
Secondo uno studio condotto da DataGiovani, elaborato su un campione di circa 355mila unità sul primo semestre del 2012, lo stipendio dei giovani italiani under 30 al primo impiego si attesta in media a 848 euro. Rispetto a quanto accade in Italia, nel resto d’Europa la situazione sembra più favorevole per i giovani lavoratori. Lo ha dimostrato il “Guardian”, incrociando i dati del Luxembourg Income Study sui redditi internazionali. Il quotidiano inglese si è concentrato su Australia, Italia, Spagna, Usa, Francia, Germania, Canada e Regno Unito.
Incrociando i dati dell’Eurostat e quelli dell’Organizzazione per la cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE), un’analisi di JobPricing per Il Sole 24 Ore ha evidenziato che i dipendenti italiani tra i 25 e i 34 anni di aziende private percepiscono uno dei salari di ingresso tra i più bassi d’Europa (23.586 euro lordi all’anno, pari a 1.312 euro netti su 13 mensilità) e che oltretutto viene eroso in gran parte dal fisco.
La curva delle retribuzioni viaggia a ritmo rallentato, facendo sì che i “picchi di carriera” italiani si raggiungano a 55 anni. Nel resto d’Europa 15 anni prima, sfociando in un divario tra stipendi under 30 che si allarga fino a 10mila-15mila euro. Lo stipendio annuo di un professionista italiano è inferiore a quello percepito da uno svizzero (48.100 euro), 1,5 volte in meno di uno svedese (36.200 euro), circa 1,4 volte in meno di un belga (34.300 euro), 1,2 volte in meno di un danese (29.700 euro) e di un olandese (29.400 euro).