Gli affari d’oro dei negozi del Vaticano

supermercato-del-Vaticano-Papa-Francesco

“Che i Musei Vaticani siano una specie di zecca divina è cosa nota. Ma nessuno può supporre che il Vaticano possa guadagnare ancora di più con quattro-cinque negozi posizionati dietro le sacre mura. E invece la pompa di benzina, la farmacia, il tabaccaio e il supermercato fanno più incassi di Michelangelo e Raffaello, dei giardini e delle ville pontificie messe insieme. Un miracolo, dal momento che – mentre i capolavori del Rinascimento vengono presi d’assalto da cinque milioni di turisti ogni anno – gli esercizi commerciali sarebbero riservati a pochissime persone: cioè agli esponenti della curia e ai residenti (in tutto circa 800 persone, ma solo 450 di esse godono anche della cittadinanza vaticana), ai 2.800 dipendenti laici e a circa un altro migliaio di persone aventi diritto. Eppure il bilancio pubblicato dal governatorato parla chiaro, e pone più di qualche dubbio (soprattutto fiscale) su questi commerci.

Se in media, secondo studi dell’Associazione nazionale dell’industria farmaceutica, una farmacia italiana serve un bacino di 3500 persone fatturando 700 mila euro l’anno, il punto vendita diretto da frate Rafael Cenizo Ramírez ha incassato nel 2013 ben 32,8 milioni. Da sommare ai 41,6 milioni dell’anno precedente. In questo caso gli exploit si spiegano facilmente. Non solo la farmacia è infatti aperta a tutti e accetta le ricette e le prescrizioni di medici di Stati esteri, ma vende prodotti scontati (anche del 20%) rispetto a quelli che si trovano nelle farmacie romane. Inoltre i preti smerciano pasticche che non si trovano in Italia, da antiemorroidali richiestissimi (come l’Hamolind) a costosi rimedi per malattie più gravi.

Il carburante rappresenta per il dipartimento la fonte di guadagno e di margini più importanti,” scrivono gli analisti di Ernst&Young. Le pompe di benzina sono due, e “il prezzo per i consumatori è 20 per cento più basso rispetto a quello italiano. Il costo di acquisto per il Vaticano non include la tassazione. Il fornitore attuale è l’Eni”. Il rapporto elenca anche alcuni “temi caldi” del commercio. Se su 27 milioni di euro di benzina venduti nel 2012 (l’utile netto, tolte le spese, è di 13,7 milioni), “il 18 per cento è stato venduto a clienti ‘sconosciuti’, ci sono 550 tessere che hanno superato il limite annuale” di acquisti, pari a 1800 litri. In tutto, hanno fatto la fila alla pompa ben 27 mila persone, molte più di quelle autorizzate. Di fronte a cifre del genere, pur non avendo prove, non si può escludere che nell’equazione entri anche la compravendita di gasolio su mercati paralleli, ovviamente in nero.

Il tabacco,” spiegano quelli di Ernst&Young, “è la seconda più importante fonte di utile del dipartimento dei servizi economici. Ogni tessera può acquistare massimo cinque stecche al mese.” Il tabaccaio guadagna 10 milioni l’anno; significa che i 3.600 aventi diritto fumerebbero tutti come turchi. In media due-tre pacchetti al giorno, 365 giorni l’anno. Per non rinunciare all’incasso e per non deludere gli undicimila affezionati clienti, però, il Vaticano preferisce chiudere un occhio sulle regole che esso stesso si è dato: non solo 650 “cards” sorpassano di molto il limite di acquisto consentito, ma migliaia di persone non autorizzate dalla legge riescono a portarsi a casa pacchetti di bionde e sigari cubani a pochi soldi. Anche qui con danni ingenti per l’erario italiano. Soldi a palate arrivano pure al botteghino dell’ufficio filatelico e numismatico.

