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Un chip che pensa come il cervello

Dharmendra S. Modha

I computer neurali eseguiranno compiti che mandano in tilt i computer di oggi.

Dharmendra S. Modha e’ forse il solo architetto di microchip sul pianeta il cui gruppo comprende uno psichiatra, che però non serve a mantenere mentalmente sani i collaboratori. Il fatto e’ che il gruppo di Modha, composto da ricercatori provenienti da un consorzio di cinque università e altrettanti laboratori IBM, lavora a un processore modellato sui neuroni. Modha e colleghi definiscono il loro campo di ricercainformatica cognitiva”, e il primo frutto del loro lavoro, due microchip composti da 256 neuroni artificiali ciascuno, e’ stato reso pubblico ad agosto 2011. Per ora tutto ciò che questi neuroni riescono a fare e’ vincere a Pong o risolvere un semplice labirinto. L’obiettivo finale, però, e’ molto più ambizioso: concentrare il potere di calcolo del cervello umano in un piccolo pezzo di silicio. Il programma, SyNAPSE, finanziato dalla U.S. Defence Advanced Research Projects Agency, sta costruendo un microprocessore con dieci miliardi di neuroni e 100.000 miliardi di sinapsi, più o meno l’equivalente in scala di un emisfero cerebrale umano. Il tutto dovrebbe occupare un volume di due litri al massimo e consumerà quanto dieci lampadine da 100 watt.

Modha, tuttavia, afferma di non voler riprodurre un cervello, ma di voler creare un’alternativa all’architettura tradizionale del computer, comune praticamente a tutti i modelli costruiti dalla sua invenzione. I normali chip devono inviare istruzioni e dati attraverso un unico, stretto canale, che pone limiti alla loro velocità massima. Nell’alternativa di Modha, ogni neurone artificiale avrà il proprio canale, consentendo una massiccia capacità di calcolo parallelo. “Stiamo realizzando un substrato universale, una piattaforma tecnologica che possa servire come base per una vasta gamma di applicazioni”, afferma Modha.

Modha enfatizza il fatto che l’architettura dei computer cognitivi non sostituirà quella convenzionale, ma la completerà, per esempio i chip Modha eccellono nel riconoscimento di strutture, come rintracciare un volto nella folla, e quindi possono inviare l’identità della persona identificata a un computer ordinario.

Se avrà successo, questo approccio sarà il culmine di trent’anni di lavoro sulle reti neuronali simulate, afferma Don Edwards, neuroscienziato della Georgia State University. Persino i concorrenti della IBM sono rimasti impressionati.

(Fonte Le Scienze)

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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