Dieci proposte al governo per migliorare l’accoglienza dei migranti a Lampedusa e la vita sull’isola. Un decalogo firmato da Migrantes e Caritas.
Il costante flusso di migrazioni forzate provenienti dal Nord Africa ha fortemente sollecitato il nostro sistema nazionale di accoglienza che in più occasioni ha mostrato delle debolezze a cui si è fatto fronte con interventi di carattere emergenziale. La cosiddetta “Emergenza Nord Africa” è stata in tal senso paradigmatica e gli effetti di quella vicenda si stanno ancora riverberando sui territori che, contestualmente, stanno affrontando il peso di nuovi arrivi che non sembrano più fermarsi nemmeno durante la stagione invernale. Fermandoci ad analizzare la situazione della Sicilia e di Lampedusa, certamente l’ampliamento del sistema di accoglienza Sprar e l’iniziativa Mare Nostrum costituiscono due importanti risposte a un fenomeno che per lungo tempo è stato sottovalutato. È evidente, però, che l’avvicinarsi della stagione estiva potrebbe nuovamente esporre il nostro paese ad una grave crisi nel sistema di accoglienza e quindi di tutela dei cittadini stranieri che scelgono di attraversare il Mediterraneo. Per questo, oggi come nel passato, le organizzazioni che rappresentiamo mettono a disposizione risorse e mezzi per sostenere lo sforzo istituzionale volto a dare delle risposte sul fronte dell’accoglienza e tutela dei migranti. In tal senso vogliamo ricordare la recente apertura di un presidio permanente presso l’isola di Lampedusa, il lavoro educativo nel Comprensorio scolastico dell’isola e la forte presenza della rete ecclesiale (Caritas, Migrantes, Istituti religiosi e Associazioni) nel sistema Sprar. Infine ci preme ricordare la difficile situazione in cui versano alcuni centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati presenti in Sicilia tra cui Mineo per il quale si chiede un intervento urgente per riportarlo ad una situazione di normalità.
Il quadro nazionale ed europeo non è sembrato negli ultimi anni in grado di formulare un quadro di risposte organiche al fenomeno migratorio chiaro e definito. Alla luce di quanto sopra, si propongono le seguenti azioni:
1) Revisione delle politiche di accesso al territorio italiano e facilitazione del rilascio dei visti presso le ambasciate italiane all’estero, che dovranno necessariamente essere rafforzate per adempiere il compito.
2) Revisione nelle procedure di affidamento in gestione dei Centri di Accoglienza, evitando il sistema delle gare al ribasso, ma favorendo sistemi di accoglienza integrata che diano priorità alla qualità dell’accoglienza e all’impatto sociale della stessa.
3) Maggiori controlli nei confronti delle strutture di accoglienza e applicazione di sanzioni in caso di violazione delle Convenzioni. Lampedusa e Linosa.
4) Rigida applicazione del Modello Lampedusa: 48/72 ore e veloce trasferimento CPSA di Lampedusa: coinvolgimento dell’Amministrazione comunale e di Organizzazioni di volontariato e umanitarie extra Progetto Praesidium. Massima attenzione sull’efficace funzionamento del CPSA di Lampedusa, assicurando che non vi siano “soluzioni di continuità” rispetto all’accoglienza dignitosa di tutte le persone che arrivano via mare sull’isola. Gli stessi celeri trasferimenti dovrebbero avvenire comunque avendo assicurato alla persona il soddisfacimento dei suoi diritti umani fondamentali e basilari (cibo, vestiario, screening sanitario, igiene). Riteniamo infatti che la massima attenzione delle istituzioni europee e dei mass media nei confronti dell’isola debba spingere le istituzioni italiane a vigilare e garantire il più efficiente funzionamento del CPSA. Nell’immediato e nello specifico, in relazione ai lavori di ristrutturazione del CPSA attualmente in corso, si rende auspicabile una rivisitazione degli spazi prevedendo:
a. Spazio per trattamenti sanitari straordinari
b. Spazio ricreativo
c. Spazio riservato per minori e donne d. Spazio mensa al coperto che sia capace di accogliere effettivamente il numero dei migranti presenti
e di garantire che essi possano consumare i propri pasti al riparo dalle intemperie.
5) Affido momentaneo, in caso di sovraffollamento del CPSA, di minori e categorie vulnerabili in favore di famiglie lampedusane.
6) Maggiore attenzione al fenomeno del trafficking sin dallo sbarco e potenziamento delle figure di mediatori e operatori umanitari competenti Relativamente alle iniziative da intraprendere invece nei confronti del contesto sociale lampedusano, in considerazione dello straordinario ed eccezionale impatto sociale che il fenomeno dell’immigrazione ha nei confronti dello stesso, si ritiene inoltre di dover riconoscere particolare attenzione al sostegno alla realizzazione di un piano regolatore e sociale per l’isola di Lampedusa, che ripensi gli spazi e i luoghi della salute, della scuola, in particolare, vista l’inadeguatezza delle strutture. A tale scopo si propone:
7) Il potenziamento del presidio sanitario locale che, già inadeguato a far fronte alle esigenze della popolazione autoctona, si trova a dover fronteggiare emergenze sanitarie legate alla popolazione migrante in transito;
8) L’apertura all’interno del Presidio Sanitario locale di un reparto di ginecologia‐ostetricia‐neonatologia che possa consentire alle donne lampedusane di essere seguite durante la gravidanza e di partorire sull’isola in sicurezza e, contestualmente, di garantire assistenza alle donne migranti arrivate in stato di gravidanza o di accertare episodi di violenza sessuale subiti durante il viaggio;
9) L’attenzione alle problematiche legate a traumi che le persone migranti che arrivano sull’isola vivono, con particolare riguardo alle situazioni di violenze, prevedendo appositi servizi di supporto psicologico e di mediazione socio‐culturale;
10) La ristrutturazione urgente e l’ampliamento del Presidio scolastico dell’Isola, così che possa prevedere attività e sostegno ai minori in età scolare che arrivano sull’isola.