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Il rilancio dei beni comuni

Beni-Comuni
I beni comuni non si identificano né col “privato” né col “pubblico”; sono piuttosto un terzo elemento chiamato a triangolare con gli altri due. Essi rappresentano non il punto di vista dell’individuo, né quello dello Stato, quanto piuttosto quello – ricco di umanità solidale – della persona. “Bene comune e beni comuni, sfera pubblica, qualità della vita: si tratta di quei beni che non sono proprietà di nessuno, come l’acqua, l’aria, il clima, le risorse del mare, la biodiversità, le orbite satellitari, le bande dell’etere, la conoscenza, la cultura…”. (Laura Pennacchi – Filosofia dei beni comuni. Crisi e primato della sfera pubblica)

La (prima) Commissione Rodotà per i beni comuni fu istituita nel 2007, con il compito di elaborare un progetto di riforma del Codice Civile. A sei anni di distanza, il Presidente di quella Commissione propone l’avvio di una esperienza analoga, in tutti i luoghi d’Italia dove ci si batte per i beni comuni.

“Il cittadino come forza politica costituente”

All’alba del 2012, il Professor Stefano Rodotà affermò che il 2011 era stato l’anno dei beni comuni: il referendum sull’acqua pubblica ha rappresentato, a suo avviso, l’innesco di un processo di risveglio dell’interesse nazionale verso i beni comuni, tradottosi nel dilagare, in Italia, di quella che Franco Cassano ha chiamato la “ragionevole follia dei beni comuni”.

“Quel che unifica queste iniziative è la loro origine nell’ azione di gruppi e movimenti in grado di mobilitare i cittadini e di dare continuità alla loro presenza. Una novità politica che i partiti soffrono, o avversano. Ancora inconsapevoli, dunque, del fatto che non siamo di fronte ad una questione marginale o settoriale, ma ad una diversa idea della politica e delle sue forme, capace non solo di dare voce alle persone, ma di costruire soggettività politiche, di redistribuire poteri. È un tema “costituzionale”, almeno per tutti quelli che, volgendo lo sguardo sul mondo, colgono l’ insostenibilità crescente degli assetti ciecamente affidati alla legge “naturale” dei mercati.” Queste le parole utilizzate da Rodotà per descrivere il fenomeno del dilagare di iniziative civiche a tutela dei beni comuni.

Rilanciare le attività della Commissione Rodotà

Nel febbraio del 2013, Stefano Rodotà è tornato a parlare di beni comuni, e lo ha fatto dal “teatro” di una importante manifestazione di protesta civica contro il degrado del patrimonio pubblico, l’occupazione dello storico Teatro Valle, dove si stanno svolgendo diverse iniziative aventi come fulcro il tema dei beni comuni e della democrazia.

L’intervento, svoltosi il 14 febbraio durante una conferenza stampa indetta da cittadini e associazioni, ha preannunciato il lancio di una proposta ambiziosa: una seconda commissione Rodotà. L’obiettivo di questa Commissione un po’ speciale sarà quello di contribuire alla costruzione di un nuovo modello di democrazia, che fa leva sui beni comuni e che vede il cittadino come “una forza politica costituente, come affermato dallo stesso Rodotà. A farsi portavoce, insieme al noto giurista, delle istanze di gestione partecipata dei beni comuni, diversi intellettuali italiani: Ugo Mattei, Alberto Asor Rosa, il giudice emerito della corte costituzionale Paolo Maddalena, Alberto Lucarelli, Rosaria Marella, Luca Nivarra, Salvatore Settis. Tutti personaggi da sempre impegnati nella salvaguardia dei beni comuni.

Una commissione particolare, perché?

La caratteristica principale della Commissione è che sarà itinerante. Un’assemblea unica nel suo genere, che unisca la teoria (e i teorici) con la pratica (i cittadini attivi) della tutela dei beni comuni. Un esperimento, che avrà luogo laddove sono più forti i conflitti per la difesa dei beni comuni, per esempio lo stesso Teatro Valle. In questo modo, si realizzerebbero le condizioni affinché la Commissione possa incarnare l’ideale di partecipazione che tutte le iniziative portate avanti in questi anni per la tutela dei beni comuni vorrebbero si affermasse: l’apertura nei confronti della società civile da parte di una politica, e di un’amministrazione, più trasparenti. La prima tappa della commissione itinerante sarà proprio il Teatro Valle.

I temi toccati da Stefano Rodotà nel suo intervento sono i più disparati: dalla proposta di rafforzamento della legge di iniziativa popolare, a cominciare dalla legge sul reddito minimo, alla tutela dell’ambiente. Tutti argomenti che saranno al centro del dibattito in seno alla Commissione itinerante, oltre all’accesso a Internet, la cultura, il diritto all’alimentazione sana. Il fine principale dei promotori dell’iniziativa, tuttavia, è uno solo e molto ambizioso: la «riforma della proprietà pubblica che riconosca la dignità giuridica della categoria dei beni comuni».

(Fonte labsus)

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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