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Questa è la sperimentazione animale

Si crocifigge un cane per studiare la durata dell’agonia di Cristo. Si squarta una cagna gravida per osservare l’istinto materno sotto il dolore intenso. Una équipe di cosiddetti scienziati paralizza un branco di gatti, sega via la volta cranica e stuzzica il cervello mentre le bestiole non anestetizzate sono costrette a inalare varie concentrazioni di anidride carbonica, e alla fine si ha la riprova di quanto già si sapeva da anni: che esiste una correlazione tra la concentrazione dell’anidride carbonica nel sangue e gli squilibri nervosi. Si costringono dei cani a bere soltanto alcool puro per oltre un anno, per ottenere “la prova scientifica” che l’abuso di alcool è nocivo. Migliaia di topi, conigli e cani, per lo più tracheotomizzati, vengono costretti a fumare sigarette per mesi e anni, e naturalmente molti muoiono: ma gli sperimentatori subito avvertono che non è possibile alcuna trasmissione di dati validi all’uomo. Questa è La sperimentazione animale

Prefazione a Imperatrice nuda, libro che per acutezza, ampiezza, rilevanza socio-politica e qualità letteraria, è uno dei più importante libri di critica di un’ortodossia scientifica (in qualsiasi settore) mai apparsi. Dovrebbe essere una lettura obbligatoria nei corsi universitari di medicina, bioetica, storia e filosofia della scienza e di letteratura.

È una circostanza notevole, ma non sorprendente, che i libri più importanti sulla medicina degli ultimi trent’anni sono stati scritti da non medici. I due che vengono prima alla mente sono fra loro contemporanei: Nemesi medica. L’espropriazione della salute (1975-1976) del filosofo e sociologo Ivan Illich, e il libro che qui si presenta in una nuova ristampa, Imperatrice nuda (1976). Hans Ruesch era un romanziere di successo, prima di esibire con quest’opera una vena di critico e polemista che fa pensare ai vertici del genere, come Voltaire.

In diversa maniera, i due libri sono capolavori di demistificazione della medicina moderna. Il primo, anche perché orientato piuttosto su un’analisi di taglio socio-culturale ed etico che su una critica scientifica, era destinato a un maggior successo accademico, ma è il secondo che aveva una maggiore capacità di impatto politico immediato. Questo spiega la tormentata storia editoriale di Imperatrice nuda, che l’autore sintetizza brillantemente nell’Appendice (1989). Ma i libri veramente importanti hanno una vitalità che impedisce di sopprimerli una volta che sono usciti (sia pure per un colpo di fortuna). Imperatrice nuda, in una versione ampliata, è stata tradotta in nove lingue, compresi giapponese, ebraico e finlandese. Ed è forse un segno di tempi migliori in arrivo se Stuart e Terry Hirschberg, i compilatori di una ben organizzata antologia per l’università americana, Past to Present. Ideas That Changed Our World (Prentice Hall 2003), hanno inserito ampi stralci della versione inglese di Imperatrice nuda accanto a brani tratti da L’origine delle specie di Charles Darwin, L’anello di re Salomone di Konrad Lorenz, e L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud.

Illich concludeva il suo memorabile saggio con una diagnosi impietosa:

Il vero miracolo della medicina moderna è diabolico. Consiste nel far sopravvivere non solo gli individui, ma intere popolazioni, a livelli disumanamente bassi di salute personale.

In un certo senso, il libro di Ruesch spiega come questo miracolo diabolico, continuamente rinnovato, è stato ed è possibile. Una delle chiavi risiede nella metodologia della ricerca medica attuale, che in larga misura investiga i segreti della salute e della malattia umane sperimentando, spesso in maniera crudele, su animali come topi, criceti, gatti, cani, maiali, scimmie ecc.: centinaia di milioni ogni anno. Un programma di ricerca che si poteva prevedere fallimentare già in partenza (sulla base delle ben note differenze anatomiche, fisiologiche, immunologiche, etologiche ecc. tra le specie animali) è riuscito invece a diventare quello dominante nella moderna biomedicina.

