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La collina dei veleni


Secondo quanto raccontato da Carmine Schiavone era la discarica della Camorra. Una storia fatta di legami pericolosi tra criminalità, politica e poteri occulti. Borgo Montello, in provincia di Latina, visto da fuori, ha l’aspetto di una collina, con linee quasi dolci. E’ quell’odore acre e invisibile a ricordare che dietro il verde pallido si nasconde una sorta di labirinto. E’ nella pancia della collina che si nascondono i fusti mortali portati dagli uomini del clan dei Casalesi. Proprio uno di loro Schiavone, collaboratore di giustizia del processo Spartacus contro il cartello dei casalesi, ha voluto ricordare perché dalla provincia di Caserta si puntava su questo lembo di terra a settanta chilometri da Roma, alle porte di Latina: lì buttavamo anche rifiuti radioattivi, ha raccontato. “Era una nostra zona”, aveva già dichiarato fin dal 1993. E’ da allora che in tanti seguono la chimera dei veleni nascosti sotto il ventre della collina dei misteri. Oggi siamo arrivati al dunque. Il comune di Latina ha affidato i lavori per scavare nella zona più antica della discarica di Borgo Montello, nel sito SO. Una sfida che parte con qualche dubbio.

L’area e’ immensa, divisa in sette invasi. La gestione e’ affidata per una parte alla Ecoambiente, con una quota importante in mano a Manlio Cerroni, e per un’altra parte alla Ind.eco., società della galassia della holding di Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche lombarde condannato per l’affare di Santa Giulia a Milano. Nel 1998 l’istituto di vulcanologia, la Unichim e il Centro europeo di ricerca comune di Ispra (Va), realizzarono uno studio nell’invaso più antico, chiamato SO, chiuso alla fine degli anni ’80. Gli strumenti individuarono tre anomalie magnetiche, segno della presenza di corpi metallici. I carotaggi per la ricerca dei fusti velenosi riguarderanno esclusivamente questa zona. E’ un’operazione verità che gli abitanti di Borgo Montello attendono da decenni, per capire quali veleni siano stati nascosti. Colpisce, però, un dato contenuto nel progetto preliminare alla base della ricerca: all’Arpa Lazio verranno affidate le analisi di appena il 10% delle sostanze sospette che si incontreranno. Chi sceglierà quel dieci per cento di campioni? Non c’è un indicazione chiara tra le carte del progetto e il sospetto e’ che la scelta alla fine ricadrà sulla società scelta per i lavori.

All’apertura delle buste con le offerte la scelta e’ caduta su una società molto nota a Latina, la Poseidon. Qui le cose si complicano ulteriormente. Un anno fa questo gruppo che si occupava di pulizia delle spiagge e di igiene ambientale ha subito una perquisizione da parte dei carabinieri di Terracina, che stanno conducendo una serie di indagini sulla gestione dei rifiuti in provincia di Latina.

Poseidon non sembra, tra l’altro, navigare in buone acque, secondo quanto ammettono gli stessi dirigenti della società. Tra le case dei contadini che ancora resistono a Borgo Montello di certo non si respira un’aria da grande evento. La verità, in fondo, non e’ mai stata così lontana, accompagnata da tante anomalie e da inevitabili conflitti di interessi, mentre, silenziosamente, in tanti contano ammalati di tumori.

(Fonte Il Punto)

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