0

Esaurite le risorse della Terra per il 2012


Ogni anno il Global Footprint Network registra entrate e uscite e misura la domanda dell’umanità e l’offerta di risorse naturali e di servizi ecologici. Ne emergere ogni anno un dato che dovrebbe far riflettere e che nel 2012 fissa in 8 mesi il limite del superamento della sfruttamento delle risorse rinnovabili e del sequestro di C02 che il nostro pianeta può fornire per un anno intero.

Oggi, 22 agosto 2012, cade l’Earth Overshoot Day, ovvero la data approssimativa oltre la quale il consumo di risorse per un dato anno supera la capacità del pianeta Terra di ricostituirle. D’ora in poi l’attività umana si svolgerà a debito. Per il resto dell’anno, accumuleremo deficit ecologico attingendo alle riserve delle risorse locali e accumulando anidride carbonica nell’atmosfera. Proprio come un estratto conto bancario che registra entrate e uscite, il Global Footprint misura la domanda dell’Umanità e l’offerta di risorse naturali e dei servizi ecologici della Terra.Global Footprint Network calcola che in circa 8 mesi, l’Umanità ha già chiesto il massimo delle risorse rinnovabili e del sequestro di C02 che il pianeta può fornire per l’anno in corso.
Secondo il Global Footprint nella metà degli anni ’70 l’Overshoot day è sceso sotto la soglia dell’anno, da allora i consumi hanno superato quanto la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Ecco la sequenza temporale dell’Earth Overshoot day a partire dal 1987 (anno in cui si è cominciato a calcolarlo):
– 1987 19 Dicembre (355 gg)
– 1990 7 Dicembre (341 gg)
– 1995 21 Novembre (325 gg)
– 2000 1 Novembre (305 gg)
– 2005 20 Ottobre (293 gg)
– 2007 26 Ottobre (299 gg)
– 2008 23 Settembre (266 gg)
– 2009 25 Settembre (268 gg)
– 2010 21 Agosto (233 gg)
– 2011 27 Settembre (270 gg)
– 2012 08 Agosto (220 gg)
Alla luce delle tendenze attuali di consumo, una cosa è chiara: l’Overshoot Day della Terra ogni anno tende ad arrivare prima.
Earth Overshoot Day, concetto originariamente sviluppato dal Global Footprint Network e da un gruppo di economisti anglosassoni della New economics foundation, è un marcatore annuale che segna il punto oltre il quale iniziamo a vivere al di là dei nostri mezzi in un dato anno.

Maggiori informazioni su: www.footprintnetwork.org 

Prepariamoci a vivere un mondo con meno risorse. Il cambiamento deve partire dalle nostre case (più coibentate), dalle nostre abitudini, più sane ed economiche (dal consumo d’acqua ai trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall’orto all’impegno civile). Oggi non possiamo più aspettarci soluzioni miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono.

Condividi:
1

Living Planet Report 2012, stiamo spremendo il Pianeta

Foto André Kuipers

 

Il rapporto 2012 del Living Planet Report del WWF, arrivato alla nona edizione, ci mette in allarme sulla stato di salute del nostro Pianeta. Con il nostro attuale livello di consumo, la Terra necessita di un anno e mezzo per produrre e ricostruire le risorse naturali che l’umanità utilizza in solo 1 anno. Possiamo ancora invertire questo trend attraverso scelte migliori che vedano l’economia, i modelli produttivi e gli stili di vita porre al centro il valore del capitale naturale.

Noi tutti ben conosciamo la cruda serie di grafici che illustra nel dettaglio le modalità con cui stiamo indebolendo le risorse e la resistenza della Terra. La pressione che esercitiamo sul Pianeta e il conseguente declino dello stato di salute di quelle foreste, fiumi e oceani che rendono possibile la nostra stessa esistenza. Viviamo come se avessimo un altro Pianeta a nostra disposizione. Utilizziamo il 50% in più delle risorse che la Terra può fornire e se non cambieremo il corso delle cose, entro il 2030, anche due Pianeti non saranno più sufficienti.

