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Energie Alternative: Le turbine mareomotrici, sfruttare il movimento delle maree per generare elettricità

energia mareomotrice

Circa il 70-80% della superficie terrestre è ricoperto da acqua e i 3/4 sono distribuiti tra gli oceani. I combustibili fossili che usiamo tutti i giorni per creare energia presto saranno completamente esauriti.

Perché, dunque, non sfruttarne l’energia prodotta sfruttando gli spostamenti d’acqua causati dalle maree (o energia mareomotrice)?

Molti Paesi hanno compreso l’importanza di questa fonte rinnovabile, ancora poco utilizzata se paragonata al vento e al sole, e si stanno dando da fare per produrre energia sfruttando le onde, le correnti, le maree o il gradiente di temperatura.

Entro il 2050, grazie a questa energia inesauribile, sarebbe possibile sostituire 90 centrali a carbone, un terzo degli impianti oggi in funzione in Europa.

Una marea di energia

L’energia mareomotrice, inesauribile e non inquinante, rientra fra le cosiddette fonti di energia alternativa e rinnovabile. Come le pale eoliche così le turbine mareomotrici sfruttano l’energia del movimento delle onde per produrre elettricità.

Si stima che l’energia delle maree in tutto il mondo sia in grado di produrre oltre 3000 giga-watt (GW), ma solamente il 3% si trova in luoghi in cui è facile catturarla.

Le centrali elettriche basate sull’energia delle maree possono essere costruite oltre che in mare aperto anche sui fiumi (impianto fluviale ad energia dalle maree).

L’Unione Europea ha identificato circa 100 siti suscettibili di essere utilizzati per la produzione di energia elettrica dalle correnti marine e si calcola nel continente la disponibilità di questo tipo di energia sia pari a circa 75 GigaWatts.

In Italia, una delle località con più alto potenziale si trova nella parte occidentale a nord della Sardegna, e nello Stretto di Messina.

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Centrali maremotrici nel Mondo

Nel nord della Francia, in Bretagna, sull’estuario del fiume Rance nei pressi di Saint Malo è stata realizzata la prima centrale mareomotrice al mondo, inaugurata nel 1966, che sfrutta proprio il dislivello dell’acqua che si forma tra l’alta e bassa marea.

La centrale a energia mareomotrice più grande al mondo si trova invece in Corea del Sud, vicino la capitale Seoul, all’interno del lago salmastro Sihwa. Con una capacità totale di 254 MW è in grado di fornire energia elettrica sufficiente ad alimentare una città con una popolazione di 500.000 abitanti.

Dopo 11 anni di sperimentazioni e test, dal 2020 l’impianto in Corea del Sud perderà questo primato. Infatti, tra la Scozia e le isole Orcadi, dove c’è il “Pentland Firth”, sarà attivo la più grande centrale che sfrutta l’energia delle maree. L’impianto sarà costruito dalla compagnia MeyGen e raggiugerà i 700 megawatt di energia elettrica ogni anno. Il Regno Unito è uno dei Paesi più all’avanguardia per lo sfruttamento di energia dal mare.

turbine mareomotrici

Turbine mareomotrici – Pentland Firth

Oltre a questi tre impianti, nel mondo ci sono altri 8 centrali mareomotrici: in Cina, Canada, Irlanda del Nord, Scozia, Russia, uno in costruzione in Indonesia e altre due in Corea del Sud.

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I maggiori limiti delle centrali maremotrici

Oltre all’elevato impatto ambientale, il rapporto costo-efficacia risulta essere la ragione principale per cui l’energia maremotrice non ha ancora trovato posto tra le fonti di energia rinnovabile più utilizzate nonostante il suo enorme potenziale. A parità di potenza prodotta, è chiaramente più conveniente ad esempio una centrale idroelettrica.

 

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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