

La International Global Trading è controllata dai due figli di Dal Cin, Michele (ex dirigente del Venezia, squalificato pure lui all’epoca) e Mara, col 50 per cento a testa. Molto più vicina ai business abituali di Bogarelli è un’altra delle sue partecipate, la Deruta20 (in liquidazione, via De Ruta è l’indirizzo della Infront a Milano): nel 2013 ha dovuto duellare con gli abitanti della periferia milanese per costruire con la Deruta il tendone di X-Factor, la trasmissione di Sky seguita da Infront. “Ma cos’hanno da protestare? Semmai voglio l’Ambrogino d’oro a dicembre”, diceva al Corriere della Sera Bogarelli nel 2013. Nel 2014 nella lista dei candidati alla massima onorificenza del Comune di Milano sono entrati Tavecchio, poi scartato, e Adriano Galliani, approvato. Per Bogarelli, quindi, forse è solo questione di tempo.

(Da Il Fatto Quotidiano del 26 Novembre 2014)

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Sky liberi di…sfruttare!

sky-Condizioni-lavorative

Da ormai molto tempo lavoro per Sky. Eccellente prodotto. Azienda che paga. Ma paga, come?

Innanzitutto alla sottoscrizione del contratto (che prevede un decoroso comportamento e il declinare dell’azienda ad ogni tua mancanza) non vengono specificati orari di lavoro, tantomeno giornate lavorative dicendo che hai massima libertà d’azione. Il che non è lontano dalla realtà. Poi però ti viene posta la condizione dal tuo Sales Account (capo area) che vi sono giornate lavorative e orari da considerarsi rigorosi. Ma nel contratto non vi è scritto…per carità. Ormai il mondo del lavoro prevede elasticità mentale. Ok. Il tutto però viene messo ad ancor più dura prova quando oltre a dover lavorare tutte le domeniche (che se è bel tempo lavorare finisce in un bighellonare sperando che qualcuno entri dalla porta scorrevole del punto vendita) scopri con immenso stupore che dopo un mese di ardue imprese gli scatti delle detrazioni passano dal 21 al 27% perchè superi i 1000€ di introiti dei contratti…..quindi farne di più ti penalizza! Come se non bastasse, queste trattenute non vengono calcolate per chissà quale motivo. Non si sa neppure perchè vengano poste in quanto Sky Italia s.r.l. non paga neppure i contributi ai suoi venditori sul campo. Ergo se chiedi la disoccupazione dopo due anni di contratto, non puoi averla perchè risulta che non sono stati versati contributi. Devi versarteli da solo. Ma con lo stipendio medio che si percepisce, sarebbe comunque impossibile. Quindi mi chiedo, perchè una azienda che guadagna in un momento di crisi molto più della concorrenza e fa ancora nuovi abbonati ad una velocità superiore di chi lascia il prodotto, non rivede perlomeno questo tipo di contratti che al giorno d’oggi sono vergognosi? Ah, si, dimenticavo. Abbiamo la copertura infortunistica. Vi prego: se mi vedete nel punto vendita, passatemi sopra con un carrello o con una lavatrice che almeno se mi faccio male sbarco il lunario……

Venditore Anonimo –  bastardandpoors

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Telejato la Tv antimafia


In questi giorni, in Sicilia scatta il passaggio al digitale terrestre e Telejato, così come le altre emittenti comunitarie, chiuderà. Con la Legge Finanziaria 2011 (articoli 8,9,10) sono state di fatto abolite le televisioni comunitarie (250 in tutta Italia), e il Ministero dello sviluppo economico si è riservato il diritto di assegnare, a pagamento, tutte le lunghezze d’onda del digitale terrestre, eccetto che per le tre reti RAI, per Mediaset, per La 7, per Sky e per le società di telefonia mobile, cui le frequenze sono state assegnate gratis. Le altre utenze saranno assegnate dietro esborso di ingenti somme di denaro, attraverso graduatorie regionali formulate sul numero dei dipendenti e sulle proprietà immobili. E’ la fine quindi del volontariato anche in questo campo. Il tutto naturalmente nel silenzio tombale e il disinteresse di tutti i partiti politici.

Le restanti televisioni locali, altre 250 realtà, saranno in gran parte liquidate entro il 30 giugno 2012 per lasciare il posto alle grandi reti nazionali che trasmetteranno gratuitamente, e a pochi canali regionali che otterranno le frequenze pagandole fior di quattrini. Per chi ha accumulato proprietà immobiliari, audience e spinte politiche, è possibile permetterselo.

Fonte l'Arte di Gaetano Porcasi

“Non e’ riusciuta a farci chiudere la mafia, ora ci pensa lo Stato” dichiara Pino Maniaci. Quella di Telejato e’ sempre stata un esistenza vissuta pericolosamente, sospesa tra le pressioni della criminalità organizzata e la mancanza di risorse. Condizione, però, che non ha mai fermato Pino e il resto dello staff redazionale (composto da moglie, figli e qualche giovane volontario). Nel corso degli anni , l’emittente di Partinico si e’ guadagnata l’appellativo di tv antimafia. Telejato e’ sempre sul posto: “Noi – incalza Pino – arriviamo prima della polizia. Mettiamo in onda i consigli comunali. Siamo diventati un’istituzione per i comuni, e le amministrazioni prima di firmare una delibera ci chiamano, perché sanno che se eventualmente c’è un’illegalità gli facciamo il culo quanto una casa”. “Ad oggi, dice Pino, per la legge così com’è dovremmo essere fuori. Se così fosse, violerò la legge, perché quella e’ una legge anticostituzionale e iniqua. Accederò lo stesso al digitale, e il paradosso sarà che mi dovranno spegnere i microfoni quegli stessi carabinieri che mi danno protezione. Io vado avanti perché devo tutelare quella che e’ la vita della mia famiglia, finché avrò un microfono nelle mani e i riflettori accesi”.

La sopravvivenza di Telejato, con la sua storia, le sue battaglie, la sua valenza culturale, nel segno di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Mauro Rostagno e di Giuseppe Fava è un segnale importante per  la garanzia  dell’esistenza di una libera informazione in un panorama controllato dalle mafie mediatiche.

Aderisci al Comitato “SIAMO TUTTI TELEJATO” inviare l’adesione a: comitato@telejato.it

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Domnica Cemortan racconta il naufragio della Costa




In questi video Esclusivi andati in onda su Sky durante la trasmissione Rapporto Carelli possiamo sentire la versione di Domnica Cemortan la “donna del comandante”,così soprannominata dalla stragrande maggioranza dei mass media Italiani.

Come da consuetudine nostrana si crea il mostro ancor prima di verificare le reali situazione dei fatti.In questi giorni invece ,dopo lo sputtanamento generale ,assistiamo ad un cambio di “rotta”,come si evige da questo articolo .Io mi chiedo non sarebbe meglio porre un freno a questo massacro mediatico preventivo?Distruggere la vita delle persone ,inventare storie ricamate, che senso può avere?

Il senso di creare spettacolo?Di aggiungere gossip ad una tragedia?Oppure di assicurarsi un esclusiva televisiva della Domnica Cemortan di turno?

Questa e l’Italia ,la solita Italia !

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