Video delle Nazioni Unite per lo Sviluppo “Il Futuro che Vogliamo” in occasione della Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile Rio+20 che si terrà in Brasile dal 20 al 22 giugno 2012.
Negli ultimi decenni l’umanità è stata testimone di una crescita e di una prosperità senza precedenti. Dal 1970, le dimensioni dell’economia mondiale sono triplicate e la popolazione è aumentata di oltre 3 miliardi di abitanti. Tale crescita, tuttavia, è stata accompagnata da inquinamento ambientale e sfruttamento delle risorse naturali. L’attuale modello di crescita e la gestione inadequata delle risorse naturali potrebbero in definitiva compromettere lo sviluppo dell’umanità.
Le Prospettive ambientali dell’OCSE all’orizzonte del 2050 formulano il seguente quesito : “Quale sarà lo scenario dei prossimi quarant’anni?” Lo studio, basato sui modelli elaborati congiuntamente dall’OCSE e dall’Agenzia di Valutazione Ambientale dei Paesi Bassi, esamina lo scenario fino al 2050 per identificare i potenziali impatti ambientali delle tendenze demografiche ed economiche in assenza di politiche “verdi” più ambiziose. Il rapporto esamina ugualmente le politiche che potrebbero cambiare in meglio tale scenario. L’analisi si concentra su quattro settori: i cambiamenti climatici, la biodiversità, le risorse idriche e gli impatti dell’inquinamento sulla salute. Queste sono le stesse quattro sfide ambientali fondamentali già contrassegnate con il “Segnale Rosso” nelle precedenti Prospettive ambientali dell’OCSE all’orizzonte del 2030 (OECD, 2008), ad indicare problemi che esigono un’attenzione urgente.
Nel corso degli ultimi decenni, l’attività umana ha dato il via a una crescita economica senza precedenti con l’obiettivo di raggiungere un più elevato tenore di vita. Tuttavia, l’ampiezza stessa della crescita economica e demografica ha travolto i progressi compiuti per contenere il degrado ambientale. Il sostentamento di 2 miliardi di abitanti in più entro il 2050 sarà una sfida per la nostra capacità di gestire e ripristinare le risorse naturali da cui dipende la nostra vita. Lo studio dell’OCSE giunge alla conclusione che è necessario agire ora in modo urgente e olistico al fine di evitare notevoli costi e conseguenze dell’inazione tanto in termini economici quanto umani.
Entro il 2050, la popolazione del pianeta dovrebbe crescere da 7 miliardi fino a superare oltre 9 miliardi di abitanti e l’economia mondiale dovrebbe quasi quadruplicare con una domanda crescente di energia e di risorse naturali. I tassi medi di crescita del PIL potrebbero rallentare in Cina e in India, mentre tra il 2030 e il 2050 l’Africa potrebbe registrare i tassi di crescita più alti a livello mondiale. Nel 2050, un quarto della popolazione dei Paesi OCSE dovrebbe superare i 65 anni rispetto all’attuale 15%. La Cina e l’India potrebbero entrambe registrare un tasso d’invecchiamento demografico significativo, mentre si prevede che le popolazioni più giovani in altre regioni del mondo, soprattutto in Africa, potrebbero crescere rapidamente. Tali cambiamenti demografici, accompagnati da tenori di vita più alti, implicano stili di vita e modelli di consumo che si evolvono e che avranno un impatto sull’ambiente. Si prevede che quasi il 70% della popolazione mondiale sarà composta da residenti urbani entro il 2050, contribuendo così ad accentuare sfide come l’inquinamento atmosferico, la congestione dei trasporti e la gestione dei rifiuti. Continue Reading