Il lavoro uccide: Ogni anno nel mondo più di 2,3 milioni di vittime

morti sul lavoro

Ogni 15 secondi un lavoratore muore a causa di un incidente sul lavoro o per una malattia relativa al lavoro. Ogni 15 secondi 153 lavoratori hanno un incidente sul lavoro. Ogni giorno muoiono 6.300 lavoratori a causa di un incidente sul lavoro o per una malattia relativa al lavoro.

Sono oltre 337 milioni gli incidenti sul lavoro che avvengono ogni anno nel mondo e oltre 2,3 milioni le persone che muoiono per infortuni e malattie professionali (4000 
nell’Unione Europea). Molti dei quali per la mancata adozione di misure di sicurezza. Un bollettino più tragico di Aids e tubercolosi. Continue Reading

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Già 320 i morti sul lavoro nel 2016

morti sul lavoro

Nel 2015 ci sono state oltre 1400 morti sul lavoro e nel 2016 (dati aggiornati al 31 Marzo 2016) con le morti sulle strade e in itinere si superano già i 320 morti. Nonostante le morti sul lavoro in Italia risultani in aumento, la sicurezza sul lavoro non rappresenta una priorità per l’economia di un paese come il nostro, che fatica ad uscire dalla crisi e non vede nella prevenzione un obiettivo strategico. I dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna che da nove anni monitora nel proprio sito in tempo reale le morti per infortunio sul lavoro. Continue Reading

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La scarsa qualità del lavoro in Italia

qualità del lavoro-Italia

“In Italia non scarseggia solo la quantità, ma anche la qualità del lavoro. In uno studio Ocse pubblicato oggi, la Penisola figura tra i Paesi con “una qualità del lavoro relativamente bassa” assieme a Grecia, Estonia, Portogallo, Spagna e Turchia. Per contro la maggiore qualità del lavoro è appannaggio di Paesi come l’Australia, la Germania, i Paesi scandinavi, l’Austria e la Svizzera.

“La qualità del lavoro non è importante solo per il benessere dei lavoratori, ma anche per la produttività di un’azienda”, ammonisce il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria, sottolineando la priorità di questo aspetto. Il rapporto si basa su tre indicatori che riflettono la qualità delle retribuzioni, l’insicurezza del mercato del lavoro e lo stress lavorativo. Continue Reading

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Sicurezza sul lavoro, se non ora quando

sicurezza sul lavoro

“Non ci sono mai stati tanti morti sul lavoro come quest’anno. Eppure il tema della sicurezza manca alla discussione sul jobs act. Dall’inizio dell’anno i morti sono stati 511, senza contare quelli sulle strade e in itinere. Nello stesso periodo del 2013 erano stati 453. Su 4000 mila infortuni mortali in tutti i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è il primo Paese europeo per morti sul lavoro, lo vogliamo dire per cortesia? Capisco che dobbiamo aiutare le imprese, ma non possiamo accettare che tutto ciò avvenga a scapito della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro. E non parliamo delle patologie professionali e dei tumori… Sarebbe sbagliato dire: “Modifichiamo le leggi, aumentiamo le sanzioni”. Abbiamo già il testo unico della sicurezza sul lavoro e il codice penale, e un regime sanzionatorio che se applicato è più che sufficiente per punire le violazioni. Bisogna dare un aiuto economico alle aziende virtuose, alle piccole e medie imprese, per far fronte ai costi legati alla sicurezza e alla formazione. Dobbiamo avere in tutto il Paese organi di vigilanza che facciano ispezioni accurate e non episodiche. Nei cantieri edili c’è la piaga degli infortuni mortali. Perché si lavora male e in nero? Il nodo è che i privati committenti che affidano i lavori a costi bassi recuperando sulla sicurezza. Gli ispettori devono capire quali sono le responsabilità reali. La magistratura interviene a macchia di leopardo e i processi vanno troppo a rilento. La prescrizione corre nei processi sulle morti bianche, dove gli accertamenti sono difficili e gli imputati ben difesi. Si dovrebbero irrobustire le strutture giudiziarie col personale amministrativo: inutile ridurre le ferie ai magistrati se non si possono fare udienze al pomeriggio e i processi si prescrivono. Inoltre è necessaria una procura nazionale per questo settore.

La cultura sulla Sicurezza resta un eufemismo se manca il primo di tutti i diritti: “Poter dire di No”. Prima di dire sciocchezze sul valore dell’’art.18 bisognerebbe conoscere fino in fondo le singole storie degli omicidi sul lavoro. Ed è chiaro, che meno diritti hai, più è difficile pretendere sicurezza e salute sul lavoro. Ed è chiaro che l’articolo 18, tutela anche la salute e sicurezza sul lavoro, perchè è proprio nelle aziende dove non ci sono tutele o dove non si possono pretendere i propri diritti, che ci sono la stragrande maggioranza degli infortuni e morti sul lavoro. Lo spot del Ministero del Lavoro di 4 anni fa diceva “Sicurezza sul lavoro, la pretende chi si vuole bene”. Uno spot francamente vergognoso, che costò ai cittadini italiani la bellezza di 9 milioni di euro.

Se si affronta quindi la questione lavoro, penso sia giusto farlo anche dal punto di vista della sicurezza. Lo scopo della discussione dev’essere aiutare a trovarlo, il lavoro: e sicuro“. Raffaele Guariniello, sostituto procuratore di Torino

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