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Vietiamo lo zucchero, il killer della salute

zucchero killer

L’uomo in tutta la sua storia evolutiva non ha mai consumato quantità di zucchero nemmeno lontanamente paragonabili a quelle odierne.

Ciò è dovuto al fatto che si tratta di una materia prima a buon mercato, diventato un ingrediente onnipresente nelle preparazioni alimentari industriali, anche perché il suo gusto risulta gradito al pubblico. Continue Reading

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Ecco i prodotti agricoli più coltivati al mondo

prodotti agricoli più coltivati

Canna da zucchero e banane sono i prodotti agricoli più coltivati al mondo. A dirlo è il rapporto annuale della FAO (su dati del 2014). “L’aumento dei salari e l’urbanizzazione stanno cambiando la dieta globale, che oggi è più ricca di proteine, grassi e zuccheri” scrive la FAO nel suo report.

La produzione dello zucchero è l’industria più estesa e più lucrativa del mondo

Nella categoria “crops”, ovvero le coltivazioni destinate al consumo umano, la canna da zucchero con un raccolto da 1,8 miliardi di tonnellate all’anno svetta in cima alla classifica. Al secondo posto il mais con un raccolto di 1 miliardo di tonnellate, a seguire riso (745 milioni), grano (713 milioni) e patate (368 milioni).

Da leggere: Le 10 verità sul Made in Italy agroalimentare

Il Brasile al primo posto tra i produttori di canna da zucchero

Il Brasile è il più grande produttore di canna da zucchero del mondo, con una produzione media di circa 600 milioni di tonnellate all’anno. Viene coltivata in grande quantità, per la produzione chiaramente alimentare dello zucchero di consumo (il killer della salute), ma anche per la produzione di etanolo, che nel paese ha registrato all’inizio del decennio (2011) un utilizzo come carburante comparabile (e secondo alcune fonti superiore) a quello della benzina. L’India e la Cina rispettivamente al secondo e terzo posto.

Da leggere: Metanolo il carburante del futuro Continue Reading

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Bibite gassate: 31 buoni motivi per non berle

Ecco le 31 cose che non sai sulle bibite gassate

Il consumo di bibite gassate e di altre bevande zuccherate, come succhi di frutta, cola, soda, aranciate, può generare gravi problemi di salute: provocano dipendenza, invecchiamento precoce e danni a organi come il fegato.

La dipendenza da bibite si instaura come qualunque altra dipendenza. Si comincia bevendo una o due bibite gassate alla settimana, alimentando così un desiderio ossessivo nei loro confronti.

Il seguente elenco tratto dal libro “Killer cola. La cruda verità sulle bibite” e stilato sulla base delle informazioni pubblicate su riviste mediche e pubblicazioni scientifiche, illustra alcuni dei numerosi modi in cui l’abitudine alle bibite gassate rischia di compromettere gravemente il benessere. Quando avrete finito di leggere questa lista sono sicuro che deciderete di ridurne notevolmente il consumo o di eliminarle del tutto dalla vostra vita. Prima di bere, pensaci! Continue Reading

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Grassi, zuccheri e sale: Come l’industria alimentare ci inganna

cibo spazzatura

Grassi, dolci e salati ben combinati fanno vendere molto bene. Il mix perfetto per renderci dipendenti dal cibo. Togli dai cibi processati più di un poco di sale, o zucchero, o grasso e non rimane nient’altro.

Mangiare un cibo altamente appetibile attiva i circuiti oppioidi (gli stessi che vengono sollecitati da ogni tipo di droga) e tale attivazione sviluppa una sorta di dipendenza e ci porta a consumare di più quel cibo in un circolo vizioso che ne aumenta sempre di più il consumo.  Continue Reading

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I cereali? Sani sì, ma pieni di zucchero

Si tratta di un cibo da sempre associato all’idea di benessere e salute. Ma una ricerca dell’organizzazione britannica Which, dopo aver misurato la quantità di saccarosio in 50 tipologie di corn flakes, dimostra come la percentuale ecceda – e non di poco – quella consigliata dai medici . L’esperta: “Controllare sempre la tabella nutrizionale”

Simbolo del connubio nutrizione-benessere, i cereali a colazione sono considerati la migliore scelta per iniziare la giornata a tavola con un carico di sana e bilanciata energia. Basta guardare gli spot o anche solo leggere le confezioni per rendersi conto che i cereali, soprattutto quelli commercializzati dalle grandi marche, vengono spesso pubblicizzati come un “toccasana” per la salute dei più piccoli. Eppure, non è sempre così. A risvegliare la coscienza dei consumatori è una ricerca choc che arriva dal Regno Unito: i cereali più celebri e più diffusi in commercio sono in realtà “dopati” di zucchero.
A diffondere i dati è stata l’organizzazione britannica Which, che divulga informazioni indipendenti per lanciare un salvagente ai consumatori che rischiano di annegare nel selvaggio mare magnum di offerte e promozioni. Which non ha fatto altro che misurare le quantità di zucchero contenute in oltre cinquanta tipologie di cereali destinate alla prima colazione. Ebbene, dai risultati è emerso che in molte confezioni pubblicizzate i cereali contengono elevate percentuali di zucchero.
Il primato con ben il 37 per cento di zucchero è andato al prodotto sponsorizzato da Tony la Tigre. Nella lista nera anche i tradizionali cornflakes con un corposo 8 per cento di eccesso di saccarosio. Non è poco se si pensa che granelli di un grammo apportano già quattro calorie e, soprattutto, considerando l’allarme internazionale lanciato dai medici sull’uso sconsiderato dello zucchero nell’alimentazione, nemico della salute alla stregua del sale e del colesterolo e colpevole di giocare un ruolo chiave in malattie serie come obesità, diabete e patologie cardiache.
I numeri dell’allarme parlano chiaro: dai dati diffusi recentemente sulla rivista Nature sarebbero 35 i milioni di morti all’anno attribuibili al ricorso smodato allo zucchero.Un killer che si insinua silenzioso negli scatoloni colorati dagli slogan rassicuranti, comodamente occultato da frasi che catalizzano rapidamente l’attenzione, alludendo esclusivamente al ridotto contenuto di grassi e all’ampio apporto di vitamine e ferro.
Esperti inglesi, come il critico gastronomico Joanna Blythman, si battono contro lo sfruttamento dell’inconsapevolezza del consumatore, ignaro di ingurgitare pericolose bombe caloriche dall’indice glicemico alto, e quindi cariche di energie che bruciano rapidamente, creando un aumentata astinenza da zuccheri.
Non resta che difendersi all’acquisto. Gli esperti consigliano di leggere sempre le tabelle nutrizionali, tralasciando i numeri suggeriti per una singola porzione e valutando soltanto le cifre segnalate per i 100 grammi di prodotto: in quella casella si nasconderebbe la verità, schiacciante anche per gli “special” cereali che continuano a garantire ventri piatti e taglie trentotto alle donne con un “carico pendente” di zuccheri del 17 per cento.

(Fonte ilfattoquotidiano)
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