Più di quaranta anni fa in Italia per tutti i prodotti commercializzati in bottiglie di vetro, si pagava una sorta di cauzione, un sovrapprezzo per portare a casa il contenitore oltre che il contenuto alimentare.
Dopo l’impiego, l’acquirente aveva la possibilità di restituire il contenitore e riscattare la cauzione oppure acquistare un nuovo prodotto pagando solamente il contenuto e non il contenitore di vetro (al netto della cauzione già versata).
In Germania, Norvegia, Danimarca, Olanda, Finlandia e Gran Bretagna il “vuoto a rendere” è una pratica ancora molto utilizzata.
Vuoto a rendere, parte la sperimentazione in Italia
È partita da pochi mesi, in Italia, la sperimentazione su base volontaria del sistema del “vuoto a rendere”. La normativa riguarda gli imballaggi contenenti birra o acqua serviti al pubblico da ristoranti, bar, alberghi e altri punti di consumo.
Una volta consumata, il cliente potrà tornare dove ha acquistato il prodotto e ricevere, in cambio del contenitore vuoto, la somma corrispondete alla cauzione versata all’acquisto. L’importo si aggirerà intorno agli 5 centesimi per le lattine da 200 ml e 30 centesimi per le bottiglie da un litro e mezzo.
Dopo una fase di monitoraggio che durerà fino a febbraio 2019, si deciderà se tale pratica risponde ai requisiti di fattibilità tecnico-economica e ambientale e a quel punto, se la risposta sarà stata positiva, si penserà se estendere il progetto anche ad altri prodotti.
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Il “vuoto a rendere” in Europa
Il “vuoto a rendere” un sistema che è applicato e funziona in molti Paesi europei, ad esempio in Olanda, che userò come esempio per descrivere il sistema.
Quando si compra ad una bottiglietta d’acqua, si paga, tipo, 25 cent in più (se una bottiglietta costa 50 cent, costerà 75 cent). Se rendi il vuoto, ti vengono dati indietro i 25 cent (dunque ti sarà costato 50 cent). Se non la rendi, li hai persi e l’acqua ti sarà costata 75 cent. Però se butti via la bottiglietta, chi la trova potrebbe essere motivato a prenderla e portarla al negozio a renderla e così avere i 25 cent per ogni bottiglietta.
In Olanda ho visto in tanti raccogliere bottigliette vuote trovate per strada. In questo modo c’è un doppio guadagno dal punto di vista di recupero e riciclo: si evita di buttar via una bottiglietta di plastica senza ri-portarla per riciclo per non sprecare i 25 cent. Se si dovesse ogni tanto buttarla via, qualcuno potrebbe raccoglierla e portarla a riciclo.
Può inoltre diventare una fonte di entrata per barboni per coprire spese di base (un caffé al bar, un tramezzino ecc).
Come recuperare i vuoti? Ci sono macchinari predisposti, molto comuni all’estero ma poco in Italia perché appunto non è previsto questo eccesso sul vuoto al momento dell’acquisto, stava per essere introdotto un paio d’anni fa con il decreto sulle liberalizzazioni ma poi, da miracolo (!!!) è stato tolto prima della votazione finale del decreto. Esistono macchinari per plastica, vetro e chi sa se non esistano anche per alluminio o altro.
Si possono istallare nei supermercati così quando si va a fare la spesa, si portano i vuoti, si introducono nei macchinari i quali danno un buono da sottrarre dal totale della spesa e in cassa si fanno i calcoli finali. L’ho provato in Olanda e funziona!!
La rivoluzione silenziosa di chi ricicla
Come detto, nei Paesi del nord Europa il sistema del “vuoto a rendere” è oramai una buona abitudine consolidata da almeno un decennio. Si spera che anche i cittadini italiani si rendano conto di quante volte compiono il gesto di buttare qualcosa che potrebbe avere ancora un’utilità.
L’auspicio, quindi, è che la sperimentazione del “vuoto a rendere” abbia successo, sia estesa e resa obbligatoria come all’estero.