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Casaleggio Associati peggio di Mediaset

Casaleggio

“E’ arrivato il momento che Casaleggio e Associati non siano più la testa di un movimento politico ma una società di affari distinta dalla cosa pubblica. Il rischio di una nuova Mediaset che pilota Forza Italia per Casaleggio ora e’ una realtà, i suoi utili naturalmente lievitano e la sua buona fede deve prevalere sulla possibilità di aumentare il patrimonio societario come sta effettivamente avvenendo.

Il controllo di un grande gruppo politico e sociale e’ sempre un pericolo per la democrazia, in particolar modo per la democrazia così definita diretta, cioè quella amministrata direttamente dai cittadini. Il sistema di votazioni dirette orchestrato dal Blog di Grillo oggi non garantisce trasparenza ne’ certezza di scelta, il voto finisce in una piattaforma dove i controlli sono impossibili e soltanto un manipolo di persone dipendenti di Casaleggio amministrano i numeri e quindi i metodi di scelta dei candidati. Perché, e soprattutto come vince un cittadino piuttosto che un altro? Chi viene votato nella piattaforma telematica del Movimento come può controllare le sue preferenze? Troppe contraddizioni e influenze possono rendere nullo il metodo 5 stelle della votazione on line.

Solo un esempio per un post nel forum del movimento, se la Casaleggio decide di farlo diventare virale lo porta in alto nel blog in evidenza e lo lascia li per settimane. Bene quella proposta diventerà la più votata in pochissimo tempo. Le altre spariscono dalla pagina dopo 10 minuti, sovrascritte dalla nuove in arrivo.  Questi sono solo piccoli stratagemmi della lunga serie di influenze telematiche che si possono applicare ai sistemi di controllo on line centralizzati che il genio di Casaleggio conosce molto bene. Ecco perché il blog di Beppe grillo è facilmente manovrabile basta conoscere la morfologia del linguaggio web e il messaggio si trasporterà da solo moltiplicandosi all’infinito come deciso dal manovratore. Questo spiega perché sono banditi dal movimento i mezzi di informazione tradizionali, Tv, Radio, Giornali.  Questo odio viscerale nei confronti della televisione e della radio ma soprattutto dei giornali mi ha sempre insospettito.

I media tradizionali vengono rivoltati come un calzino e infatti fanno un altro lavoro per  Casaleggio,  amplificano il messaggio virale da lui prescelto per farlo diventare la linea politica del giorno. Il blog così diffonde senza fatica il suo pensiero, cioè quello di Casaleggio. Mi dicono che Beppe Grillo non partecipa affatto a questo processo di scrittura e diffusione. Capirete bene perché la televisione, la radio e i giornali sono banditi da questo sistema, riconosciuti come pericolosi e da non frequentare. La violenza che Casaleggio e Grillo hanno avuto contro la tv è una prova lampante di questo sistema, andare in televisione significa by passare il controllo centrale del blog che diffonde le informazioni secondo un preciso schema aziendale.

In sostanza Casaleggio è andato molto più avanti di Berlusconi nel controllo dell’informazione tout-court, e’ il capostipite del controllo totale web, quello che sostituirà tutti i mezzi conosciuti molto presto, una sorta di grande fratello online dove tutti credono di essere liberi seguendo un preciso schema. Mi fa riflettere il fatto che la semplicità di questo ragionamento non sia stata esposta da nessuno finora, evidente che la partita in gioco e’ altissima e nessuno vuole fare l’arbitro”. Leonardo Metalli

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Casaleggio, oltre 2 milioni di euro di ragioni per stare in politica

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Guardatevi il bilancio della Casaleggio Associati depositato alla Camera di commercio. È tutto spiegato lì” dichiarava Beppe Grillo. E noi ce lo siamo andati a vedere.

Dal bilancio 2013 della società di Gianroberto Casaleggio, il guru di Beppe Grillo, si capisce chiaramente che la vittoria politica del Movimento 5 Stelle ha fatto duplicare il fatturato, passato in un solo anno da 1,3 a oltre 2 milioni di euro. Questi risultati sono frutto sia del boom elettorale ma anche grazie alla pubblicità venduta sui portali di TzèTzè e Lafucina che hanno beneficiato del traino del blog di Grillo. Il 53% dei visitatori di LaFucina arriva dai due cugini (e un altro 24% da Facebok), mentre per TzeTze la quota è il 35% (con un altro 37% dal social network).

Si stima che il sito del leader del M5S raccolga circa 500 mila accessi al giorno, verificabile tramite il sito MuStat, strumento che analizza il numero dei visitatori dei vari siti presenti su internet.

