Uranio impoverito: Vittima del silenzio numero 328

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Aveva 59 anni il maresciallo della Folgore Mario Mele. È morto ieri a Cascina (Pisa). Mele, veterano di tante missioni, è la vittima, per l’Osservatorio militare, un’associazione che si occupa di questa problematica, numero 328 dell’esposizione all’uranio impoverito. È il secondo caso in pochi giorni.

Mele è stato colpito da una leucemia che lo ha portato ad attraversare un lungo calvario negli ospedali. “Assai più di un sospetto è che la malattia sia stata contratta per colpa dell’uranio impoverito, alle cui polveri è rimasto esposto durante le missioni internazionali” dicono dall’Osservatorio. Il militare infatti è stato a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila di numerose missioni dall’Afghanistan alla Somalia.

Fa sapere Domenico Leggiero, dell’Osservatorio militare: “È morto anche lui dopo una leucemia devastante che lo ha portato via alla sua famiglia. I figli e la moglie lo hanno assistito fino alla fine, lo hanno accontentato anche nel suo ultimo desiderio: spegnersi nella propria casa frutto di tanti sacrifici. Solo oggi (ieri, ndr) la famiglia si è accorta che ciao sono anche le Istituzioni e malignando qualcuno sostiene che si son fatte vive solo per ‘gestire’ l’impatto mediatico dell’ennesima morte, la possibile reazione di un popolo che sembra decisamente stanco di queste morti e del silenzio del Ministro e del governo. Ricordiamo che sono oltre 40 le sentenze ottenute dall’Avv. Tartaglia e che condannano l’Amministrazione Militare a risarcire famigliari di vittime della ormai conclamata “sindrome dell’uranio impoverito”. La commissione parlamentare d’inchiesta è partita con i lavori, il presidente Scanu ha già ampiamente confermato che questa volta vuole arrivare a una conclusione, alla produzione di un atto, documento, proposta o quanto possa servire”.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”