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Panama Papers, la maxi-inchiesta che fa tremare i potenti del mondo

L’inchiesta Panama Papers, pubblicata ieri dalla Süddeutsche Zeitung in collaborazione con l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), è destinata a segnare un punto di svolta per il giornalismo contemporaneo. Per via del suo impatto e la portata dei suoi contenuti, è inevitabile che questo scoop, come già quelli di WikiLeaks di sei anni fa e lo scandalo NSA del 2013, rimarrà nell’immaginario collettivo dell’informazione, diventando uno studio di caso irrinunciabile per capire in che direzione sta andando il giornalismo investigativo in questa fase storica.

Questo avverrà anche al di là dei contenuti stessi dell’inchiesta, su cui ha lavorato un team di oltre 400 giornalisti in tutto il mondo, ma anche per via delle modalità in cui i Panama Papers sono arrivati in superficie. Di sicuro questo nuovo progetto è in continuità con il modello collaborativo-crossborder che negli ultimi anni ha consentito la realizzazione di iniziative importanti come Swiss LeaksLuxembourg Leaks e già, prima, il lavoro nato da WikiLeaks e proseguito con le testate di mezzo mondo attorno ai file del Cablegate forniti da Chelsea Manning. Eppure, i Panama Papers sembrano spingere l’asticella ancora più in alto. Ecco come: Continue Reading

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