L’assemblea della Casaleggio Associati ha distribuito un dividendo di 255 mila euro, ai quattro azionisti della società:

  • Gianroberto Casaleggio detiene il 30% della società di consulenza
  • Il figlio Davide anche lui ha il 30%
  • Luca Eleuteri e Mario Bucchich hanno ciascuno il 20%.

Nello stato patrimoniale figurano crediti per 530 mila euro, liquidità per 120 mila euro e debiti per 376 mila euro.

Beh dai Casaleggio non ci lamentiamo. “Senza pubblicità l’informazione online chiude“, dice con ragione Casaleggio. Ma senza il traino politico di Grillo e del M5S questi risultati non sarebbero stati possibili.

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Complessa trasparenza

Spese-quadrimestrali-del-M5S---dal-19.03.2013-al-18.07.2013

Spese quadrimestrali del M5S dal 19.03.2013 al 18.07.2013

Il regolamento del Senato obbliga a pubblicare, insieme all’organigramma, ogni 4 mesi su un apposito sito esterno i rendiconti quadrimestrali delle spese del gruppo. Ma siccome non esisteva ancora, e per vari problemi, un portale informativo generale del Movimento 5 Stelle dove pubblicarli,  i rendiconti del M5S tardavano ad arrivare. Finalmente il lancio del portale è avvenuto ed ora è consultabile da tutti.

Ma la diffusione del bilancio dei primi quattro mesi di attività dei gruppi parlamentari ha creato nuovi grattacapi tra gli eletti del Movimento. Troppo generiche le voci che parlano di consulenze e di locazioni. Mentre senatori e deputati, la settimana prossima, dovranno pubblicare il resoconto dettagliato delle spese sostenute con la diaria (non basta la cifra totale del bonifico per giustificare le uscite), qui si parla di contratti ed affitti senza specificare né per chi né per cosa. Spulciando le 56 voci di spesa del bilancio effettivamente non si hanno le idee molto chiare. È vero che i Cinque Stelle hanno rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamento e restituito un milione e mezzo solo nei primi tre mesi di legislatura, ma la trasparenza in toto è un altra cosa. E soprattutto essendo un pilastro del Movimento e di Grillo ci si aspettava una più dettagliata relazione. Invece il bilancio è piuttosto generico, come era gia’ avvenuto con la “Rendicontazione delle spese per lo Tsunami Tour”. Risponde ai requisiti richiesti dalla legge, è vero. Però da M5S ci si deve aspettare qualcosa di più. A chi sono destinati i tre immobili presi in affitto dal gruppo? O chi siano e cosa abbiano fatto i consulenti retribuiti (domanda: c’è anche la Casaleggio associati?). Oppure, vista la campagna sui consumi “low cost”, perché si siano spesi quasi 12 mila euro in tre mesi per la telefonia utenze mobili?.

Sicuramente i simpatizzanti del Movimento diranno beh almeno loro pubblicano i rendiconti, visto che Popolo della libertà, Scelta civica e Lega Nord ancora mancano all’appello, ok benissimo lode, ma la trasparenza è un altra cosa, o meglio il faro è stato acceso ma le stanze buie dove nascondere “qualcosina” ci sono ancora….

Movimento 5 Stelle Bilancio di cassa dal 15 Marzo - 31 Agosto 2013

Movimento 5 Stelle Bilancio di cassa della Camera dal 15 Marzo – 31 Agosto 2013

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Cosmo Casaleggio

Gianroberto-Casaleggio-Movimento-5-Stelle-Webegg-Casaleggio-Associati

Gianroberto Casaleggio, diploma di perito informatico e studi in fisica, classe 1954, è il guru del web che ha ideato il Movimento 5 Stelle insieme a Beppe Grillo. Chi è davvero l’uomo che, secondo molti, con i suoi consigli a Grillo e la sua intransigenza sta chiudendo in un angolo il M5S?

Tra i suoi colleghi in Olivetti di Ivrea i ricordi sono sfumati: “Probabilmente perchè in azienda non ha lasciato il segno” ipotizza Renzo Galletto, oggi sindaco di Montalto Dora (Torino), paese dove Casaleggio ha vissuto per molti anni. Il suo tutor degli esordi, Luciano Lussu, è più generoso: “Nei primi anni 80 era un consulente molto bravo, anche se non il migliore: lavorava per la Logica general system di Milano e si occupava di software”. Da allora quel collaboratore ha fatto molta strada: dalla fine degli anni 90 sino al 2003 ha guidato la Webegg, azienda di consulenza internettiana controllata dalla Olivetti e poi passata alla Telecom. A quei tempi, dicono i suoi detrattori, il manager Casaleggio sarebbe stato un bersaglio perfetto per gli sberleffi di Grillo: investimenti fuori portata, piani di sviluppo assai originali, viaggi gratis e tornei di calcio per i dipendenti mentre il business non decollava. Tanto che a fine 2002, alla vigilia del suo addio, l’azienda registrava un passivo di oltre 15 milioni.

