La legalizzazione è l’ultima spiaggia per impedire i profitti derivanti dal monopolio sul commercio delle droghe illegali garantito alla criminalità organizzata dalle leggi proibizioniste, le narcomafie con il riciclaggio hanno infiltrato l’economia legale (al Nord come al Sud e al Centro) e si stanno letteralmente comprando le nostre città.
Il 32% degli italiani ha fumato cannabis almeno una volta nella vita. In Italia il mercato illegale delle droghe proibite garantisce alle mafie un giro d’affari annuo stimato in almeno 24 miliardi di euro, coinvolgendo 250/400 mila piccoli spacciatori, 3 milioni di consumatori abituali, con oltre 800 mila persone coinvolte in procedimenti amministrativi per possesso di droga e 28 mila detenuti per violazione della legge sugli stupefacenti (fonte: Commissione di studio sul mercato illegale delle droghe). Il Comune di Milano il 1° agosto scorso ha pubblicato una relazione di 111 pagine sui traffici e gli interessi della rete criminale che agisce in città. Nel periodo considerato che va da gennaio 2011 a luglio 2012, si contano 39 incendi, 13 intimidazioni con bombe artigianali o armi da fuoco e un omicidio. Anzi tre. Tutto in solo venti mesi. Meno di due anni.
Un bilancio pesante, ma per il prefetto di Milano tutto è sotto controllo e non c’è alcun allarme. Quante ancora dovranno essere le vittime di questa infame guerra per arrivare alla legalizzazione e alla riduzione del danno, chiedevano nella loro dichiarazione il senatore radicale Marco Perduca e Leonardo Monaco di Radicali Italiani.
E proprio i Radicali, si stanno battendo ed hanno proposto, una petizione online “contro le mafie della droga proibita: legalizzazione, autocoltivazione e riduzione del danno”. Decenni di politiche proibizioniste hanno totalmente fallito. La legalizzazione di produzione, commercio e vendita delle droghe rappresenta l’unica e necessaria alternativa. Inoltre, questa petizione, chiede alla Camera dei Deputati di discutere ed approvare la Proposta di Legge n. 2641 (Bernardini e altri) per la depenalizzazione della coltivazione domestica di piante dalle quali possono essere estratte sostanze stupefacenti o psicotrope. Legalizzare la droga non significa renderla libera. Legalizzare la produzione delle piante, consentendo un guadagno non alla criminalità organizzata ma a chi legalmente produce e vende, registrandosi, pagando le tasse, includendo così in un sistema lavorativo legale i propri dipendenti, è una proposta sensata e condivisibile. Ci vuole tanto? Perchè non non viene presa in considerazione questa ipotesi? Perchè?
Il Governo italiano dovrebbe promuovere politiche di riduzione del danno in analogia a quanto avviene in Europa, reintroducendone il concetto anche nei documenti ufficiali da cui era stato espulso persino il termine, e di favorire le misure alternative alla pena (collocamento in comunità o agli arresti domiciliari) per i detenuti tossicodipendenti in modo che possano scontare la pena usufruendo di misure alternative, assicurando una migliore assistenza socio-sanitaria oltre a un notevole risparmio economico per lo Stato.
Mondoallarovescia.com appoggia l’iniziativa dei Radicali nella convinzione che attraverso queste politiche si possa contrastare la criminalità organizzata e nel contempo combattere realmente il mondo della droga e gli interessi economici delle Mafie.
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