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Complessa trasparenza

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Spese quadrimestrali del M5S dal 19.03.2013 al 18.07.2013

Il regolamento del Senato obbliga a pubblicare, insieme all’organigramma, ogni 4 mesi su un apposito sito esterno i rendiconti quadrimestrali delle spese del gruppo. Ma siccome non esisteva ancora, e per vari problemi, un portale informativo generale del Movimento 5 Stelle dove pubblicarli,  i rendiconti del M5S tardavano ad arrivare. Finalmente il lancio del portale è avvenuto ed ora è consultabile da tutti.

Ma la diffusione del bilancio dei primi quattro mesi di attività dei gruppi parlamentari ha creato nuovi grattacapi tra gli eletti del Movimento. Troppo generiche le voci che parlano di consulenze e di locazioni. Mentre senatori e deputati, la settimana prossima, dovranno pubblicare il resoconto dettagliato delle spese sostenute con la diaria (non basta la cifra totale del bonifico per giustificare le uscite), qui si parla di contratti ed affitti senza specificare né per chi né per cosa. Spulciando le 56 voci di spesa del bilancio effettivamente non si hanno le idee molto chiare. È vero che i Cinque Stelle hanno rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamento e restituito un milione e mezzo solo nei primi tre mesi di legislatura, ma la trasparenza in toto è un altra cosa. E soprattutto essendo un pilastro del Movimento e di Grillo ci si aspettava una più dettagliata relazione. Invece il bilancio è piuttosto generico, come era gia’ avvenuto con la “Rendicontazione delle spese per lo Tsunami Tour”. Risponde ai requisiti richiesti dalla legge, è vero. Però da M5S ci si deve aspettare qualcosa di più. A chi sono destinati i tre immobili presi in affitto dal gruppo? O chi siano e cosa abbiano fatto i consulenti retribuiti (domanda: c’è anche la Casaleggio associati?). Oppure, vista la campagna sui consumi “low cost”, perché si siano spesi quasi 12 mila euro in tre mesi per la telefonia utenze mobili?.

Sicuramente i simpatizzanti del Movimento diranno beh almeno loro pubblicano i rendiconti, visto che Popolo della libertà, Scelta civica e Lega Nord ancora mancano all’appello, ok benissimo lode, ma la trasparenza è un altra cosa, o meglio il faro è stato acceso ma le stanze buie dove nascondere “qualcosina” ci sono ancora….

Movimento 5 Stelle Bilancio di cassa dal 15 Marzo - 31 Agosto 2013

Movimento 5 Stelle Bilancio di cassa della Camera dal 15 Marzo – 31 Agosto 2013

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Amministrative 2013: Vince il non voto, non parlo, non sento, non vedo

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Alle Amministrative di domenica hanno perso tutti. C’è poco da starsela a raccontare, o meglio il Pd e il Pdl se la raccontano e ce la raccontano. Sicuramente il forte calo del Movimento 5 stelle, causa anche l’astensionismo, era prevedibile. Ma dire che il Pd tiene o avanza, quando nei comuni capoluogo perde il 38% dei voti in tre mesi, mi sembra una bella bufala. E il Pdl? Nessuno lo dice ma ha perso due terzi dei voti a Roma in cinque anni e un terzo in tre mesi. Per non parlare della Lega Nord beh… Ma vediamo l’elaborazioni dei risultati del voto amministrativo appena conclusosi, effettuato dall’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna, per capire quanto i contendenti abbiano riscosso maggiori o minori consensi rispetto alle analoghe precedenti elezioni politiche (dello scorso febbraio) e amministrative (si sono scelte le precedenti regionali rispetto alle precedenti comunali per il minor lasso di tempo intercorso).

Nell’analisi, relativa ai 16 comuni capoluogo in cui si è votato, non si fa uso delle percentuali su voti validi – come di consueto viene fatto – ma dei voti in assoluto presi dai partiti e dai candidati (le % su voti validi fanno riferimento al rapporto di forza tra i partiti e oscurano la relazione partiti-elettori in quanto non tengono conto dell’astensione). Le variazioni temporali sono presentate sia in valore assoluto che in valore percentuale (relativamente ai valori di partenza): se un partito passa da 150.000 voti a 135.000, diremo che ha perso 15.000 voti pari al 10% dei suoi voti iniziali.

L’analisi è condotta sui voti ai partiti e non sui candidati sindaco. In questo modo viene perso il “voto al solo candidato”, così come non entrano nel computo dei voti ai partiti i voti alle “liste del candidato”. Questo modo di procedere può sottostimare il voto ai partiti nelle elezioni amministrative nel loro confronto col voto alle politiche (per esempio un elettore che a Roma vota solo Ignazio Marino senza dare il voto anche al Pd non appare fra i voti al Pd, così come non vi entra il voto per la “Lista civica Marino Sindaco”) ma si tratta di una sottostima che dovrebbe penalizzare sostanzialmente nello stesso modo tutti i partiti.

Dall’analisi dei dati emerge che sia i partiti di centro-sinistra sia quelli di centro destra perdono molti consensi. Tuttavia il centro-destra, Pdl e Lega Nord insieme, ha subito una contrazione maggiore.

Nelle 16 città analizzate le forze che fanno riferimento ai partiti a sinistra del Partito democratico (Sel, Rivoluzione civile, Sinistra arcobaleno, Rifondazione Comunista) hanno incrementato del 9% i consensi rispetto alle politiche del 2013, mentre un avanzamento molto più significativo c’è stato in comparazione con le regionali del 2010 (+34%). Per quanto riguarda i partiti, il Partito Democratico ha subito una contrazione pari al 39% dell’elettorato che lo aveva scelto nel 2013 alle politiche (pari a un decremento di 243.000 voti); rispetto alle elezioni regionali sempre del 2010 (2013 per Lazio) la contrazione è stata leggermente inferiore, ma pur sempre significativa (una perdita che si attesta attorno al 32%) (–183.000 consensi).

Il Popolo della Libertà ha perso una quantità di consensi che richiama la dinamica subita dal Pd: –40% rispetto alle politiche del febbraio scorso (-163.000 voti), mentre rispetto alle precedenti regionali il partito di Berlusconi ha visto ridursi i propri voti del 32%, pari a – 115.000 elettori.

La Lega Nord ha perso oltre la metà dei consensi ricevuti alle politiche del 2013 e ha raccolto soltanto un quarto dei voti delle regionali 2010 (-76%).

Il Movimento 5 stelle, vera novità delle scorse elezioni politiche, ha subito un tracollo rispetto alle consultazioni di febbraio (raccoglie meno di un terzo dei voti ricevuti alle politiche); mentre se comparato al risultato delle precedenti regionali (quando il successo del Movimento fu assai minore), il consenso del partito di Grillo si riduce solo del 30%. Se togliamo dai dati il valore del Comune di Roma, il cui peso elettorale incide notevolmente sull’intero campione dei comuni capoluoghi di provincia considerati, la flessione del Pd si riduce nelle proporzioni (–31% rispetto alle politiche e –17% rispetto alle regionali); viceversa, si accentua notevolmente la contrazione elettorale del Pdl (perde oltre la metà del proprio elettorato conquistato alle politiche e circa i due terzi rispetto alle regionali).

Il voto per aggregati di coalizione e partiti (2013 comunali vs. 2013 politiche e vs.  regionali 2010 o successive, 16 comuni capoluogo).Fonte Istituto Carlo Cattaneo

Il voto per aggregati di coalizione e partiti (2013 comunali vs. 2013 politiche e vs.
regionali 2010 o successive, 16 comuni capoluogo).Fonte Istituto Carlo Cattaneo

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