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Sono 192 i bambini uccisi a Gaza in 18 giorni di guerra

Gaza-scuola bombardata


Con l’attacco alla scuola elementare di Beit Hanoun, la terza ad essere colpita in una settimana, nella Striscia di Gaza, salgono a 192 i bambini uccisi a Gaza nei primi 18 giorni di conflitto. Questi palestinesi, molti dei quali donne e bambini, si erano rifugiati nella scuola credendo che potesse essere un luogo di protezione, un luogo dove stare al sicuro dopo che avevano dovuto abbandonare le loro case a causa degli scontri. Questa supposizione era basata sul vincolo, sancito dal diritto internazionale, dell’impegno della comunità internazionale e dell’obbligo delle parti in conflitto di rispettare l’inviolabilità delle strutture delle Nazioni Unite; e sui tanti anni durante i quali l’UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione) ha sempre rappresentato un sinonimo di protezione per questi rifugiati. È la quarta volta negli ultimi quattro giorni che una scuola dell’UNRWA viene colpita.

“Questi bambini” ha dichiarato il Commissario Generale di UNRWA Pierre Krähenbühl, “sono stati uccisi durante il sonno: un affronto per tutti noi, una vergogna di proporzioni universali. La prima ricognizione prova che sia stata l’artiglieria israeliana a colpire la nostra scuola, dove 3.300 persone avevano trovato rifugio. Crediamo che l’area sia stata colpita almeno tre volte. Tutte queste persone avevano seguito l’avviso delle forze armate israeliane di lasciare le proprie case. Le coordinate precise della Scuola Elementare per Bambine di Jabalia, insieme al fatto che stesse ospitando migliaia di sfollati, erano stati comunicati alle forze armate israeliane in 17 diverse occasioni, proprio per assicurarne la protezione. Siamo oramai oltre il regno del puro intervento umanitario, siamo entrati nel regno delle responsabilità”.

La tragica situazione dei bambini di Gaza, nel racconto di Anne, una giovane cooperante americana: “I bambini nei loro racconti, spesso fanno riferimento alla guerra. Dopo che abbiamo fatto il gioco delle sagome, abbiamo notato che i bambini riconoscono i loro occhi e le loro orecchie come punti di debolezza nel loro corpo, spiegando che con gli occhi vedono le distruzioni e con le orecchie sentono il bombardamento. Invece per quanto riguarda i punti di forza, i bambini rispondono, le gambe perché ci aiutano a fuggire e le mani perché ci aiutano a nascondere la faccia. Non conoscono pace, i bambini di Gaza.

Il numero dei morti e il livello di distruzione crescono di ora in ora. L’UNICEF chiede alle parti in conflitto di rispettare l’inviolabilità delle vite dei bambini e delle scuole.

“Nessun bambino palestinese e israeliano dovrebbe soffrire l’impatto terrificante delle violenze delle ultime settimane. Con l’aggravarsi della crisi a Gaza la situazione è sempre più drammatica e disperata: 192 bambini e adolescenti sono morti (il 33% di tutti i civili uccisi) nella Striscia e molti altri sono rimasti feriti. Più di 100.000 persone (il 50% bambini) si sono rifugiate in 62 scuole dell’UNRWA e in 12 scuole pubbliche. Oltre 72.000 bambini hanno bisogno di sostegno psicologico. 85 scuole sono state danneggiate. 1,2 milioni di persone non hanno accesso sicuro all’acqua potabile”, ha detto il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera. “L’UNICEF sta fornendo medicine salvavita, kit di pronto soccorso e acqua, supporta squadre di emergenza per il sostegno psicosociale dei bambini vittime della crisi e sta potenziando gli aiuti per la riparazione della rete idrica e fognaria. “I bambini di Gaza hanno bisogno di tutto. Per questo lanciamo un appello di raccolta fondi per fare fronte ai bisogni umanitari stimati in 14,2 milioni di dollari”, ha concluso il Presidente Guerrera.

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