Il resto è storia nota: nel 2004 Gianroberto si mette in proprio con la Casaleggio associati e un anno dopo inizia l’avventura con Grillo. Senza, però, modificare mai il suo..stile di vita: è una specie di monaco guerriero del web che si circonda solo di persone con la sua stessa indefettibile fiducia nella tecnologia. Quasi una piccola setta adoratrice dei bit, con scarso interesse per il denaro, se è vero che nel 2011 i cinque amministratori della sua società si sono spartiti complessivamente appena 140 mila euro di compensi.

Di questa piccola comunità hanno sempre fatto parte le sue donne, a partire dall’ex moglie inglese Elizabeth Clare Birks, sposata a 20 anni e conosciuta all’ Olivetti di Ivrea (dove lei traduceva manuali tecnici) ai tempi gloriosi dell’ingegner Adriano: l’unico imprenditore italiano portato a modello di capitalista illuminato da Grillo durante il suo Tsunami tour, con tanto di visita e panegirico sullo sfondo di quel che resta della fabbrica. Da circa 20 anni @elizabmoon, questo il nickname su Twitter di Birks ,è tornata a vivere in Gran Bretagna, dopo avere dato a Casaleggio il primogenito Davide, classe 1976, e avere diviso con lui per un decennio un ordinario appartamento dì una palazzina costruita in mezzo ai campi. Quattro lustri di lontananza devono essere stati un ottimo balsamo se, in rete, Elizabeth è diventata una fan assai combattiva del M5s, tale e quale la ex moglie di Grillo. È un’esperta informatica e si occupa di contenuti web anche l’attuale compagna di Gianroberto, la biondissima Elena Sabina Del Monego: origini venete e natali milanesi, 47 anni, nel tempo libero dipinge e scrive favole. La coppia non stuzzica gli amanti del gossip grazie a una sobrietà al limite della frugalità. Infatti Casaleggio e signora, assieme al piccolo Francesco (il secondogenito di Gianroberto), vivono in affitto in un anonimo palazzo di proprietà di un ente religioso, 100 e rotti metri quadrati a 15 mila euro l’anno, con vicini di casa di tutte le razze, compreso un gruppo di albanesi ammassati in una piccola mansarda senza riscaldamento. Del Monego rassetta personalmente la casa: è facile notarla alla finestra mentre sbatte tappeti e scope o torna dalla spesa con le sporte. Si concede un solo piccolo lusso: la mattina accompagna il figlio in taxi a un prestigioso istituto cattolico, con retta da 500 euro al mese.

Domicilio e scuola del figlio potrebbero far pensare a un Casaleggio timorato di Dio. Eppure a Settimo Vittone, il paese vicino a Ivrea che ha eletto a buen retiro, don Angelo, il parroco, non ricorda di averlo mai visto a messa e a Panorama dice: “Non penso che sia credente”. In effetti la profezia di Casaleggio di un futuro senza religioni in cui “l’uomo è Dio” fa immaginare un approccio umanistico, sebbene qualcuno in rete individui nelle sue teorie chiari riferimenti massonici o esoterici. Insinuazioni che non sembrano convincere uno dei massimi esperti nazionali di logge, Giuliano Di Bernardo, già gran maestro del Grande Oriente d’Italia e fondatore della Gran loggia regolare: “Non mi risulta che Casaleggio sia massone” dice “la sua ideologia è sicuramente più vicina a quella degli illuminati di Baviera e all’accademia che io ho risvegliato in Italia nel 2002. Qual è la differenza? l massoni vogliono migliorare il mondo così com’è, gli illuminati puntano a ripensarlo rispetto alle future condizioni; in più gli illuminati considerano la democrazia una forma di degenerazione del potere che va superata come hanno già postulato Platone e Aristotele. Il credo contenuto nel video della Casaleggio associati va proprio in questa direzione”. Di Bernardo sottolinea il comune sentire che lo lega al guru grillino: “La visione di Casaleggio in Gaia e la mia nel libro La conoscenza umana. Dalla fisica alla sociologia alla religione sono molto simili: entrambi riteniamo che nel futuro dell’umanità scompariranno le differenziazioni ideologiche, religiose e politiche. Per me a governare sarà una comunione di illuminati, presieduta dal “tiranno illuminato”, per Casaleggio a condurre l’umanità sarà la rete, probabilmente controllata dal tiranno illuminato. Un concetto che, però, Casaleggio non ha ancora esplicitato”. Il gran maestro sembra avere le idee chiare sul movimento “Beppe Grillo si rivolge alle masse; Casaleggio, invece, con il suo messaggio parla a un’élite. Io non votavo da 15 anni, ma sono tornato a farlo e ho dato la mia preferenza al Movimento 5 stelle. E molte delle persone che conosco e che condividono la mia visione del mondo hanno fatto lo stesso. L’importante è che Casaleggio non si faccia corrompere, che non accetti il compromesso con le altre forze politiche. Il rinnovamento deve essere radicale”.

