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Affaire Michel Platini: Le Roi “del Qatar”

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Una nuova indagine pubblicata martedì dalla rivista France Football rivela la grana Qatargate, un dietro le quinte delle trattative per consentire al Qatar di ottenere i Mondiali di calcio del 2022, con la presunta corruzione dei membri del consiglio della Fifa. Dichiara Guido Tognoni, licenziato dalla FIFA nel 2003, rompendo il silenzio: ” Tutto ciò che accade alla FIFA da decenni, è la cultura del marcio dello sport” , dice il leader svizzero di 62 anni, che ha trascorso tredici anni alla FIFA, “Indipendentemente da chi occupa la carica di Presidente esistono accordi tra amici, messaggi e inciuci su commissioni per placare i nemici, il denaro ha portato alcuni a riempirsi le tasche.. il tutto simile ad un sistema mafioso”.

Dopo il Watergate, il Qatargate. Quarant’anni dopo lo scandalo che portò all’impeachment e alla caduta del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, ecco lo scandalo che rischia di travolgere un presidente certo meno importante ma non meno popolare: Michel Platini, 57 anni, francese, ex fuoriclasse della Juventus e oggi presidente della Uefa, l’organismo del calcio europeo che Michel presiede dal 26 gennaio 2007.

Ironia del caso: Platini è stato il solo giocatore, prima di Messi, capace di vincere per 3 anni consecutivi il Pallone d’Oro, e cioè il trofeo che fino a pochi anni fa veniva messo in palio dalla rivista France Football; ebbene, Le Roi Michel mai avrebbe pensato, ricevendo nelle sue mani il prestigioso premio nel 1983, nel 1984 e nel 1985, che la rivista che ne stava decretando la gloria a livello planetario lo avrebbe un giorno crocifisso con un’accusa che, se provata, potrebbe decretarne la fine, oltre che la rovina a livello d’immagine.

“Qatargate!”, per l’appunto, è il titolo dell’inchiesta con cui i giornalisti di France Football, novelli Woodward & Bernstein del pallone, stanno inchiodando Platini a responsabilità tremende: essersi fatto corrompere dagli sceicchi di Doha per gestire la compravendita dei voti che il 2 dicembre 2010 consentirono al Qatar di vedersi assegnare, a sorpresa e battendo “in finale” gli Stati Uniti 14-8, i Mondiali di calcio del 2022.

Decisione stupefacente se si considera che mai un Mondiale di calcio è stato disputato in un paese di dimensioni tanto minimali (il Qatar, 1 milione di abitanti, è grande come l’Abruzzo) e che le temperature dello Stato mediorientale sono proibitive, per il gioco del football: roba che al confronto i Mondiali in Usa del ‘94, quelli in cui Pizzul sbuffava e teneva i piedi a mollo durante le telecronache, potrebbero passare alla storia come i Giochi Invernali del Pallone. Sorpresa vera, quella di Platini corrotto. Perché diciamolo: se il coinvolgimento della Fifa (l’organismo del calcio mondiale), e cioè di Blatter e dei suoi accoliti, non stupisce nessuno, visto che il 77enne dirigente svizzero fa il bello e il cattivo tempo in seno alla Fifa, indisturbato, temuto e riverito da qualcosa come 32 anni prima come direttore tecnico, poi come segretario e ora come presidente, attaccato alla cadrega che Carraro e Abete al confronto sono due dilettanti; se non stupisce, dicevamo, che tra i voti comprati dal Qatar ci siano quelli dei delegati Fifa e della federazione degli Emirati Arabi (ogni voto valeva 1,5 milioni di dollari), sconvolge trovare la federazione di Francia e soprattutto lui, Platini, numero uno Uefa, con l’accusa di essere addirittura la mente del Grande Imbroglio.