Dicevo all’inizio che il fatto che i libri più importanti sulla medicina siano stati scritti da non medici non è sorprendente. La ragione è che, per quanto un professionista possa padroneggiare meglio di un laico il linguaggio di una certa disciplina (e anche questo non è scontato!), questo tipo di competenza non è il solo né il principale requisito per un’analisi dei difetti del sistema di pensiero e di tecniche (il paradigma, per usare il termine dello storico della scienza Thomas Kuhn) nel quale il professionista è immerso. I pesci possono soffrire dell’inquinamento dell’acqua in cui vivono, ma sarebbe azzardato aspettarsi da loro un’indagine sulle cause di tale inquinamento.

Ciò che inquina la ricerca medica – oltre all’inerzia accademica, comune del resto a tutto il sapere istituzionale – è il condizionamento da parte di interessi non secondi a nessun altro per volume di affari e internazionalità. Questa non è un’esagerazione. L’industria farmaceutica costituisce il più redditizio degli investimenti, e di gran lunga più di banche, finanza, petrolio, editoria, bevande e quant’altro. Un’industria che gode di una tale supremazia economica, e che di fatto influenza direttamente e pesantemente la politica delle cosiddette ‘democrazie occidentali’ (a cominciare dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti), non cambia facilmente la propria rotta, anche se è una rotta di collisione con gli interessi della collettività. Così, per salvaguardare questa supremazia si corrompono e ricattano ricercatori e riviste, si nascondono per anni o decenni i dati scomodi, si prosegue con l’avvelenamento farmacologico di massa, e nel contempo si inebetisce l’opinione pubblica con una martellante propaganda sui benefici della ricerca biomedica, la quale è invece direttamente coinvolta in quell’avvelenamento. Con tutto ciò, non si deve credere che l’industria farmaceutica sia onnipotente. Nessun potere è onnipotente se i cittadini si mobilitano contro di esso in nome dei propri interessi vitali. Ma a tale scopo occorre che siano consapevoli di chi sia il nemico e di come combatterlo.

Imperatrice nuda dà un fondamentale contributo in tal senso. La sperimentazione animale a scopo medico – la vivisezione – ha portato fuori strada la medicina in innumerevoli occasioni, con danni difficili da sopravvalutare. Se è ancor oggi un elemento centrale nella valutazione di efficacia e tossicità dei farmaci e di altre sostanze chimiche, lo si deve alla sua estrema ‘flessibilità’, intesa come la capacità di ottenere i risultati più favorevoli ‘su ordinazione’, e di permettere allo stesso tempo un alleggerimento delle responsabilità dell’industria nei casi, fin troppo frequenti, di danni sulle persone (“Dai risultati ottenuti mediante i test sugli animali non era possibile prevedere l’effetto tossico…”).

Per rendersi conto dell’entità del problema, basterà riflettere sulla circostanza che la “reazione avversa da farmaco” (cioè l’avvelenamento dovuto a un farmaco correttamente prescritto) è negli Stati Uniti la quarta causa di morte. E se questa posizione elevata nell’infelice graduatoria sorprende, basterà citare un caso recente, quello di un antiartritico della Merck, il Vioxx, commercializzato a partire dal 1999 e ritirato solo poche settimane fa. Esso, da solo, ha provocato morti per un numero stimato attorno a 28.000 (ventottomila) per intenderci, dieci volte il numero delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 alle “Torri Gemelle” di New York. Una guerra al ‘terrorismo farmaceutico’ sarebbe tanto giusta e, anzi, necessaria, quanto sono state illegittime e controproducenti quelle scatenate contro Afghanistan e Iraq. Ma si può star certi che nessun presidente degli Stati Uniti la dichiarerà mai. Sono le stesse case farmaceutiche, in primo luogo, ad avergli permesso di occupare il suo posto.