Quali sono i collegamenti internazionali di Casaleggio? “Ha certamente il sostegno di ambienti del mondo angloamericano, come mi hanno confermato alcuni referenti statunitensi. Illuminati? Persone a loro vicine” conclude Di Bernardo. Negli anni scorsi lo stesso Beppe Grillo, attraverso un monsignore ligure residente in Vaticano, è entrato in contatto con il segretario dell‘Accademia degli illuminati d’Italia, un giovane lobbista romano,: per provare a introdurre anche nello Stato pontificio le energie rinnovabili. L’ex comico ha poi messo in contatto il suo amico e il manager illuminato: nell’ufficio milanese di Casaleggio i due hanno affrontato il tema del cosiddetto nuovo paradigma o “dottrina segreta”, i cui video di presentazione si trovano su Youtube. Si tratta di una filosofia che annuncia un nuovo ordine e discetta di campi elettromagnetici e incontri ravvicinati del terzo. “In quel periodo Casaleggio era alla ricerca di contatti internazionali” riferisce a Panorama il lobbista illuminato.

Non è noto se Casaleggio creda, oltre che nella rete, pure negli ufo, anche se un suo stretto collaboratore intervistato da Panorama ha riconosciuto su un raccognitore nell’ufficio di Gianroberto uno strano simbolo, il cosiddetto compasso di Enoch. Il libro di Enoch è un testo biblico apocrifo in cui si racconta di un’umanità originata da esseri extraterrestri. Idee che possono apparire stravaganti, ma di cui Grillo sembra essere a conoscenza, tanto da elencare in una prefazione il pantheon culturale dell’amico. Dove non mancano nomi dall’indubbio peso esoterico, come il mistico armeno Georges Ivanoviè Gurdjieff o lo scrittore e gran maestro Rudyard Kipling, autore del racconto di formazione massoni  “L’uomo che volle farsi re“. Un olimpo in cui c’è spazio pure per personaggi più contemporanei. Per esempio una delle mascotte della Webegg, Max Netroom, è sin dal nome un tributo a Max Headroom, protagonista di una serie televisiva fantasy degli anni 80, icona dei cyberpunk e del movimento hacker. Il mondo di Headroom è un futuro prossimo in cui l’umanità è guidata da network televisivi perpetui e i leader vengono selezionati dallo share. Visione che anticipa quella di Gaia. Una galleria di citazioni e maestri anche molto distanti tra loro, che a prima vista potrebbero tradire un pensiero un po’ confuso.

I critici rinfacciano a Casaleggio anche rapporti troppo stretti con le lobby d’oltreoceano. Che troverebbero conferma nella recente apertura di credito ai cinquestelle da parte dell’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, e della banca d’affari a stelle e strisce Goldman Sachs. I più maliziosi hanno contestato all’ideologo grillino anche l’amicizia e i business con il giornalista di origini ebraiche Enrico Sassoon, che sarebbe imparentato con i Rothschild e persino con la corona inglese: ingredienti sufficienti per far immaginare a taluni un intrigo planetario dietro l’exploit elettorale grillino. E anche per sfuggire a “queste farneticanti teorie del complotto” che il 23 settembre scorso Sassoon ha abbandonato l’azienda, lasciandola nelle mani di Casaleggio e di suo figlio Davide, soci di maggioranza con il 57 per cento complessivo, e dei due manager Luca Eleuteri e Mario Bucchich, anche lui fuoriuscito da Webegg.

