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Professione giornalista

Mentre in gran parte dei paesi occidentali la densità della professione giornalistica è in declino, in Italia i giornalisti continuano ad aumentare, sia nell’ Ordine che nella professione, anche se solo il 45% degli iscritti sono ‘’attivi’’ ufficialmente e solo 1 su 5 ha un contratto di lavoro dipendente.

– In Francia nel 2012 il numero dei giornalisti professionali era calato al livello del 2006: 37.286 contro 37.423 di sei anni fa;

– Negli Stati Uniti si contano circa 60.000 giornalisti professionali. Quelli delle testate quotidiane e dei magazine erano 41.600 nel 2010, contro i 56.400 nel 2001 (e 56.900 nel 1990) e nel solo 2011 erano stati tagliati altri 4.190 posti di lavoro.

– Nel Regno Unito i giornalisti sono scesi di circa 10.000 unità dal 2008, da 60 a 50.000 circa.

L’ Italia ha quasi il doppio di giornalisti di Usa e Uk e il loro numero aumenta costantemente.

All’  1 ottobre 2012 l’ Ordine contava 103.036 iscritti (esclusi elenco speciale e stranieri) contro i 102.656 del 31 dicembre 2011 e i 100.487 dell’ anno precedente.

Per quanto riguarda la professione, gli iscritti all’ Inpgi attivi (e non in ‘’sonno’’) erano 43.300 nel 2009, erano diventati 44.906 nel 2010 e sono arrivati a 46.243 alla fine del 2011.

 

Ma a crescere, come si vede dalla tabella, è solo l’ area del lavoro autonomo e parasubordinato(Co.co.co), mentre quella del lavoro dipendente continua a restringersi.

Solo il 19,1% degli iscritti all’ Ordine – meno in giornalista su 5 – ha un contratto di lavoro dipendente.

Nonostante lo stato di crisi di tante testate, i prepensionamenti e il sostanziale blocco del turn over (i praticanti sono scesi da 1.306 del 2009 a 868, mentre dal 2007 al 2011 solo nei tre maggiori gruppi, Rcs, Espresso e Mondadori,  sono stati tagliati quasi 3300 posti, il 21% circa del totale), globalmente quindi il bacino del giornalismo retribuito ufficiale  (i giornalisti iscritti all’ Inpgi e con una posizione ‘’attiva’’) continua a lievitare.

Il problema è che questo dato rappresenta tutti i titolari di reddito da lavoro giornalistico ufficiale:

1)      quelli che fanno giornalismo come professione unica o prevalente (i quasi 20.000 subordinati e i freelance veri, per scelta);

2)      quelli che svolgono altre attività professionali  e fanno anche del giornalismo: i pubblicisti tradizionali;

3)      quelli che fanno prevalentemente giornalismo ma con retribuzioni bassissime e che non riescono a conquistare un contratto ed entrare nel mondo del lavoro stabile. Continue Reading

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