Gli sfruttatori fondano la loro permanenza sulla capacità di controllare, con lusinghe, inganni e intimidazioni, il comportamento delle masse degli sfruttati. Questi potrebbero rovesciarli in qualsiasi momento, data l’evidente disparità numerica, ma ciò non avviene, perché gli sfruttati – il che nel caso della medicina vivisezionista significa tutti noi – non si rendono conto né della propria forza (se si organizzassero), né di chi li sfrutta e come. Il libro di Ruesch è un formidabile strumento per una presa di coscienza del problema nei suoi vari aspetti (scientifico, storico ed etico), e fornisce anche preziose indicazioni politiche.

Scarica gratuitamente Imperatrice nuda. La scienza medica attuale sotto accusa qui.

 

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Basta sperimentazione animale! “Chiudere Green Hill… altrimenti ci arrabbiamo”

 

“Chiudere Green Hill… altrimenti ci arrabbiamo” questo è quanto scritto sullo striscione degli attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill che hanno deciso di mettere in atto l’ennesima azione eclatante per la chiusura dell’allevamento di Montichiari (BS) che vende cani beagle destinati alla vivisezione. Gli attivisti, che si sono legati con lucchetti e tubi di ferro agli uffici dell’azienda, vogliono attirare l’attenzione in questa settimana in cui a Roma si decideranmno le sorti degli emendamenti alla Direttiva Europea sulla sperimentazione animale, votata a Bruxelles nel settembre 2010.

L’azione fa parte della “Operazione altrimenti ci arrabbiamo”, lanciata sul web e diffusa in tutta Italia con striscioni di protesta nelle piazze e pressioni sui Senatori a cui tocca adesso decidere delle sorti di Green Hill. L’Operazione sbarcherà inoltre a Roma martedì 27 marzo con una protesta davanti al Senato, organizzata in collaborazione con il Comitato Montichiari Contro Green Hill, che presenterà le decine di migliaia di firme raccolte negli ultimi mesi per la chiusura dell’allevamento-lager di Montichiari.

Tutte le associazioni animaliste e antivivisezioniste hanno criticato fortemente la Direttiva Europea sulla sperimentazione animale e sperato in un recepimento restrittivo, ma i ricercatori e la cosiddetta lobby della vivisezione hanno fatto in modo che degli emendamenti positivi molti fossero cancellati in silenzio, senza che ne parlassero i media e nessuno lo sapesse. Tra questi è a rischio anche quello che vieterebbe l’allevamento di cani, gatti e primati per la vivisezione, il cosiddetto “emendamento anti-Green Hill”.

Per questo motivo il Coordinamento Fermare Green Hill ha lanciato una forte campagna di pressione sul Senato della Repubblica chiamata “Operazione altrimenti ci arrabbiamo”, con la richiesta di partecipare direttamente alle migliaia di sostenitori della campagna e le decine di migliaia di persone che hanno firmato petizioni per la chiusura di questo allevamento.

Le caselle e-mail, i telefoni e i fax del Senato sono tempestati di proteste in una campagna pubblica senza precedenti. “I legislatori si trovano in questo momento a dover decidere le sorti degli animali nei laboratori e del futuro della sperimentazione animale” dicono dal Coordinamento “Vista la crescente e ampia sensibilità pubblica sull’argomento crediamo che non possano farlo di nascosto e che debbano tenere conto della volontà delle persone, non solo di quella delle aziende chimico-farmaceutiche o degli allevatori come Green Hill e Harlan” “Quello che vogliamo è l’abolizione totale della sperimentazione sugli animali. Chiudere gli allevamenti è un primo passo in questa direzione” affermano gli attivisti coinvolti in questa azione eclatante. Che potrebbe anche non essere l’ultima.

 

(Fonte Affaritaliani)

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