Il teorema di una regia internazionale con base a Washington è ovviamente un’esagerazione. Anche se è lo stesso Casaleggio a raccontare in un’intervista del 2005 che il sito di Grillo prendeva spunto dalla piattaforma digitale utilizzata dal politico Usa Howard Dean e che doveva far vendere i dvd del comico. In realtà alla fine è servita a portare 162 parlamentari a Roma. Ma la dottrina grillina era già presente in un’altra vecchia idea di Casaleggio, i 12 comandamenti della Webegg, dove si predicavano “assenza di competitività interna” e “trasparenza”. Armi segrete che alle elezioni comunali di Settimo Vittone del 2004, però, Casaleggio, candidato con una lista civica capitanata da un politico calabrese di Forza Italia, non deve avere utilizzato, visto il risultato assai deludente: Casaleggio prese sei voti e il suo schieramento arrivò terzo su tre contendenti. Una débacle vendicata dal risultato delle ultime elezioni, quando il M5s a Settimo Vittone ha superato il 25 per cento dei voti e si è affermato come primo partito. Eppure in paese non tutti amano quel sessantenne con la faccia da ragazzo ingrigito. E lui non fa nulla per piacere a tutti. In giro si vede raramente e di solito a bordo della sua vecchia Volvo rossa del 2000: un’auto non proprio ecologica, con una marmitta di tipo Euro 2, acquistata di seconda mano nel 2003 da un noleggiatore per 17 mila euro. La sua villetta bianca, comprata nel 1999 con terreni annessi e un piccolo bosco di castagni, è protetta da divieti di ogni tipo. Per anni il cofondatore del M5s è stato in conflitto con un vicino per l’uso di una mulattiera, tanto da ricorrere alle carte bollate, e il clima nel circondario non si è certo rasserenato quando Gianroberto ha acquistato un vecchio rudere a un’asta giudiziaria, portandolo via proprio a questo vicino caduto in difficoltà.

Nella zona è senza dubbio più benvoluto Davide Casaleggio, primogenito e socio di Gianroberto. Laureato in economia, è un aitante trentaseienne esperto di ecommerce, ma soprattutto è l’uomo che gestisce il gioiello di famiglia: il blog di Beppe Grillo. Vive con la compagna Paola Gianotti a Villa Garda, ottocentesca dimora eporediese, fortunata eredità della madre di lei. Davide e Paola sono due ipersportivi, fanno triathlon e immersioni, sono gli animatori dell’associazione Futura sub di Ivrea. Panorama ha incontrato Davide (all’anagrafe anche Federico Dante) lunedi 25 marzo in occasione della presentazione della prossima sfida di Paola, che punta a entrare nel Guinness dei primati percorrendo in bici 30 mila chilometri intorno al mondo in 145 giorni. I due hanno scalato I’Aconcagua e il Kilimangiaro e hanno costeggiato la Groenlandia in kayak.

Mentre il padre semina i paparazzi su un taxi e un’altra auto con a bordo una collaboratrice gli fa da scudo, Davide accetta il confronto con i cronisti: “Leggo articoli fantascientifici, mi sembra che i giornalisti siano davvero poco informati”. La domanda che lo indispettisce di più è quella sui guadagni del sito, collegati al numero di visitatori: “Ho visto sui giornali cifre totalmente campate per aria. Chissà perché sono convinti che guadagniamo così tanto” si interroga, anche se preferisce non fornire i numeri esatti. È adirato con il fondatore della Repubblica Eugenio Scalfari, che ha raccontato in un editoriale la Storia di un incontro surreale tra una sua fonte e Gianroberto Casaleggio: “Scalfari pensa di avere un amico immaginario” ironizza Casaleggio jr.

Carte alla mano, Panorama prova a chiedergli conto dei bilanci in caduta libera degli ultimi anni, contestando la fama di profeta della new economy del padre: “Questo è un vostro pensiero”. In realtà i dati dicono che l’esercizio 2011 si è chiuso con un fatturato di 1,4 milioni di euro, in calo del 16,1 per cento rispetto al 2010. Tanto da costringere i soci a ripianare un rosso di 57.807 euro attingendo ai dividendi incassati l’anno prima. “Scrivete quello che vedete con i vostri occhi” si limita a consigliare Davide. Quel che si vede è un’azienda che dal 2006 a oggi ha dimezzato i ricavi senza essere riuscita a tagliare i costi operativi. Sta subendo la crisi come se fosse una piccola impresa tradizionale e non l’emblema del web 2.0. Forse nel 2054 i conti andranno meglio.

(Fonte Panorama – Giacomo Amadori e Gianluca Ferraris)

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Beppegrillo.it: Altro che trasparenza, quanto incassano lo sanno solo Grillo e Casaleggio

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In principio erano solo i dvd degli spettacoli. Poi è arrivata la svolta ecologica degli ebook con annessi gadget tecnologici per la lettura. Oggi sul sito www.beppegrillo.it si può trovare una pubblicità quasi per qualsiasi cosa. Nel blog del comico genovese, epicentro del Movimento 5 stelle come lui stesso lo definisce, sono comparsi come funghi gli spazi pubblicitari. Annunci che promuovono videogiochi per computer, pannelli fotovoltaici, negozi di “Compro oro” e chi più ne ha più ne metta. Tanto che, se non sì sta attenti a dove si punta il mouse, c’è il rischio di acquistare servizi di notizie in abbonamento per cellulari a 5 euro a settimana. Nessuno sa a quanto ammontano i guadagni derivati dalle inserzioni. Sul blog non c’è traccia di copie di fatture, bonifici o ricevute. Quanto incassano lo sanno solo Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Alla faccia della trasparenza. Panorama ha provato allora a fare i conti in tasca alla nuova coppia della politica italiana, chiedendosi come e quanto guadagnano con il sito e se i voti presi alle elezioni di fine febbraio abbiano influito sulle loro entrate.

Il portale Beppegrillo.it è l’anima del Movimento 5 stelle. Aperto nel 2005 su suggerimento di Casaleggio, il blog è organo ufficiale e sede del partito. Nascita, vita e morte di un attivista passano necessariamente dalla piattaforma online, come specifica il non statuto. La passione politica è stata ridotta, in sostanza, a un proficuo database di email. Sono pochi i grillini che si accorgono dell’informativa sulla privacy pubblicata al momento dell’iscrizione al blog. Inviando i propri dati, infatti, è sottointeso che si autorizzi all’invio di comunicazioni di iniziative commerciali e pubblicitarie. Per un’agenzia di marketing come la Casaleggio associati un elenco di persone e indirizzi profilati per interessi comuni (in questo caso la politica) è manna dal cielo.

L’indirizzo internet del blog del comico è stato rilanciato addirittura dalle urne. La scritta Beppegrillo.it era infatti presente nel simbolo del M5s sulla scheda elettorale. In realtà, il dominio internet non è proprietà di Beppe Grillo. A registrarlo è stato Emanuele Bottaro, residente a Modena. Bottaro, ex presidente di un’associazione di consumatori, si definisce amico del comico. “Ho chiesto a Beppe se potevo registrare il suo nome nel 2001 prima che qualcun’altro lo facesse” spiega a Panorama “ed è rimasto a me. Ho una delega ma non ho accordi di tipo economico o di tutela legale. Nel mio piccolo, partecipo in questo modo al movimento”. Da quando Grillo ha intrapreso la carriera politica, Bottaro non ha vita facile perché capita che alcune querele arrivino direttamente a lui. “Il grosso arriva a Beppe. Io ne voglio stare fuori, non ho incarichi nel movimento e non mi va di averne perché ho una famiglia”. A soccorrerlo legalmente in questi casi è Enrico Grillo, cugino del comico e avvocato penalista del foro di Genova. È chiaro che, per il fondamentale ruolo assegnatogli il blog macina visite da quando è stato messo onlìne. È lo stesso Grillo ha dichiarare il numero di visitatori in una rettifica inviata il 15 aprile 2011 al giornalista Enzo Di Frenna del FattoQuotidiano, reo di avere confuso in un articolo le visite giornaliere con quelle mensili. “Il blog viene letto da una media di 5 milioni e 200 mila utenti al mese” scrive il comico, indignato per essere stato sottostimato. Cifre astronomiche, confermate anche da Google Ad Planner che, dal 4 febbraio al 5 marzo 2013, stima più di 173 mila utenti unici al giorno con una media che va dai 2 ai 5 milioni di page view giornaliere.

La discrepanza tra utenti e pagine viste del blog si spiega semplicemente con il fatto che le stesse persone tornano più volte sul Sito e in un’unica sessione di navigazione leggono più di un articolo. I dati possono essere confrontati anche con alcuni quotidiani online che secondo le statistiche di Alexa società di analisi sussidiaria di Amazon, hanno un numero di pagine viste di poco superiore al blog di Grillo. Per esempio, lo stesso sito del FattoQuotidiano, rispetto a Beppegrillo.it, risulta più in alto di due posizioni nella classifica dei portali maggiormente visitati in Italia (dati di lunedì 11 marzo). Nel mese di febbraio le pagine viste del Fatto quotidiano certificate da Site Census della Nielsen sono state poco meno di 76 milioni. Non è quindi azzardato pensare che il sito del comico per lo stesso mese di febbraio, si sia collocato oltre i 56 milioni di page view. Dato calcolato semplicemente moltiplicando i 28 giorni del mese per la valutazione giornaliera più bassa di Google AdPlanner.

ll numero è sottostimato. Durante la campana elettorale, il sito ha raggiunto record assoluti. Negli ultimi tre mesi la percentuale di utenti internet che hanno visitato il portale di Grillo è aumentata dell’82 per cento. Le pagine viste sono invece cresciute del 96 per cento (dati Alexa).

Conoscere il numero di pagine viste è estremamente importante per capire il volume di affari delle pubblicità. Il blog utilizza due tipologie principali di annunci. La prima fonte di entrate è Google AdSense, la più grande concessionaria pubblicitaria sul web, proprietà del motore di ricerca AdSense paga una commissione per ogni clic effettuato sui suoi annunci, indipendentemente dalla conclusione di transazioni successive (come l’acquisto degli oggetti pubblicizzati). La seconda fonte è l’affiliazione al sito di ecommerce Amazon che concede una percentuale sui prodotti venduti per ogni utente proveniente dal blog.

Per capire a quanto ammontano le commissioni di AdSense, il cronista ha finto di essere titolare della società Solaris, produttrice di pannelli solari, affidandosi a Google AdWords, il braccio della concessionaria che gestisce le richieste delle aziende desiderose di pubblicizzare prodotti online. Il funzionamento non è molto differente da una normale concessionaria ma Google non ha agenti fisici. Tutto il processo di contrattazione avviene su un sito internet riservato. Lunedì l l marzo chi scrive si è collegato al portale per creare una nuova campagna, decidendo di pubblicizzare i pannelli solo sulla rete display, cioè sui siti internet che ospitano gli annunci AdSense e non direttamente sul motore di ricerca. Poi è stato ristretto il campo delle persone che possono vedere le inserzioni selezionando solo il territorio italiano e la nostra lingua. La Solaris ha un budget mensile da investire di 10 mila euro. Il cronista lo comunica al sistema ma precisa che gli annunci siano visibili solamente sul portale Beppegrillo.it. Dopo averlo selezionato dall’elenco, si scelgono, le parole chiave. Il cervello elettronico di Google ogni volta analizza la pagina con l’annuncio e, attraverso il testo scritto, ipotizza gli argomenti trattati dal sito, per offrire delle pubblicità mirate. Per esempio, se un sito internet tratta l’argomento automobili, Google pubblicherà inserzioni di concessionarie d’auto o prodotti per la cura delle macchine. Per questo motivo, durante la creazione della campagna vengono chieste delle parole chiave (keyword) che si riferiscono all’oggetto da pubblicizzare. Nel nostro caso, basta lasciarsi guidare da Google AdWords che suggerisce le parole “pannelli solari”, “incentivi pannelli” e un’altra decina di termini simili. La campagna pubblicitaria è pronta a partire.

Nelle pagine del blog di Grillo in cui si parlerà di pannelli solari comparirà la nostra inserzione. Il cronista si accorge però che il costo per click massimo dell’annuncio è molto alto: 2,43 euro. AdWords sta dicendo che se si vogliono pubblicizzare i pannelli solari sul sito del comico e battere la concorrenza, bisogna essere disposti a spendere fino a 2 euro e 43 centesimi ogni volta che una persona clicca sull’annuncio. Questo non vuole dire che si spenderà sempre quella cifra, perchè i costi sono condizionati da molti fattori, come per esempio, il traffico web il numero di click ricevuti o le aziende che pubblicizzano lo stesso prodotto. La Solaris però è risoluta e pur di comparire sempre prima sulle pagine del blog, accetta il prezzo tenendo anche conto che si può coprire l’investimento.

Ora non resta che capire quanto di quei 2 euro e 43 centesimi vanno nelle tasche del blogger. Viene in soccorso Neal Mohan, vicepresidente di Google AdSense, che nel 2010 ha dichiarato, “nell’intento di rendere più trasparenti i rapporti”, la percentuale che Google versa ai webmaster: “Per gli annunci sui vostri siti vi ripaghiamo il 68 per cento dell’importo che ci pagano gli inserzionisti”. La quota, in questi anni, non ha subito variazioni. Con un calcolo elementare allora possiamo sapere che da un clic sulla pubblicità Solaris il gestore del blog guadagna 1,65 euro. In Italia, secondo l’ultimo Emea report di Doubleclick, viene generato un clic ogni 1.000 pagine visualizzate. Se non si fosse imposto un budget, nel mese di febbraio 2013 quindi, valutando le stime sul traffico di Ad Planner, dall’inserzione Solaris il blog avrebbe potuto guadagnare 92.400 euro. Se l’annuncio fosse rimasto attivo per tutto il 2013 con il costo per clic massimo, la cifra avrebbe potuto raggiungere più di 1 milione 200 mila euro. Si tratta ovviamente di una stima perchè i costi per clic e il numero di clic ogni 1.000 pagine visualizzate oscillano di giorno in giorno come in una sorta di borsa. Rimane il fatto che il pubblico del blog di Grillo si fida del comico ed è sensibile ai temi ambientali quindi è più portato a cliccare sugli annunci.