Secondo la ricostruzione di France Football, il 23 novembre 2010 Platini partecipa a un incontro top secret con Nicolas Sarkozy, presidente francese, e Tamin bin Hamad al-Thani, principe del Qatar, che vuole a tutti i costi arrivare all’as- segnazione del Mondiale di calcio nel proprio Stato (che detiene il 14% delle risorse mondiali di petrolio). In cambio del sì francese e dell’impegno di Platini a tele-guidare la votazione (che vedrà sconfitti, oltre agli Usa, anche Australia, Giappone e Corea del Sud), scatta la corruzione. Che viene abilmente articolata. Per un’amichevole Brasile-Argentina giocata a Doha il 17 novembre 2010 le due federazioni vengono retribuite con 7 milioni di dollari cadauna, una cifra spropositata; per sponsorizzare il Congresso della Confederazione calcistica africana (2010, Angola), il Qatar sborsa 1,25 milioni di euro. Ma soprattutto, a Mondiale ottenuto lo sceicco Al Thani acquista a peso d’oro il Paris Saint Germain (e poi assume Laurent Platini, figlio 34enne di Michel, alla Qatar sports investment, branca del fondo che controlla iol Psg) come da promessa fatta a Sarkozy e Platini, irrompendo in un calcio di scarsissimo appeal come quello francese e facendo saltare il banco con investimenti lunari (vedi ingaggi di Ancelotti, Ibrahimovic e via dicendo).

I primi a gettare sinistri sospetti sugli strani maneggi di Fifa e Uefa (Blatter e Platini) furono gli inglesi, che dopo l’Olimpiade del 2012 si erano fatti avanti per ospitare i Mondiali del 2018. Risultato: torneo assegnato alla Russia, Inghilterra esclusa alla prima votazione e scoop-denuncia del Times che scopre la corruzione di Issa Hayatou (federazione Camerun) e di Jacques Anouma (ivoriano, presidente della Confederazione africana). Ora, ecco l’inchiesta di France Football che mette Platini con le spalle al muro. Il dirigente illuminato e democratico, quello del fairplay finanziario e del numero aperto in Champions League per favorire i piccoli club di Malta e Cipro, non era poi così nobile. Tantomeno altruista.

(Fonte Il Fatto Quotidiano)

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Il calcio europeo affonda nei debiti

Se esistesse un’agenzia di rating per le squadre di calcio,la maggioranza di quelle europee verrebbe retrocessa in seconda divisione. Come i governi del vecchio continente,infatti, anche i club sono travolti dai debiti. Secondo le cifre rese note il 25 gennaio dalla Uefa,le perdite totali delle squadre europee alla fine del 2010 hanno raggiunto la cifra record di 1,6 miliardi di euro,con un aumento del 33per cento in un anno. Il 56per cento dei 665 club di prima divisione che hanno comunicato alla Uefa i dati di bilancio hanno registrato una perdita al netto. Altro record: il totale dei debiti ammonta ormai a 8,4 miliardi di euro. Considerando il contesto economico globale, le previsioni per il futuro non sono delle migliori.

Il Presidente dell’Uefa Michel Platini ha ragione quando parla di “situazione allarmante per il calcio europeo”, e dice che “non si può chiedere ai paesi di stringere le cinghia se noi non facciamo nulla”. Per cambiare le cose Platini vorrebbe un sistema di controllo per risanare i conti dei club basato su un principio semplice di fair play: nessun club deve spendere più di quanto guadagna.

Da una decina d’anni, soprattutto a causa dell’arrivo di nuovi investitori con risorse inesauribili e non sempre trasparenti, il calcio europeo e’ entrato in una spirale folle. I club si affrontano a colpi di decine di milioni di euro per assicurarsi i giocatori migliori. Un caso di scuola sono i nuovi padroni del Paris Saint-Germain, la Qatar Investment Autority, che hanno speso più di 100 milioni di euro dall’inizio della stagione.

Il fair play finanziario volute da Platini e’ dunque essenziale,sia per riequilibrare i conti sia per ristabilire l’equità delle competizioni. Oggi, infatti, i club che dominano in Europa sono anche i più indebitati. Manchester United e Chelsea sono in testa alla classifica dei debiti, seguiti a poca distanza da Real Madrid e Barcellona. Il presidente dell’Uefa ha promesso di punire i club che a partire dalla prossima stagione non rispetteranno le nuove regole del fair play finanziario. Secondo Platini ne va della “salvezza del calcio”.

Non e’ un Mondo alla Rovescia?

(fonte Le Monde)

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