1

Un popolo affamato

popolo-affamato

“Un popolo affamato non ascolta ragioni, né gl’importa della giustizia e nessuna preghiera lo può convincere”. Lucio Anneo Seneca

Alcuni, ormai molti, milioni di affamati (disoccupati, cassaintegrati, indebitati, disperati) costituiscono un pericolo, un grosso pericolo. Allora ogni tanto ci danno qualche contentino, un po’ di minestra riscaldata, di plastica (abolizione Imu, falsi decreti del DIS-fare, un nuovo e originale partito) per cercare di “sfamarci”. Ma ormai la nostra fame è troppa e la minestrina non basta più. La rabbia è tanta, i diritti dei cittadini vengono quotidianamente ignorati e accantonati dai politicanti. Continue Reading

Condividi:
0

Una frase sulla tirannia

tirannia

Dove c’è tirannia
là c’è tirannia
non solo nel fucile,
non solo nella prigione,
non solo nelle camere
di interrogazione,
non solo nella voce
della guardia di notte,
non solo nel discorso
oscuro dell’accusa
o nei segni di Morse,
battuti sui muri della prigione,
non solo nella confessione
o nella condanna inappellabile
del giudice: colpevole!
C’è tirannia ovunque,
non solo nell’ordine militare:
puntate, fuoco!
è nel suono del tamburo,
nel tonfo del cadavere nel fosso,
non solo nella notizia
sussurrata con paura
attraverso la porta
semi−aperta,
non solo nel dito che serra la bocca
e zittisce ogni parola:
non ti muovere!
Non solo nelle linee
impietrite di espressione
che, come una griglia,
intrappolano l’urlo di paura
e nella cascata di lacrime mute
che aumentano ancora
di più il silenzio,
non solo nella pupilla
spalancata,
c’è tirannia
non solo nei canti,
urrah ed evviva urlati
di nuovo in piedi
dove c’è tirannia
là c’è tirannia
non solo nell’applauso
instancabile dei palmi,
nel suono della tromba, nell’opera,
nelle pietre delle statue,
nei colori e nelle gallerie,
è presente in ogni cornice,
anzi già nel pennello,
non solo nel suono del motore
della macchina che passa
nella notte silenziosa
o quando si ferma
davanti la casa;
la tirannia è onnipresente,
la trovi nelle scuole materne,
nel consiglio del padre,
nel sorriso della madre,
nel modo con cui il bambino
risponde all’estraneo;
non solo nel filo spinato
non solo nelle fila dei libri,
nei loro contenuti
ancora più distruttivi,
è presente
nel bacio di addio,
quando ti chiede la moglie
quand’è che ti rivedo?;
nei saluti tanto abituali
sulla strada: come stai?
e nelle strette di mani
d’improvviso un po’ più morbide,
nel gelarsi del viso
della tua amante, improvviso;
perchè è lì anche nei
tuoi incontri amorosi,
non solo nell’interrogatorio
ma nella dichiarazione,
nell’ebbrezza della parola dolce
come mosca nel vino,
perchè non sei solo
nemmeno nel tuo sogno,
sta là con te nell’atto amoroso,
anzi già prima, nel desiderio,
perchè ti pare bello
solo che è suo,
era la tua amante
che pensavi di amare,
nel piatto e nel bicchiere,
nell’olfatto e nel gusto,
nel freddo e nel crepuscolo,
nella stanza e all’aperto,
come quando attraverso
la finestra aperta
entra la puzza dalla strada
oppure c’è una fuga di gas,
se parli a te stesso,
ti interroga il tiranno
non sei libero nemmeno
nell’immaginario,
nel cielo là sopra
anche la Via Lattea
ti pare diversa: sembra
una frontiera,
dove il faro sparge luce
sulla zona battuta,
è un campo minato e la stella
ti pare un finestrino da spia,
la tenda celestiale:
campo di lavoro enorme,
perchè la tirannia parla
dal suono della campana,
dal prete a chi ti confessi,
dalla predicazione;
chiese, parlamento, cavalletti
di tortura: sono palcoscenici;
apri e chiudi gli occhi,
inutile, ti guardano tutti,
è come una malattia
da cui nessuno ti libera,
senti il ticchettio delle ruote
prigioniero, prigioniero, ti dice
puoi andare al mare
o in montagna, lo respiri sempre,
è presente nel lampo,
in ogni rumore inatteso,
nella luce e nell’improvviso
sussulto del cuore;
nel riposo e nella noia
che ti lega, come catena,
nello scossone della pioggia,
nella nevicata bianca
che ti imprigiona,
negli occhi del tuo cane;
perchè è presente
in ogni tua intenzione,
in ogni obiettivo
nel tuo futuro,
in ogni pensiero,
in ogni movimento;
come il fiume segue
il suo letto, e lo forma,
lo costruisci pure tu,
lo rivedi nello specchio,
ti guarda, non puoi scappare,
sei prigioniero ma anche carceriere;
lo senti nell’odore del tabacco,
nel tessuto del tuo vestito,
si impregna in tutto,
fino al tuo cervello,
vorresti aver idee,
ma solo le sue ti vengono in mente,
vorresti guardare, ma vedi
solo ciò che ti fa vedere
e dal cerino si avvampa
la fiamma e brucia
il bosco tutto intorno,
perchè dovevi calpestarlo,
ma non lo facesti,
ed ormai è troppo tardi,
così ti sorveglia ormai,
in casa tua, in fabbrica,
nel campo e non lo sai più
cos’è carne e pane,
che significa vivere, amare,
desiderare, abbracciare;
lo schiavo produce
e porta le sue catene,
se mangi, lo fai crescere,
per esso fai i figli,
di questa catena
fanno parte tutti,
anche da te parte ed inonda,
anche tu ne sei membra,
così viviamo nel buio come talpe,
sebbene sopra di noi ci sia il sole,
e ci rinchiudiamo in prigioni,
perchè dove c’è tirannia
è inutile la canzone
o qualsiasi opera d’arte,
perchè è là anche
presso la tua tomba,
e dichiara tu chi eri,
ne sei servo anche nelle polveri.

