L’Italia è il secondo Paese al mondo con più casi doping (129) dopo la Russia (176). L’India è terza, con 117 casi. Poi Francia con 84 e quinta il Belgio con 67. È questo l’ennesimo triste primato Made in Italy che emerge dai dati pubblicati dalla Wada, Word anti-doping agency circa le violazioni verificatesi nel corso del 2015, anno non olimpico. Una classifica che deve far riflettere e preoccupare. Ma questi numeri non devono stupirci. In Italia il giro d’affari accertato dei farmaci vietati è di 50 miliardi l’anno.
I laboratori olimpici accreditati hanno analizzato in dodici mesi 229.412 ampolle di urina e sangue, trovandone “non negative” 2.522, ovvero una su cento. La disciplina sportiva più controllata in assoluto (30.306 test nell’anno solare) è stata l’atletica.
Gli sport con maggiori positività? Il sollevamento pesi e il culturismo. Ma anche ciclismo, atletica, calcio e pugilato non sono da meno. Ma il doping colpisce qualsiasi attività agonistica. Solo pentathlon moderno, ping pong, orienteering e freccette risultano essere discipline completamente “pulite” tra le oltre 100 sottoposte a controlli
In Italia il maggior numero casi di doping al mondo si sono verificati nel ciclismo con 50 positività, a seguire il calcio e il culturismo con 9. Ma ci sono anche sette persone che praticano sport acquatici e sei pugili.