Il supermercato ha emesso scontrini per oltre 21 milioni: non è un caso che secondo uno studio del California Wine Institute nel 2012 il Vaticano sia il Paese con il più alto consumo di vino al mondo, con una media mostruosa di settantaquattro litri a persona. Gli uomini di Giuseppe Bertello, presidente del governatorato, escludono un boom di alcolizzati. […] Alcuni documenti in nostro possesso chiariscono il dilemma. La Cosea ha chiesto ad alcune società di revisori di conti di fare una due diligence anche sulle attività commerciali. L’americana Ernst&Young ha lavorato per mesi, e nel dicembre 2013 ha spedito alla Santa Sede un rapporto dettagliato di 79 pagine, in cui segnala tutti i guadagni del triennio 2010-2012, i costi di ogni servizio, quelli di ogni ufficio controllato dal governatorato. Evidenziando criticità e proponendo consigli utili a tagliare le spese e a elaborare strategie per incassare ancora più soldi. Ebbene, secondo le analisi inedite di EY i titolari della tessera di servizio che consente di fare acquisti dietro le mura leonine (la Cosea la definisce “commercial card”) non sono affatto quattro-cinquemila, ma 41 mila. Un numero enorme, pari agli abitanti di una città come Frosinone. Per legge, il permesso viene dato solo ai dipendenti, al personale del corpo diplomatico e alle congregazioni, “ma temiamo siano tanti gli onorevoli e i potenti che approfittano dei negozi senza averne diritto,” spiegano dal Vaticano. Più che una paura, i dati che Ernst&Young ha ottenuto dalla Santa Sede disegnano una certezza: i raccomandati non si contano più. E se i clienti fanno ottimi affari, il Vaticano guadagna somme enormi”. Tratto dal libro “Avarizia” del giornalista de L’Espresso Emiliano Fittipaldi

Condividi:

Predicano povertà, e vivono nel lusso sfrenato

lusso-Vaticano
Due libri in uscita domani, uno è quello di Gianluigi Nuzzi, Via Crucis, l’altro di Emiliano Fittipaldi, Avarizia, raccontano cos’è il Vaticano oggi. Un lusso sfrenato. Una realtà che prende l’8 per mille, non paga tasse sui propri alberghi a partecipa attivamente alla politica, agli andamenti dell’economia mondiale e alla nostra vita. I privilegi della casta curiale sembrano impossibili da estirpare. Il tesoro della Chiesa ammonta a 9-10 miliardi di euro, di cui 8-9 in titoli e uno di immobiliare. “Per ogni euro che arriva al Santo Padre”, rivela Nuzzi, appena 20 centesimi finiscono in progetti concreti di aiuto ai poveri. In compenso, riserve dell’Obolo per 378 milioni di euro sono spalmate su conti correnti di dodici banche, garantendo tassi incredibilmente bassi, sotto l’1%. Il tesoretto in mattoni della Chiesa è di ben 4 miliardi di euro. Appartamenti e palazzi, non solo a Roma ma anche a Parigi e in Svizzera. Predicano povertà, e vivono nel lusso sfrenato.

E come non citare le mani bucate del cardinale australiano Pell, ministro dell’Economia. Quello che appena insediato disse cheper secoli personaggi senza scrupoli hanno approfittato dell’ingenuità finanziaria e delle procedure segrete del Vaticano”. Ma d’ora in poi, promise Pell, non sarà più così: “Le nuove strutture e organizzazioni stanno portando le finanze vaticane nel Ventunesimo secolo e rendendo il loro funzionamento trasparente, con piena responsabilità”.  Scrive Fittipaldi: “Da luglio 2014 a gennaio 2015 gli esborsi hanno toccato 501 mila euro tra computer, stampati interni, stipendi monstre per amici degli amici, vestiti messi in conto al Vaticano, affitti, biglietti aerei, arredi di lusso e tappezzeria su misura”. E si, è proprio cambiato tutto.

Nuzzi invece elenca i cardinali che dimorano in regge iperaccessoriate: Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato, coi suoi 700 metri quadrati, all’ultimo piano di Palazzo San Carlo in Vaticano; il cardinale Velasio De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli affari economici della Santa sede, ben 445 metri quadrati a Palazzo del Sant’Uffizio; Franc Rodé, cardinale sloveno di 81 anni, 409 metri quadrati; Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, 356 mq; Marc Ouellet, cardinale canadese, 500 mq; Sua Eminenza Sergio Sebastiani, 84 anni, 424 mq; l’americano Raymond Leo Burke, patrono del sovrano militare ordine di Malta, 417 mq; Zenon Grocholewski, polacco e prefetto emerito della Congregazione per l’educazione cattolica, 405 mq; un altro americano, William Joseph Levada, 524 mq a Borgo Pio. I cardinali godono di canone zero, cioè non pagano l’affitto, grazie al mantenimento di qualche incarico di comodo in curia.

Chi non vive per servire, non serve per vivere” parole pronunciate da papa Francesco durante la messa in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti. Evidentemente non funziona così.

Condividi:
0

Il Vaticano confessa: Quasi 3.500 casi di pedofilia in dieci anni

preti pedofilia

Tra il 2004 ed il 2013, il Vaticano ha “espulso” 884 preti accusati di pedofilia, privandoli dell’abito talare e riducendoli allo stato di laici, cioè di comuni cittadini. Sono 2.572 i sacerdoti abusatori sanzionati con misure meno drastiche. Circa 3.500 i casi denunciati alla congregazione per la Dottrina della fede. Questi i dati forniti da Mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente presso le Nazioni Unite di Ginevra, nel corso di un’audizione davanti ai dieci esperti del 52esimo Comitato Onu contro la tortura.

Il numero di casi riportati alla congregazione per la Dottrina della fede nel periodo tra il 2004 e il 2013, basati su accuse credibili di abuso sessuale da parte di un sacerdote con un minore di meno di 18 anni sono stati:

  • 713 nel 2004
  • 184 nel 2005
  • 218 nel 2006
  • 216 nel 2007
  • 191 nel 2008
  • 196 nel 2009
  • 464 nel 2010
  • 402 nel 2011
  • 418 nel 2012
  • 401 nel 2013

Per un totale di 3.420 casi. Da segnalare che la maggior parte di questi casi si riferiscono ad abusi avvenuti negli anni cinquanta, sessanta, settanta e ottanta.

Il numero di sacerdoti dimessi dallo stato clericale direttamente dalla Santa Sede negli anni dal 2004 al 2013 sono stati:

  • 89 nel 2004
  • 84 nel 2005
  • 114 nel 2006
  • 84 nel 2007
  • 68 nel 2008
  • 69 nel 2009
  • 84 nel 2010
  • 143 nel 2011
  • 70 nel 2012
  • 43 nel 2013

Per un totale di 848.

Quanto a casi risolti con altre misure canoniche e disciplinari, come l’imposizione di una vita di preghiera e penitenza, applicazione di misure penali o altre misure disciplinari, i dati sono i seguenti:

  • 641 nel 2004
  • 100 nel 2005
  • 104 nel 2006
  • 132 nel 2007
  • 123 nel 2008
  • 127 nel 2009
  • 380 nel 2010
  • 259 nel 2011
  • 348 nel 2012
  • 358 nel 2013

Per un totale di 2.572.

Quanto ai risarcimenti, l’arcivescovo ha fatto in particolare il caso statunitense: “L’ammontare totale pagato da diocesi e ordini religiosi per gli accordi con le vittime tra il 1950 e ora è stato approssimativamente di 2,5 miliardi di dollari Usa. L’ammontare totale per terapie per le vittime 78 milioni di dollari, altri costi approssimativamente 47 milioni di dollari, inclusi pagamenti per inchieste sulle accuse, costi medici o altri sostegni alle vittime, costi per i processi, spese per le trasferte e assistenza di emergenza, terapia, sostegno alle famiglie, servizio di monitoraggio, assicurazioni e altri costi sostenuti dalla conferenza episcopale degli Stati Uniti”. Mons. Tomasi ha ammesso che dell’ammontare dei risarcimenti “una grossa parte va agli avvocati, ma questa è un’altra questione”.

Il capo della delegazione Monsignor Silvano Maria Tomasi ha concluso dicendo che “La Chiesa negli ultimi 10 anni, sta affrontando il problema in modo sistematico, costruttivo ed efficace. Sia sul fronte per combattere ogni abuso sessuale sui minori, sia per prevenire questo crimine, per aiutare le vittime e punire anche chi è colpevole”.

Ma ricordiamo al Monsignor Tomasi anche tutti gli altri casi che non sono stati denunciati o che vengono ancora oggi tenuti nascosti. Per 3.500 casi confessati ce ne sono altrettanti non confessati. Ed è ora che la Chiesa si liberi da questo demone.

Condividi:
0

Vogliono uccidere Papa Benedetto XVI?

Sicuro di sé, come se lo sapesse con precisione, il Cardinale Romeo ha annunciato che il Santo Padre avrebbe solo altri 12 mesi da vivere. Durante i suoi colloqui in Cina ha profetizzato la morte di Papa Benedetto XVI entro i prossimi 12 mesi. Le dichiarazioni del Cardinale sono state esposte, da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza e fermezza, che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato con spavento, che sia in programma un attentato contro il Santo Padre. Il Cardinale Romeo si sentiva al sicuro e non poteva immaginare che le dichiarazione fatte in questo giro di colloqui segreti potessero essere trasmesse da terzi al Vaticano.

Altrettanto sicuro di sé Romeo ha profetizzato che già adesso sarebbe certa, benché ancora segreto, che il successore di Benedetto XVI sarà in ogni caso un candidato di origine italiana. Come descritto prima, il Cardinale Romeo ha sottolineato, che dopo il decesso di Papa Benedetto XVI, il Cardinale Scola verrà eletto Papa. Anche Scola avrebbe importanti nemici in Vaticano.

Alla luce di questo ricordiamo alcuni scandali irrisolti del Vaticano negli ultimi 30anni, misteri che le Mura Vaticane custodiscono.

L’infarto di Papa Luciani, il 28 settembre muore per “infarto miocardico acuto” da referto, nessuno dubita, il tempo però, rivela altro:Luciani si preparava ad essere un Pontefice innovatore, con il desiderio di riportare la Chiesa alla semplicità originaria. Un impegno che si scontrava con le influenti gerarchie vaticane abituate a gestire potere e centinaia di miliardi. Saranno le inchieste giornalistiche a pronunciare per la prima volta la parola “omicidio”.

L’attentato a Wojtyla, 13 maggio 1981 l’unica cosa certa e’ che a sparare fu Mehmet Ali Agca. Le sue dichiarazioni contraddittorie hanno lasciato intravvedere perfino complici in Vaticano. L’ipotesi più seguita parla di un attentato progettato dal Kgb insieme con la Stasi della Germania Est.

Lo scandalo Ior , che vedono collegati Ior (Istituto Opere Religiose), Paul Marcinkus, Michele Sindona e P2. Dalle inchieste sul crack emerse che lo Ior avrebbe fornito una copertura per drenare 1.500 miliardi dalle casse dell’Ambrosiano. Non solo: Calcara sostenne che Marcinkus era a contatto anche con ambienti di Cosa Nostra. Uno scandalo, quello del Banco Ambrosiano, finito nel sangue con le morti di Guido Calvi, della sua segretaria e di Michele Sindona.

Omicidi,Sequestri,Attentanti,Scandali…..Mi chiedo questa e’ la Chiesa?questa e’ la parola di Dio?

Condividi: