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Alla ricerca dell’Iva perduta….193 miliardi evasi in Europa

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Uno studio recente sul divario IVA negli Stati membri rivela che, secondo le stime, nel 2011 sono andati perduti 193 miliardi di entrate IVA (l’1,5% del PIL) a causa della mancata riscossione dell’IVA o di inadempienze (l’Italia, come si vede dalla tabella, è il Paese con la cifra più elevata di mancati introiti, 36,1 miliardi di euro, seguono la Francia con 32,2 miliardi, e la Germania con 26,9 miliardi). Lo studio è stato finanziato dalla Commissione come parte della sua opera di riforma del sistema dell’IVA in Europa e della più ampia campagna di lotta contro l’evasione fiscale. Lo studio espone dati dettagliati sul divario tra l’IVA dovuta e quella effettivamente riscossa in 26 Stati membri tra il 2000 e il 2011 e illustra le principali cause di tale divario oltre a proporre una rassegna degli effetti della crisi economica sulle entrate IVA.

Il divario IVA è la differenza tra le entrate IVA previste e quelle effettivamente riscosse dalle autorità nazionali. Se il mancato rispetto della normativa in materia è indubbiamente un fattore che contribuisce notevolmente a tale ammanco delle entrate, il divario IVA non è dovuto unicamente a frodi. Il mancato pagamento dell’IVA è dovuto anche a fallimenti e insolvenze, errori statistici, pagamenti ritardati ed elusione legale, per non citare che alcune motivazioni. Quindi, per eliminare tale divario occorre un approccio che agisca a diversi livelli.

Prima di tutto, sono fondamentali una presa di posizione più severa nei confronti dell’evasione e una più rigorosa attuazione delle disposizioni a livello nazionale. La riforma del sistema IVA, avviata nel dicembre 2011, ha già provveduto a dotare di importanti strumenti per una migliore protezione contro le frodi in materia di IVA. Per esempio, il meccanismo di reazione rapida, adottato nel luglio 2013, permetterà agli Stati membri di reagire molto più tempestivamente ed efficacemente a imprevisti casi di frode in materia di IVA su grande scala.

In secondo luogo, più il sistema è semplice, più è facile per i contribuenti attenersi alle regole. Pertanto, la Commissione ha concentrato i propri sforzi sulla semplificazione del sistema IVA per le imprese in tutta l’Europa. Per esempio, all’inizio dell’anno sono entrate in vigore nuove misure per facilitare la fatturazione elettronica e disposizioni speciali per le piccole imprese e, nelle prossime settimane, sarà proposto un modello standard di dichiarazione IVA per tutta la UE. Dal 1° gennaio 2015 comincerà a funzionare uno sportello unico per le imprese che forniscono servizi di commercio elettronico e di telecomunicazione. Semplificando significativamente le procedure IVA per tali imprese e permettendo loro di presentare un’unica dichiarazione IVA per l’insieme delle loro attività nell’Unione, lo sportello incoraggerà un maggiore rispetto per le regole.

Infine, gli Stati membri devono riformare i loro sistemi fiscali nazionali in modo da agevolare l’ottemperanza delle norme, scoraggiare l’evasione e l’elusione e migliorare l’efficacia della riscossione fiscale. La Commissione ha fornito chiari orientamenti in materia con le raccomandazioni specifiche per paese. Inoltre, la relazione mette in luce il fatto che le aliquote IVA standard più elevate e i sistemi fiscali complicati con aliquote multiple possono contribuire alle inadempienze. Pertanto, occorre prestare particolare attenzione ai ripetuti inviti che la Commissione ha rivolto agli Stati membri chiedendo loro di allargare le basi imponibili nazionali e di limitare le esenzioni e riduzioni fiscali. Ciò non solo contribuirebbe a semplificare i sistemi fiscali, ma permetterebbe agli Stati membri di evitare le impennate delle aliquote fiscali standard.

“L’imposta sul valore aggiunto (IVA) è versata dai cittadini, riscossa dalle imprese e rappresenta oltre il 20% delle entrate nazionali. Per questo motivo ha un notevole impatto su ogni singolo cittadino dell’UE. Tuttavia l’introduzione del sistema IVA risale a 40 anni fa e il regime non è più in linea con la nostra economia orientata ai servizi e basata sulle tecnologie. È giunto il momento di avviare una riforma ambiziosa del sistema IVA”, è quanto dichiarato da Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode.

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