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Ballata degli impiccati

Ballata degli impiccati

Forse in questo mondo alla rovescia, dilaniato e fatto a pezzi dalla parola ruvida e beffarda di un delinquente poeta in cerca di verità, l’unica speranza di salvezza è nell’appello, nell’intercessione di tutti per tutti, nella partecipazione all’umano, in una restaurata dimensione di carità.

La traduzione italiana di Ballade des pendus, la più celebre poesia di François Villon, dalla migliore e più accreditata traduttrice italiana di Villon, Emma Stojkovic Mazzariol.

Fratelli umani, che ancor vivi siete
Non abbiate per noi gelido il cuore,
Ché, se pietà di noi miseri avete
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
La nostra carne, già troppo ingrassata,
E’ ormai da tempo divorata e guasta;
Noi ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
Ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

Se vi diciam Fratelli, non dovete
Averci a sdegno, pur se fummo uccisi
Da giustizia. Ma tuttavia, sapete
Che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
Dal figlio della Vergine Celeste
Che inaridita la grazia non resti,
E che ci salvi dall’orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
Ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
E il sole ormai ridotti neri e secchi;
Piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
E barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
Di qua, di Là, come si muta, il vento,
Senza posa a piacer suo ci fa volgere,
Più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
Ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

O Gesù, che su tutti hai signoria,
Fa’ che d’Inferno non siamo in balia,
Che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v’ha scherno o ironia,
Ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

François Villon

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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