La “guerra dei Droni” compie 15 anni. Ormai sono diventati l’arma chiave delle guerre asimmetriche contemporanee e stanno cambiando il modo di intendere una guerra, riducendola ad una serie di attacchi unilaterali. Inoltre, dal momento che l’opinione pubblica è oggi sempre meno disposta a tollerare gli interventi armati, i droni rappresentano lo strumento idoneo a condurre azioni militari senza affrontarne i costi sociali e politici. Ma il costo, non solo umano, di questi droni qual è? I fatti hanno smentito la presunta precisione di queste macchine che doveva limitare i cosiddetti “danni collaterali”, cioè le vittime civili. Continue Reading
Terza Guerra Mondiale
Segnali di Terza Guerra Mondiale
Gli iraniani hanno fatto titoli sui giornali, giovedì scorso, quando hanno lanciato ancora un altro test balistico, malgrado gli avvertimenti che aveva inviato Trump in più di un’occasione …
Mentre continua a salire la tensione tra Stati Uniti e Iran, l’agenzia-stampa-semi-ufficiale Tasnim sta segnalando che i Guardiani della Rivoluzione dell’Iran hanno condotto con successo un altro test con missili balistici Hormuz 2, questa volta sparati da una nave della marina iraniana. Questi ultimi missili sono stati progettati per distruggere bersagli mobili in mare a distanze fino a 300 km (180 miglia).
I rapporti sugli ultimi test, dice Amir Ali Hajizadeh, comandante delle Forze Aerospaziali dell’IRGC, hanno confermato che “il mssile balistico navale chiamato Hormuz 2 ha distrutto con successo un obiettivo a 250 km di distanza.”
Il test missilistico è l’ultimo evento della lunga rivalità che oppone Iran e Stati Uniti dentro e intorno alla Stretto di Hormuz, che si trova all’ingresso del Golfo – un corso d’acqua che, nel punto più stretto, è largo meno di 40 km – dove transita il 20% di tutto il petrolio mondiale.
L’Isis e la Terza Guerra Mondiale: Nulla succede casualmente
“Le guerre mondiali cambiano i mondi e se si possiede un’agenda globale, i problemi globali permettono di offrire soluzioni globali.
Se lei guarda come il mondo è stato trasformato dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale: il mondo è diventato completamente differente dopo queste due guerre. E sin dall’inizio l’idea è stata quella di avere UNA TERZA GUERRA MONDIALE per completare la trasformazione verso uno STATO GLOBALE e un ESERCITO MONDIALE.
E quello che adesso abbiamo è una situazione in cui questo Gruppo ISIS è venuto fuori dal nulla, di fatto incredibilmente ben armato, incredibilmente finanziato e stanno entrando nelle città irachene e ne stanno assumendo il controllo una dopo l’altra. Si sono stabiliti in luoghi chiave di frontiera fra Siria e Giordania e tutto questo è avvenuto molto rapidamente. Continue Reading
Terza Guerra Mondiale? Una manna per gli speculatori di Wall Street
Verso metà mattina di venerdì 15 agosto è arrivata la notizia che l’Ucraina aveva “distrutto parte di un convoglio russo”. Immediatamente il mercato azionario ha perso quasi 200 punti, i Buoni del Tesoro sono stati offerti a 10 punti di meno, il petrolio è aumentato e l’oro, che aveva perso oltre 20 dollari, è tornato subito al prezzo precedente.
Voglio ricordare che “la vendita”, che ha fatto scendere il prezzo dell’oro era una vendita del valore di due miliardi di dollari di futures COMEX. Diciamo che DUE MILIARDI DI DOLLARI equivalgono alla produzione di poco più di una settimana delle miniere d’oro di tutto il mondo.
Anche in questo caso, “chi” dovrebbe mai vendere il proprio prodotto in questo modo e, tra l’altro, piazzandolo al prezzo peggiore della settimana? Quello che farebbe ridere veramente è che non hanno venduto “oro“, ma soltanto Futures COMEX.
Comunque questo giochetto finirà presto, appena cioè, il prezzo di scambio di Shanghai si riallineerà al 100% del prezzo dell’oro reale. La Cina ha diversi precedenti in questo tipo di gioco duro e dovrei dire con le sanzioni “fisiche” per aver commesso reati finanziari, per aver ” venduto qualcosa che non esiste”. Su quest’ultima osservazione di “vendite nude a breve termine”, oggi però non ho voglia di scrivere niente.
Il convoglio russo è stato distrutto o no? Almeno c’era un convoglio russo in terra ucraina o no? E’ stata distrutta qualcosa o no?
Secondo The Telegraph del 14 agosto, il titolo diceva chiaro: “L’ Ucraina distrugge parte di un convoglio russo” e due giornalisti inglesi hanno “visto di persona” che il convoglio militare attraversava il confine.
