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Campagna contro il lavoro nero nel mercato della comunicazione elettorale

giornalista-freelance

Il 24-25 febbraio ci saranno le elezioni e come sempre oltre alla campagna elettorale parte il mercato-acquisti dei candidati per accaparrarsi un addetto stampa. Per tanti precari del giornalismo queste sono settimane di lavoro, duro lavoro. Spesso però questo avviene senza un contratto. A tal proposito il Coordinamento romano dei giornalisti precari Errori di Stampa, insieme agli altri Coordinamenti nazionali, ha lanciato la “campagna contro il caporalato elettorale” che prevede un “ufficio di vigilanza diffuso contro il mercato nero della comunicazione elettorale”. Perché, come denuncia Errori di Stampa, “spesso lavorare negli uffici stampa elettorali significa accettare condizioni prossime al caporalato. Paghe a nero, sotto l’elegante voce del “rimborso spese”, senza contratto, nessuna garanzia post-elettorale, anche in caso di elezione”. Quindi contratto, di un mese, di due mesi, l’importante è che ci sia contributi compresi. 

Elezioni, elezioni, elezioni. Politiche, regionali, amministrative. In arrivo, per molti precari del giornalismo, ci sono occasioni di lavoro come addetti stampa dei candidati al Parlamento o nei consigli degli enti locali. I nostri telefoni cellulari squillano: “Vuoi fare l’addetto stampa per i prossimi 2, 3, 4 mesi?”. E per chi non ha un lavoro stabile, ma possiede competenza e passione politica, si tratta certamente di un’opportunità importante, un’avventura piena di stimoli e opportunità. Ma a quali condizioni? Spesso lavorare negli uffici stampa elettorali significa accettare condizioni prossime al caporalato. Paghe a nero, sotto l’elegante voce del “rimborso spese”, senza contratto, nessuna garanzia di impegno post elettorale, anche in caso di elezione.

Errori di Stampa lancia quindi una campagna contro il caporalato elettorale e propone la costituzione di un ufficio di vigilanza diffuso, contro il lavoro nero nel mercato della comunicazione elettorale. Serve un codice etico che impegni tutti i politici candidati su questo punto.

Basato su tre principi: i giornalisti devono essere regolarmente assunti con un contratto di collaborazione o con emissione di regolare fattura, per i colleghi che lavorano a Partita Iva; il contratto deve descrivere la mansione svolta dal giornalista-addetto stampa; il contratto deve prevedere il regolare pagamento di contributi Inpgi 2 come lavoro giornalistico autonomo.

Sono regole semplici, pensate per garantire trasparenza e regolarità nei contratti ed emersione del lavoro nero, particolarmente inaccettabile se i committenti sono candidati alle elezioni che si propongono come rappresentanti politici per i cittadini, garanti del principio di legalità. Chiediamo ai politici di sottoscrivere il nostro codice etico, con la promessa di pubblicizzare l’operato virtuoso di chiunque si impegni con noi in questa campagna. I colleghi che ricevono “proposte indecenti” invece ce lo segnalino alla mail erroridistamparm@gmail.com, garantiremo il loro anonimato ma renderemo pubblici i nomi dei candidati oggetto di segnalazione.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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