
Le pensioni negli ultimi 15 anni hanno perso il 33% del potere d’acquisto, il loro valore è sceso in media del 5,1%. Così in molti, soprattutto dai 55 anni in su, decidono di cercare altrove uno scampolo di paradiso dove vivere molto meglio con 1.000 euro al mese. E non necessariamente a migliaia di chilometri. Tunisia e Bulgaria sono in testa, ma anche Spagna e Isole Canarie hanno un costo della vita contenuto e privilegi fiscali. La rivista Usa International living da 30 anni sforna consigli agli americani che vogliono espatriare. L’ultima classifica sulle migliori destinazioni dopo la pensione elenca Panama, Ecuador, Costa Rica, Belize, Malesia, Messico. Paesi che, come il Guatemala, hanno programmi per attrarre stranieri maturi.
Nella Rep. Domenicana i titolari di pensione o rendita non inferiore a 1.500 dollari al mese (1.080 euro) possono ottenere il permesso di residenza in 45 giorni. Lo status da diritto ad alcune agevolazioni, tra le quali l’esenzione del 50% delle tasse sulle proprietà immobiliari. Con 21 euro si mangia in due al ristorante e con 300 euro si prende in affitto un piccolo appartamento in centro città.
A Panama per diventare “pensionado” bastano una pensione di 700 euro e un età minima (55 anni per le donne, 60 per gli uomini) per ottenere uno sconto automatico del 50% su cinema ed eventi culturali e sportivi, il 30% sui trasporti, esenzione per l’importazione di beni di lusso. Con 5 euro si mangia al ristorante e lo stipendio medio mensile è di 626 euro.
In Costa Rica con la stessa cifra si gode di un regime fiscale ultra agevolato. E la tassa sugli immobili è allo 0,25%. Il Costa Rica è uno dei paesi più cari dell’area, ma con una pensione media (da 1.500 a 2 mila euro lordi al mese) e qualche risparmio si può vivere molto bene. Qui sanità, trasporti, scuole e ospedali sono di ottimo livello. E la criminalità è bassa, anche nei grandi centri.
Nelle Filippine un programma per pensionati prevede la possibilità di chiedere un visto speciale. Per ottenerlo bisogna depositare in banca almeno 10 mila dollari (7.205 euro) e una pensione mensile di 800 dollari (576 euro) che sale a 1.000 se in coppia, e certificare il proprio stato di salute. La procedura costa poco più di mille euro e da diritto all’esenzione fiscale sull’import di beni personali. Il reddito pro capite è di 3.157 euro annui.
La Tunisia, che è a meno di 2 ore di volo dall’Italia, permette anche di accrescere il valore della pensione: si paga un’aliquota dal 15 al 35%, ma solo sul 20% del reddito; l’altro 80 è esente. La vita costa molto poco, con 3 euro si mangia al ristorante e con 350 euro si affitta un appartamento con tre camere in città.
In Bulgaria addirittura i pensionati non pagano proprio le tasse, trasferendo la residenza si guadagna di colpo almeno il 30%. Il ticket per una visita medica in Bulgaria costa 1,5 euro, il consulto di uno specialista sui 15, una colf fissa 150 euro al mese, e l’assicurazione per qualsiasi tipo di auto costa solo 80 euro all’anno. Chi progetta la fuga in Bulgaria spesso trova anche una compagna del posto, attraverso agenzie per pensionati soli nate su internet.
Da non scartare anche le Canarie. Affitti bassi e vita meno cara del 40%. In Spagna, fino ai 22 mila euro all’anno, non si pagano tasse; oltre quella cifra si arriva al massimo al 15%. I più avventurosi possono trasferirsi nel Madagascar, al largo del Mozambico. Popolo tranquillo ma la corruzione è alta. Con soli 120 euro al mese si ha una casa con wi-fi e una colf tutti i giorni per 40 euro al mese. Un chilo di pollo costa 2,5 euro e il pesce meno di 1.
Alcuni consigli per “scappare” con la pensione ed essere tranquilli. Ecco le regole di Alessandro Castagna, fondatore del sito Voglioviverecosi.
- Fare un bilancio: È fondamentale partire dal budget mensile e, in base a quello, decidere la destinazione finale. Ci sono paesi dove si vive bene con 800 euro al mese, altri nei quali serve un reddito più alto.
- Parlarne in famiglia: Se si è in due, è bene discutere apertamente dei propri desideri e delle aspettative. Se uno dei partner è obbligato a scendere a compromessi troppo pesanti, forse è il caso di cambiare meta.
- Verificare sul luogo: Trascorrere un po’ di tempo nel luogo prescelto (o in più luoghi), così da farsi un’idea precisa della qualità e del costo della vita o del livello dei servizi. Il sentito dire e le foto dei cataloghi turistici non bastano. Mai.
- Cambiare paese a 60 anni può non essere facile, quindi perché non procedere lentamente? Si può mantenere la residenza abituale e poi risiedere per periodi medio-lunghi all’estero. Il cambiamento risulterà più graduale e naturale.
- Informarsi con attenzione sulle formalità burocratiche: I paesi extra Ue richiedono quasi sempre un visto e, in certi casi, il visto per i pensionati prevede vie alternative. Alcuni paesi dispongono anche di programmi ad hoc per i pensionati con interessanti agevolazioni.
- Calcolare le tasse: Prima di partire è bene prendere informazioni accurate sul regime fiscale del paese. C’è il rischio che la pensione venga tassata due volte? Mi conviene pagare le tasse in Italia o prendere la residenza nel paese prescelto e quindi pagarle lì?
- Attivare la copertura sanitaria: Pubblica o privata non importa, meglio essere preparati prima di partire. Posso fidarmi della locale sanità pubblica? In quali casi paga la Asl italiana? Ed è meglio sottoscrivere una polizza sanitaria privata?
- Imparare la lingua: Non ci si potrà mai integrare veramente senza conoscere almeno un po’ la lingua del paese in cui si va a vivere…
Dopo tutte queste premesse se avete deciso e siete decisi, fatelo! Semplicemente, fatelo! Non lasciare che le paure prendano il sopravvento; se davvero ve la sentite, fate le valigie e andate. C’è sempre tempo per prendere un aereo e tornare. Oppure per volare verso un’altra destinazione.
Io anche senza pensione preparo le valige, non so voi…..