Analogamente all’andare in rosso su un conto corrente, nello stesso modo si depurano le risorse naturali. Agli attuali livelli di consumo, molti ecosistemi arriveranno al collasso ancora prima di aver visto completamente esaurite le proprie risorse. Le conseguenze dell’eccesso di gas a effetto serra, che non riescono ad essere assorbiti dalla vegetazione, sono già visibili: l’aumento dei livelli di CO2 nell’atmosfera sta causando un innalzamento delle temperature medie globali, i cambiamenti climatici e l’acidificazione degli oceani.

La deforestazione, circa 13 milioni di ettari di foresta sono stati eliminati ogni anno tra il 2000 e il 2010, e il degrado delle foreste attualmente provocano fino al 20% delle emissioni antropogeniche di biossido di carbonio, la terza maggiore causa di emissione dopo il carbone e il petrolio.

Cambiare si può, possiamo creare un futuro che fornisca risorse alimentari, idriche ed energetiche ai 9, o forse 10, miliardi di persone che abiteranno il Pianeta nel 2050. Siamo in grado di produrre il cibo di cui abbiamo bisogno. Le soluzioni si trovano nella riduzione dei rifiuti, nel miglioramento dell’utilizzo delle sementi e delle tecniche di coltivazione; nel rendere nuovamente produttivi i terreni degradati; nel modificare le abitudini alimentari.

Tecniche d’irrigazione più intelligenti e una migliore pianificazione possono, per esempio, contribuire a un utilizzo più efficiente delle risorse idriche. Siamo in grado di soddisfare il nostro fabbisogno energetico per mezzo di fonti pulite e abbondanti, quali l’eolico e il solare. Dobbiamo imparare a aumentare l’efficienza energetica di edifici, autoveicoli e fabbriche per dimezzare la quantità totale di energia impiegata.

La prospettiva di “Un solo Pianeta” (One Planet) del WWF propone soluzioni per gestire, governare e dividere il capitale naturale nei limiti ecologici della Terra. Il WWF richiede scelte migliori lungo tutto il sistema di produzione e consumo, sostenute da un riordinamento dei flussi finanziari e da una più equa gestione delle risorse. Che poi e’ quello che tutti noi desideriamo per non vederci scomparire insieme a questo nostro splendido Pianeta.

In questo incredibile video l’espansione e l’impatto delle flotte pescherecce mondiali dal 1950 al 2006. L’incremento di quasi cinque volte nel pescato mondiale, che e’ passato dai 19 milioni di tonnellate del 1950 agli 87 milioni di tonnellate nel 2005, ha lasciato molte aree di pesca ormai fortemente sovrasfruttate.

 

Scarica il rapporto completo LIVING PLANET REPORT 2012 – sintesi  in italiano

Condividi:
2

Earth Day: La Terra ha bisogno del nostro aiuto

 

Il nostro pianeta, la nostra casa, è stata dimenticata. Il cambiamento climatico non accenna a diminuire. Quasi ogni giorno succede un disastro ecologico. Sul nostro Pianeta siamo diventati più di 7 miliardi di esseri umani, nel 2030 secondo le previsioni saremo più di 8 miliardi. Una situazione inedita, spiegata molto bene nel libro 2030 La tempesta perfetta: Come sopravvivere alla Grande Crisi, per la Terra che non dispone di risorse infinite e che non può permettersi sprechi ulteriori e sbilanciamenti di ricchezze. La Terra ha bisogno del nostro aiuto.