Sul blog sono presenti tre spazi dedicati alla pubblicità AdSense. Gli annunci sono visibili in alto sopra l’intestazione, a destra sotto i contatti dei social network e fra il primo articolo del blog e il secondo. Le inserzioni sono studiate per confondersi con i contenuti scritti, copiando i colori del sito: la possibilità che qualcuno ci clicchi sopra e generi una commissione aumenta. Per poter stimare l’ammontare dei guadagni di tutti e tre gli spazi AdSense, bisogna giocare troppo d’immaginazione. Teniamo comunque presente che, se un annuncio genera un clic, il visitatore viene reindirizzato alla pagina web dell’inserzionista e quindi non potrà più cliccare su altre pubblicità. Moltiplicare per tre le nostre valutazioni, dunque, non ha alcun senso. Ma non è finita qui. Grillo e Casaleggio guadagnano anche dalla vendita di libri, ebook e lettori digitali. A ogni acquisto dell’ebook scritto con Dario Fo “Il Grillo canta sempre al tramonto. Dialogo sull’Italia e il Movimento 5 stelle“, Amazon gira loro fino al 10 per cento del prezzo di copertina. Non si tratta del diritto d’autore ma di una commissione concessa da Amazon a chi procaccia clienti che poi acquistano il libro digitale. L’ebook in questione, sempre secondo la descrizione del sito di ecommerce, è edito dalla Casaleggio associati. I diritti d’autore, scrive Grillo sul blog, “saranno devoluti in beneficenza”. Non è dato sapere, invece, che fine facciano le commissioni percepite da Amazon. Deve essere contento anche l’onnipresente (in televisione) Paolo Becchi, professore di filosofia del diritto all’Università di Genova e sostenitore del Movimento 5 stelle. Il suo libro digitale “Nuovi Scritti Corsari “, edito anch’esso dalla Casaleggio associati, viene infatti pubblicizzato con grande enfasi sul sito. Anche dalle sue vendite il comico e il guru ricavano una percentuale.

Sul sito del M5s continua la raccolta fondi che ha l’obiettivo di raggiungere l milione di euro per ripagare le spese della campagna elettorale. Il portale del movimento è inglobato dentro l’indirizzo internet Beppegrillo.it. Quindi tutte le page view della piattaforma del Movimento 5 stelle vengono conteggiate come pagine viste del blog di Grillo. Un grande calderone utile a far salire il sito del comico nelle classifiche nazionali e a renderlo più appetibile per gli inserzionisti. Per il momento sono stati donati dagli attivisti circa 567 mila euro con carta di credito o bonifico. A lunedì 11 marzo però non compaiono ancora sul sito le fatture che dovrebbero documentare le spese sostenute in campagna elettorale. Difficile dire con precisione a quanto ammonta il giro d’affari del sito di Grillo. Se il blog vendesse spazi pubblicitari tramite una tradizionale concessionaria si può stimare che varrebbe sicuramente più di l milione 460 mila euro l’anno. Gli spazi costerebbero agli inserzionisti probabilmente circa 2 euro ogni 1.000 visualizzazioni, la media italiana dei portali online di notizie calcolata da un rapporto del Reuters institute for the study of journalism. Non proprio bruscolini.

Basterebbe che Grillo applicasse la trasparenza che vuole imporre ai partiti e pubblicasse tutti i ricavi che ottiene dal sito internet per fugare ogni dubbio. Per esempio, sarebbe interessante sapere quanto guadagna dalla pubblicità dell’immobiliare Mirica Fior de Pacifico che in questi giorni sta rimbalzando sul suo blog. “Costruiamo il tuo nuovo modo di vivere” si legge. Dove? Le ville pubblicizzate si trovano a Guanacaste, in CostaRica. Lo stesso stato dove l’autista di Grillo, Walter Vezzoli, voleva realizzare il suo sogno: costruire un villaggio di abitazioni autosufficienti.

(Fonte Davide Casati – Panorama)

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