“Se pensavate che io fossi pessimista sullo stato dell’economia globale, provate a sentire Steen Jakobsen di Saxo Bank. “Non ci sarà nessun’altra ripresa. La fase buona di questo ciclo è già passata. D’ora in poi, o tra molto poco, sarà tutta una caduta.”
L’aumento dei tassi medi a 1 anno da 1,5% a 1,95% verificatosi nelle economie del G10 nell’ultimo anno è già stato sufficiente a spingere di nuovo l’intero fragile edificio verso il limite – anche se con un certo ritardo. “Il mondo è in depressione. Non può sopravvivere in nessun modo a dei tassi più elevati” ha dichiarato Steen Jakobsen. I rendimenti dei buoni del tesoro degli Stati Uniti a 10 anni presto inizieranno a scendere lentamente ai minimi di tutti i tempi, sotto 1,50%, verso la metà del 2015. L’indice S&P 500 di Wall Street perderà tutto quanto guadagnato durante il QE3, crollando a 1,400 punti in un anno di mercato in ribasso. Il cosiddetto “margin debt” USA, ovvero l’ammontare di denaro che viene preso in prestito dai vari operatori di mercato per acquistare attività finanziarie, sta segnalando pericolosamente gli stessi picchi visti poco prima del crash “dotcom” e della crisi Lehman.
Il signor Jakobsen, che è uno banchieri più potenti d’Europa, consiglia i propri clienti di rifugiarsi nel reddito fisso. “Non ci sarà altro posto ove rivolgersi,” dice. L’apprezzamento attuale dell’euro a quasi 1,40 sul dollaro farà naufragare la debolissima ripresa europea – sempre che la si possa definire ripresa – e spingerà anche la Germania sull’orlo della recessione entro la fine dell’anno.
Una tempesta perfetta in campo valutario è in arrivo, con l’Europa e gli USA che spingono in direzioni opposte, con la BCE che apre le porte al QE mentre la Fed sta chiudendo il rubinetto della liquidità. “Abbiamo il più forte segnale di vendita per l’euro dall’inizio dell’unione monetaria”, ha detto ancora Jakobsen e il target dell’euro è 1,25 sul dollaro entro l’inizio del 2015. Questa volta non ci sarà nessun rapido salvataggio dalla Federal Reserve. I falchi sono determinati a continuare il “tapering”. La pretesa che non si tratta di una stretta monetaria difficilmente riuscirà a tenere buoni i mercati ancora a lungo. Janet Yellen sarà anche una colomba, ma non ci fraintendiamo. Il signor Jakobsen sostiene che la sua avversione alla crescente disuguaglianza predomina su tutto. Anche la Jellen avversa le bolle favorite dal QE, che concentrano ulteriormente la ricchezza.
Se e quando la bolla esplode, potremmo accorgerci che l’ondata deflazionistica è diventata ancora più grande e si schianterà sulle nostre teste con una ferocia ancora maggiore. Potete trarre da soli le vostre conclusioni.
Come molti altri – in particolare l’ex capo della FSA (Lord) Adair Turner – mi sono chiesto negli ultimi due anni se il QE non dovesse essere attuato in maniera completamente diversa nel caso in cui ne avessimo ancora bisogno, questa volta per combattere una deflazione cronica strutturale. Anziché acquistare obbligazioni o asset, le banche centrali potrebbero finanziare la costruzione di strade, case, centrali elettriche, o anche la ricerca scientifica. Takahashi Korekiyo costrinse la banca del Giappone a finanziare direttamente la spesa pubblica negli anni ’30, fino a quando l’economia reale – non il mercato azionario – non avesse raggiunto la “velocità di fuga” e si fosse liberato dalla crisi. Naturalmente le banche centrali odiano questo approccio. Esso viene condannato come “fiscal dominance”. Ma questa è una polemica per un’altra volta.” Evans Pritchard sul Telegraph – tradotto da Voci dall’estero