C’è qualche fotografia ? Quei giornalisti non avevano nemmeno una macchina fotografica ? E’ possibile ma non è probabile, ma certamente dovevano avere dei telefonini, ovvio ? E allora dove sono le foto?
Non ho visto nemmeno una foto che mostra che i veicoli siano stati distrutti alla luce del sole, dopo il preteso attacco. La Russia nega, sia di aver mandato dei veicoli sul suolo ucraino, sia che qualche suo veicolo sia stato distrutto. Eppure perfino il Presidente dell’Ucraina giura che il fatto è successo!
Cosa è successo davvero, se è successo? Zerohedge è arrivato al punto di speculare che l’Ucraina possa avere perfino sparato alle proprie unità.
Ancora una volta devo chiedermi, proprio come feci dopo l’abbattimento dell’aereo di linea della Malesia caduto il mese scorso, dove sono le immagini dei satelliti? La Russia dice di non averle perchénon ce ne sono, la Casa Bianca ha twittato che “non può confermare che il convoglio sia stato distrutto“. Chi è che deve presentare le prove, in un modo o nell’ altro, di quello che è successo? Erasolo un’altra false flag che doveva servire per far cominciare la guerra ma che è andata storta e che non ha funzionato?
Spero che sia chiaro quanto tutto ciò sia grave.
Purtroppo, io posso dare solo il mio parere su quanto “sta accadendo”. A mio parere, Washington sta facendo tutto e tutto il possibile per far cominciare una guerra. Questa guerra, naturalmente,finirà per andare contro gli interessi di Cina e Russia. Ma questa guerra “si può vincere“?
No, non si può vincere, e il pericolo maggiore è che finiremo per infilarci in un conflitto nucleare. Ma perché? Perché diavolo sembra che gli USA vogliano infilarsi in una guerra?
Ci sono diversi motivi e tutti si ricollegano sempre al dollaro e alla potenza che deriva dal poter emettere una “valuta di riserva”. Per prima cosa, è mia opinione che Washington abbia capito che il gioco sta per finire. L’economia non ha modo e non può essere spinta a ripartire perché è aggravata da un debito troppo alto. Credo anche che siamo arrivati al capolinea dove non è più possibile tenere oro e argento nascosti sotto un cappello, e credo che il metallo che servirebbe a copertura sia quasi esaurito. Credo anche nella consapevolezza di tutti che ci sia rimasto molto poco per dare sufficienti garanzie, con una nave che è quasi affondata. Nemmeno le bugie più eclatanti sui numeri dell’economia riescono più ad essere appoggiate da qualcuno. Dobbiamo ricordarci che solo la “fiducia” può riuscire a mantenere alto il valore del “Fiat money” . E’ solo questa mancanza di fiducia che Washington sta cercando di nascondere o di sviare dalla nostra attenzione.
E’ mia opinione che dovremo arrivare al punto in cui servirà un capro espiatorio e dovremo nascondere tutte le tracce di sporco del passato. Il sistema del dollaro è uno “schema Ponzi” che non può andare avanti da solo senza che ci sia qualcosa su cui poggiare, che giustifichi una “causa”. Tutto il processo di cui parliamo, sono sicuro è basato sul fatto che se cominciassimo una guerra e “we win- se vincessimo noi”, il dollaro potrebbe essere “imposto” a forza su tutto il mondo.
Allora si darà tutta la colpa al caos dell’economia, ai mercati che sono crollati, alla banca che ha chiuso e al valore dei soldi è svanito nel baratro del potere d’acquisto. Non avrà più nessuna importanza il fatto che finora abbiamo creato dei deficit selvaggi, che abbiamo stampato denaro e che abbiamo fatto quanto la storia ci sempre mostrato che sarebbe stato imprudente esconsiderato. Una guerra servirebbe (così sperano loro) come una distrazione dal caos finanziario. Io credo che loro pensino che la gente sarà tanto presa dai propri problemi da non aver nemmeno tempo di cercare di capire chi è stato ad aver ideato questa grande truffa. Se questa storia funzionasse/funzionerà o meno è tutta un’altra questione.
E’ mia opinione che tutto il mondo conosca tutto quello di cui abbiamo parlato e che, per questo, stia per lasciare soli gli Stati Uniti. Quello che abbiamo fatto per far cominciare una guerra ha eroso tutta la fiducia nella nostra moneta.
“La fiducia” era tutto quello che era rimasto e con cui abbiamo potuto vivere per anni. Sembra che più ne perdiamo, più “facciamo di tutto” per credere di poterla mantenere con quelle tattiche dibullismo che sono servite solo per allontanare ancora di più la poca fiducia che era rimasta. Come ho scritto la scorsa settimana, stiamo “buttano all’aria il tavolo a calci” perché non abbiamo più altre scelte. Cominciare una guerra non sarà nient’altro.