Illyés Gyula

Condividi:
0

Giornata Mondiale della Popolazione: Investire nei giovani per un futuro migliore

Stampa
L’11 di luglio è la Giornata Mondiale della Popolazione. La data dell’11 luglio fu scelta perché, proprio quel giorno del 1987, avvenne lo storico superamento della soglia dei cinque miliardi di individui presenti sulla terra. Istituita nel 1989 dal Fondo delle Nazioni Unite (Unfa) si propone di far crescere la consapevolezza su diverse questioni demografiche, quali l’importanza della pianificazione familiare, la parità di genere, la lotta alla povertà, la cura della salute materna e la tutela dei diritti umani. Negli ultimi 50 anni la popolazione umana del pianeta è più che raddoppiata, passando da 3 a 7 miliardi di persone. Oggi siamo oltre i 7 miliardi e si stima che entro il 2050 raggiungeremo i 9,5 miliardi, per arrivare a quasi 11 miliardi nel 2100. A trainare la crescita della popolazione sarà soprattutto l’Africa che, in meno di 100 anni, vedrà quadruplicare la popolazione attuale che passerà da 1 a 4,2 miliardi. In Europa, invece, si assisterà a un lento declino della popolazione. Questo il messaggio ufficiale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

“In questa Giornata Mondiale della Popolazione, invito tutti a dare la priorità ai giovani, a coinvolgerli nei piani di sviluppo e in tutte le decisioni che li riguardano, per porre le basi costruendo un futuro più sostenibile per le generazioni a venire. Un mondo di 7 miliardi è una sfida ma anche un’opportunità, con implicazioni sulla sostenibilità, l’urbanizzazione, l’accesso ai servizi sanitari. I due miliardi di giovani che oggi abitano il pianeta stanno plasmando le realtà sociali ed economiche, investiamo su di loro per costruire le fondamenta del futuro del mondo. Purtroppo, però, ancora oggi, troppi giovani continuano a confrontarsi con la povertà, la disuguaglianza e le violazioni dei diritti umani che impediscono loro di raggiungere il potenziale personale e collettivo.

Oggi più che mai, gli individui possono fare la differenza, unendosi insieme attraverso i social network e lavorando per il cambiamento. Abbiamo visto molti esempi negli ultimi anni dell’immenso potere delle persone nell’abbracciare la speranza contro la disperazione, nel cercare un giusto trattamento dove soffrono discriminazioni e nel chiedere giustizia contro la tirannia. Aspirano ad ottenere diritti universali che le Nazioni Unite sostengono con orgoglio lavorando senza sosta per realizzarli.

Quando agiamo sui nostri valori condivisi, contribuiamo al nostro futuro comune. Porre fine alla povertà e alla disuguaglianza sprigiona un vasto potenziale umano. Promuovere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio favorisce la prosperità e la pace. E proteggere il nostro pianeta tutela le risorse naturali che sostentano ognuno di noi.

Abbiamo abbastanza cibo per tutti, eppure quasi un miliardo di persone soffre la fame. Abbiamo i mezzi per debellare molte malattie, eppure continuano a diffondersi. Abbiamo il dono di un ricco ambiente naturale, eppure è oggetto di aggressione e sfruttamento quotidiani. Ogni persona di coscienza sogna la pace, eppure una parte troppo grande del mondo è in conflitto e piena di armamenti.

Superare sfide di questa portata richiederà il meglio di ognuno di noi. Usiamo questa Giornata Mondiale della Popolazione per intraprendere azioni che possano creare un futuro migliore per ogni abitante del nostro mondo e per le generazioni future”.

Condividi: