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Panama Papers, la maxi-inchiesta che fa tremare i potenti del mondo

L’inchiesta Panama Papers, pubblicata ieri dalla Süddeutsche Zeitung in collaborazione con l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), è destinata a segnare un punto di svolta per il giornalismo contemporaneo. Per via del suo impatto e la portata dei suoi contenuti, è inevitabile che questo scoop, come già quelli di WikiLeaks di sei anni fa e lo scandalo NSA del 2013, rimarrà nell’immaginario collettivo dell’informazione, diventando uno studio di caso irrinunciabile per capire in che direzione sta andando il giornalismo investigativo in questa fase storica.

Questo avverrà anche al di là dei contenuti stessi dell’inchiesta, su cui ha lavorato un team di oltre 400 giornalisti in tutto il mondo, ma anche per via delle modalità in cui i Panama Papers sono arrivati in superficie. Di sicuro questo nuovo progetto è in continuità con il modello collaborativo-crossborder che negli ultimi anni ha consentito la realizzazione di iniziative importanti come Swiss LeaksLuxembourg Leaks e già, prima, il lavoro nato da WikiLeaks e proseguito con le testate di mezzo mondo attorno ai file del Cablegate forniti da Chelsea Manning. Eppure, i Panama Papers sembrano spingere l’asticella ancora più in alto. Ecco come: Continue Reading

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La mappa delle slot machine in Italia

Dove sono le slot machine in Italia: tutti gli oltre 113mila esercizi con "macchinette" sul suolo italiano. In testa le grandi città e le zone turistiche sulle coste. Fonte Wired Italia

Dove sono le slot machine in Italia: tutti gli oltre 113mila esercizi con “macchinette” sul suolo italiano. In testa le grandi città e le zone turistiche sulle coste. Fonte Wired Italia

La macchinetta fa il giocatore. Là dove ci sono più slot machine si gioca (e si perdedi più, con il risultato che i proventi che rimpinguano le casse dell’erario nazionale diventano un costoeconomico sociale, a livello locale. Le cifre disaggregate sono eloquenti: ogni abruzzese, per esempio, spende la metà di uno stipendio medio nel gioco ogni anno ( 776 euro), il 5% del reddito procapite regionale. E l’Abruzzo è una delle regioni a più alto tasso di concentrazione di esercizi con slot machine. È quanto emerge dall’inchiesta di data journalism targata Wired Italia (qui tutti i dettagli su come è stata condotta) che, per la prima volta, ricostruisce in modo capillare, sulla base dei dati ufficiali, la distribuzione in regioni, province e comuni dei luoghi che ospitano le macchinette e il loro impatto su lreddito e la salute dei residenti. L’inchiesta che state leggendo, arricchita di infografiche e altre tabelle, la trovate anche in edicola nel numero del magazine che esce il 3 luglio. 

Le correlazioni che abbiamo trovato tra concentrazione di mini-casinò (cioè i luoghi dedicati esclusivamente all’azzardo, non i bar con i videopoker per capirsi) e gioco sono un’evidenza a sostegno di chi si preoccupa dell’ invasione di questi apparecchi nei comuni italiani. Numeri che dovrebbero spingere a una riflessione sui costi sociali, soprattutto in termini di impoverimento dipendenza dei giovani, dei ricavi generati dalle slot.

Genova, per esempio, la battaglia dello scomparso Don Gallo aveva spinto il comune a varare, lo scorso marzo, un regolamento contro la proliferazione delle slot machine stabilendo distanze minimeda scuole, parchi e altri luoghi sensibili. Stessa cosa, l’anno prima, aveva fatto l’amministrazione comunale di Trento e provvedimenti analoghi sono stati approvati in altre città. L’obiettivo è sempre il medesimo: contrastare la diffusione di questi apparecchi da intrattenimento che incassano più della metà dei soldi riversati dagli italiani nel gioco d’azzardo legalizzato48,7 miliardi di euro su 87 nel 2012, secondo l’ Agenzia delle dogane e dei monopoli (Aams). Le giocate degli italiani sono aumentate di quasi dieci volte dal 2004 a oggi. La reazione di Genova Trento non è un caso, perché i due capoluoghi non sono città come le altre. I dati raccolti da Wired mostrano che i due centri guidano, rispettivamente, la classifica delle città grandi (più di 200mila abitanti) e medie (almeno 100mila) per quanto riguarda la concentrazione dei cosiddetti mini-casinò, in burocratese ” esercizi dedicati”, che solitamente hanno le vetrate oscurate e il cui business ruota esclusivamente intorno alle decine di slot che ospitano.

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mini-casinò sono appena 2.409 delle 113.877 attività che ospitano le slot machine, ma il loro impatto sul territorio è ben più alto di quanto il loro numero possa far pensare, come emerge collegando la loro distribuzione a livello locale con i dati sul reddito. Le statistiche su quanto viene giocato nelle regioni (l’Aams, malgrado le richieste, non rilascia cifre di spesa a livello provinciale e comunale) sono chiare: non solo si tende a sborsare di più in assoluto, ma anche in proporzione alla disponibilità degli abitanti. Un esempio? Il Molise presenta il più alto tasso di mini-casinò per popolazione (7,3 ogni 100mila abitanti). Allo stesso tempo la cifra procapite giocata dai molisani alle slot ogni anno (750 euro nei primi 10 mesi del 2012, secondo i dati Aams) rappresenta il 4,93% del loro reddito procapite (dati Istat 2011). Si tratta della seconda percentuale più alta tra le regioni (il primato, come detto, spetta all’Abruzzo).

Spese-mini-casinò

 

All’estremo opposto la Sicilia: penultima per concentrazione di mini-casinò e ultima per euro giocati in macchinette in proporzione al reddito. Se la tendenza fosse confermata a livello provinciale e comunale, a Genova e a Trento dovrebbero preoccuparsi ancora di più. Ma anche dalle parti di Massa Carrara ci sarebbe poco da stare allegri: la città toscana è prima tra le province per mini-casinò ogni 100mila abitanti.

Ma non si tratta solo di soldi. L’incrocio tra la concentrazione territoriale degli esercizi e le statistiche sanitarie mostra che la diffusione delle macchinette va a braccetto con il rischio di patologie legate all’ azzardo e di dipendenze, in particolare tra i giovani. In questo caso il veicolo non sono più i mini-casinò ma le sale giochi, spazi nati per i videogame ma che spesso ospitano anche slot machine. Questa correlazione è confermata dall’incrocio tra i nostri dati e quelli di European School Project on Alcohol and Other Drugs, la più accurata indagine sulle dipendenze giovanili. Su questo fronte il caso della Calabria è emblematico. La regione detiene il record per questi locali (quasi 30 ogni 100mila persone) e registra la più alta incidenza di giovani giocatori problematici o a rischio(4,7%). Al polo opposto la Liguria: 6,8 sale giochi con slot machine ogni 100mila persone e solo 2,5% di giovani in difficoltà. “ La correlazione è significativa”, osserva Sabrina Molinaro del Cnr di Pisa, che ha avuto accesso alle nostre analisi. “ A colpire è la dimensione del fenomeno nel Mezzogiorno”.

Studenti-con-problemi-legati-al-gioco-d'azzardo

 

Insomma, i numeri parlano e anche piuttosto chiaro. Ma anche i soldi hanno i loro argomenti. Dice la Corte dei Conti che l’erario, nel 2012, ha incassato più di 4,5 miliardi di euro dalle slot machine. Soprattutto in tempo di crisi pare difficile che lo stato rinunci a ricavi di queste dimensioni anche se l’impatto degli apparecchi sulla salute dei giovani, dicono i nostri dati, è quantomeno sospetto e meriterebbe di essere approfondito. “ Sono palanche!”, avrebbe detto Don Gallo. Ma per lui, lo sappiamo, non sarebbe bastato.

(Fonte wired)

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