Quanto sopra è stato scritto nel fine settimana. Ora siamo arrivati a lunedi mattina [18 agosto] e “non è successo ancora niente”. Non è successo niente quindi possiamo dimenticarci tranquillamente di tutto quello che ho scritto e non pensarci più! Infatti anche le notizie di venerdì scorso ormai sono state dimenticate. Quello che nessuno deve dimenticare è il fatto che venerdì scorso sono state date delle “notizie completamente false”. A che cosa dovremmo credere “la prossima volta”? Perché ci sarà una prossima volta, possiamo contarci e sfortunatamente continuerà ad esserci una “ prossima volta” fino a quando si raggiungerà quello che vogliono, che poi sarebbe la guerra, come era scritto nel copione.
(Fonte comedonchisciotte – traduzione Bosque Primario)
La Terza Guerra Mondiale per l’energia
“Iraq, Siria, Nigeria, Sud Sudan, Ucraina, Mar della Cina a oriente e meridione: dovunque si guardi, il mondo è infiammato da nuovi conflitti o guerre che si intensificano. A prima vista appaiono eventi indipendenti l’uno dall’altro, fondati su circostanze specifiche. Ma osservando la questione più da vicino si comprende come abbiano in comune caratteristiche fondamentali. In ciascuno di questi conflitti emergono antagonismi atavici fra tribù, sette e popolazioni vicine. Ma guardate più da vicino e vedrete che ognuno di questi conflitti è, in fondo, una guerra di energia.
In Iraq e Siria ci sono attriti profondi tra sciiti, sunniti, curdi, turkmeni e altri ancora; in Nigeria tra musulmani e cristiani e gruppi tribali; in Sud Sudan tra Dinka e Nuer; in Ucraina tra ucraini lealisti e allineati filorussi; nel Mar della Cina a oriente e a sud tra cinesi, giapponesi, vietnamiti, filippini e altri ancora. Sarebbe facile attribuire tutto ad attriti e odi di lunga data, come suggerito da molti analisti; ma questi conflitti in realtà sono alimentati da impulsi ben più attuali e moderni, cioè la volontà di controllare i giacimenti di petrolio e gas naturale. Non cadiamo nell’errore: le guerre del ventunesimo secolo sono le guerre per l’energia.
Nessuno dovrebbe sorprendersi a fronte del ruolo che l’energia gioca in queste guerre. Dopo tutto il petrolio e il gas naturale sono la fonte maggiore di introiti per governi e grandi società quando ne controllano produzione e distribuzione. E i governi di Iraq, Siria, Nigeria, Sud Sudan e Russia ottengono enormi profitti dalla vendita del petrolio, mentre le grandi aziende dell’energia (molte di proprietà degli Stati) esercitano un potere immenso nelle nazioni coinvolte. Chiunque possa controllare questi Stati, e le aree al loro interno dove si estraggono petrolio e gas naturale, controlla anche la collocazione e l’allocazione di risorse cruciali. Nonostante la patina di inimicizie storiche, molti di questi conflitti, poi, sono davvero lotte per il controllo della principale fonte di reddito nazionale. Inoltre, viviamo in un mondo energetico-centrico in cui il controllo sulle risorse petrolifere e di gas (e dei loro vettori) si traduce in peso geopolitico per alcuni e vulnerabilità economica per gli altri.
La battaglia per le risorse energetiche è stata un fattore importante in molti recenti guerre, come la guerra Iran-Iraq tra il 1980 e 1988, la guerra del Golfo nel 1990 e la guerra civile sudanese tra il 1983 e il 2005. Magari, a prima vista, nei conflitti più recenti questo aspetto può apparire meno evidente, ma è sempre per quello. Le divisioni etniche e religiose possono fornire il carburante politico e ideologico, ma è la caccia al profitto che tiene viva la battaglia. In un mondo ancora fondato sui carburanti fossili, controllare petrolio e gas è una fattore essenziale dei poteri nazionali.
Senza la promessa di tali risorse, molti di questi conflitti finirebbero per mancanza di fondi per comprare armi e pagare le truppe. Finché il petrolio continua a scorrere, però, gli eserciti hanno sia i mezzi che gli incentivi per continuare a combattere.
In un mondo di combustibili fossili, il controllo sulle riserve di petrolio e gas è una componente essenziale del potere nazionale. “Il petrolio fa muovere automobili e aerei, alimenta il potere militare e la politica internazionale”, afferma Robert Ebel del Center for Strategic and International Studies, “è un fattore determinante per il nostro benessere, di sicurezza nazionale, e di potenza internazionale per coloro che possiedono questa risorsa vitale, e il contrario per coloro che non la possiede”.
Un giorno, forse, lo sviluppo delle energie rinnovabili cambierà tutto ciò, ma oggi se vedete una guerra scoppiare, è una guerra per l’energia”. Michael T. Klare