Il tema scelto per l’edizione 2012 dell’Earth Day, che il prossimo 22 aprile festeggia 42 anniè “Mobilita il Pianeta – Un Miliardo di Azioni Verdi”. Lo scopo è quello di invitare chiunque a compiere, anche nell’ambito della propria quotidianità, tutte le azioni possibili che possano in qualche modo contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Il traguardo ulteriore di questa iniziativa sarà quello di portare un risultato concreto e misurabile in termini di riduzione delle emissioni di CO2 in occasione del Summit Mondiale di Rio 2012. Infatti dal 20 al 22 giugno a Rio de Janeiro, il tema sarà principalmente sulla Green Economy, come strumento per promuovere uno sviluppo sostenibile e l’eliminazione della povertà. In particolare, i principali tavoli di discussione verteranno su: commercio e Green Economy; oceani; città sostenibili; obiettivi e indicatori di sviluppo sostenibile; lavori green e integrazione sociale; riduzione del rischio di catastrofi e aumento della resilience; sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile; acqua; scienza e tecnologia per uno sviluppo sostenibile, ecc.

Ogni anno, la Giornata della Terra segna l’anniversario di quello che molti considerano la nascita del moderno movimento ambientalista nel 1970. Il 22 aprile 1970, 20 milioni di cittadini americani avevano risposto ad un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, partecipando ad una storica manifestazione a difesa del pianeta.

Quest’anno l’Earth Day Network, conta sulla partecipazione di 192 paesi. Più di un miliardo di persone, di tutte le nazionalità e provenienza, saranno la voce del pianeta chiedendone la protezione. Il tam tam ha gia’ fatto il giro del mondo e il contatore segna oltre 960 milioni di ”azioni verdi”: fra le piu’ gettonate c’e’ l’impegno a piantare un giardino a casa propria o a scuola, mangiare più cibo locale, firmare la petizione in difesa dell’Amazzonia, eliminare l’uso di pesticidi e prodotti tossici per la pulizia.

”Il 2012 – spiega Kathleen Rogers, presidente dell’Earth Day Network – sara’ un anno critico per dare forma alle politiche ambientali per il prossimo decennio”. ”Se vogliamo evitare il peggio – afferma Rogers – sul fronte dei cambiamenti climatici e proteggere il nostro pianeta, se vogliamo creare nuovi posti verdi, l’occupazione del futuro, allora dobbiamo sostenere l’economia in difficolta’, dobbiamo alzare la nostra voce e far sapere ai leader mondiali che vogliamo un’azione rapida”.

In Italia il principale evento sarà il concerto al Palapartenope di Napoli con la partecipazione di Anggun e di importanti protagonisti della scena musicale, tra cui Enrico Ruggeri e Roy Paci, aderenti al progetto Rezophonic, un progetto musicale e sociale nato nel 2006 da Mario Riso che si basa sulla realizzazione di dischi e concerti interpretati da artisti italiani di talento. I ricavati sono devoluti all’African Medical and Research Foundation AMREF per la realizzazione di pozzi d’acqua nella regione del Kajiado tra Kenya e Tanzania.

L’Earth Day 2012 sarà il primo vero concerto a Impatto Zero e kmZero: non solo saranno ridotte e compensate le emissioni di anidride carbonica attraverso la creazione e tutela di nuove piantumazioni nelle foreste, ma sarà garantita anche una visione diretta e gratuita in streaming grazie alla cooperazione dei partner Gruppo editoriale L’Espresso/La Repubblica, Vodafone Italia e SKY.

Condividi:
0

Amasia il nuovo Mondo

 

 

Tra 100 milioni di anni la Terra avrà un aspetto diverso. Secondo i ricercatori dell’Università di Yale, un supercontinente, simile agli antichi Nuna, Rodinia e Pangea, potrebbe nascere dall’unione di America e Asia: per questo motivo gli e’ stato dato il nome di Amasia. Il nuovo supercontinente si formerà a una distanza di 90 gradi rispetto a dove era situato Pangea fino a 180 milioni di anni fa. L’oceano Artico e il mar dei Caraibi si chiuderanno e l’America rimarrà nella cosiddetta cintura di fuoco del Pacifico, quella zona in cui le placche oceaniche scivolano sotto quelle continentali dando luogo a terremoti ed eruzioni vulcaniche.

 
 
 

 

Condividi: