Jobs pack, stabilmente precari

Jobs-Act-Matteo-Renzi

A dicembre 2014 in Italia c’erano 14 milioni 525 mila occupati a tempo indeterminato, a ottobre 2015 sono 14 milioni 527 mila. Da quando è partito il Jobs Act, ovvero a marzo, i lavoratori “stabili” erano 14 milioni 550 mila. Fanno 23 mila in meno. A dicembre 2014 i contratti a tempo determinato erano 2.308 milioni, a marzo 2.296; a ottobre scorso erano 2.486 milioni. Gli autonomi, quelli per cui il governo studia un apposito Jobs Act: tra gennaio e ottobre sono calati di 97 mila unità. E come non parlare delle “false partite Iva” che sono passate da una forma di precariato a un’altra. Occupazione? Il dato peggiore: a ottobre ci sono 29 mila occupati in meno, 84 mila negli ultimi 2 mesi. Soprattutto giovani. Ferma la fascia 24-34 anni, quella 35-49 perde 175 mila occupati, mentre gli over 50 aumentano di 226 mila unità. Riassumendo il tasso di occupazione è fermo al 56,3%, e la disoccupazione giovanile è al 39,8%, nei primi 10 mesi dell’anno ci sono 178 mila lavoratori precari in più rispetto a fine 2014 e 190 mila in più rispetto al mese di esordio del Jobs Act. L’effetto della distruzione dello Statuto dei Lavoratori si è esaurito, o riassorbito, in meno di un anno.

La riforma di Renzi ha assicurato 3 miliardi di euro in sgravi alle imprese ed ha trasformato solo i vecchi contratti nei nuovi rapporti di lavoro a termine. In una parola: stabilmente precari che scadono alla fine degli incentivi di Stato. I lavoratori anziani lavorano, i giovani sono disoccupati. Un fallimento. Un bel pacco, anzi un Jobs pack.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”