3

La società attuale è davvero il Mondo alla rovescia

Viviamo in un mondo alla rovescia. Chi ci comanda ha fatto un ottimo lavoro. Ha costruito un mondo alla rovescia dove tutto è ormai in vendita, anche la morale, l’etica, la civiltà, il buon senso, l’affetto, i valori sociali.

Un mondo a testa in giù fatto di persone che vivono con l’ansia addosso e che non sanno più dove sia il cielo e dove la terra, il mare. Dove andremo a finire? Proviamo ad immaginare, supponiamo che…

Supponiamo che l’Italia perda all’improvviso tutti i suoi migliori cittadini

Parabola. Supponiamo che l’Italia perda all’improvviso i suoi cinquanta migliori fisici, i suoi cinquanta migliori chimici, i suoi cinquanta migliori fisiologi, i suoi cinquanta migliori matematici, i suoi cinquanta migliori poeti, i suoi cinquanta migliori pittori, i suoi cinquanta migliori scultori, i suoi cinquanta migliori musicisti, i suoi cinquanta migliori letterati, i suoi cinquanta migliori meccanici, i suoi cinquanta migliori ingegneri civili e militari, i suoi cinquanta migliori artiglieri, i suoi cinquanta migliori architetti, i suoi cinquanta migliori medici, suoi cinquanta migliori chirurghi, i suoi cinquanta migliori farmacisti, i suoi cinquanta migliori marinai, i suoi cinquanta migliori orologiai, i suoi cinquanta migliori banchieri, i suoi duecento migliori commercianti, i suoi seicento migliori agricoltori, i suoi cinquanta migliori fucinatori, i suoi cinquanta migliori fabbricanti d’armi, i suoi cinquanta migliori conciatori, i suoi cinquanta migliori tintori, i suoi cinquanta migliori minatori, i suoi cinquanta migliori produttori di panno, i suoi cinquanta migliori produttori di cotone, i suoi cinquanta migliori fabbricanti di seta, i suoi cinquanta migliori produttori di tela, i suoi cinquanta migliori fabbricanti di chincaglierie, i suoi cinquanta migliori fabbricanti di ceramiche e porcellane, i suoi cinquanta migliori fabbricanti di cristalli e vetrerie, i suoi cinquanta migliori armatori, le sue cinquanta migliori ditte di trasporto, i suoi cinquanta migliori tipografi, i suoi cinquanta migliori incisori, i suoi cinquanta migliori orafi e altri specialisti nella lavorazione dei metalli, i suoi cinquanta migliori muratori, i suoi cinquanta migliori carpentieri, i suoi cinquanta migliori falegnami, i suoi cinquanta migliori maniscalchi, i suoi cinquanta migliori coltellinai, i suoi cinquanta migliori fonditori, e le tante altre persone di professione non designata più abili nelle scienze, nelle belle arti, nelle arti e nei mestieri che nel loro complesso rappresentino i tremila migliori scienziati, artisti e artigiani d’Italia. Continue Reading

Condividi:
2

I massoni al potere in Italia e nel mondo

massoneria

Se non sei massone non hai alcuna chance di arrivare al vero potere.

Le “Ur-Lodges”, sono superlogge massoniche sovranazionali che detengono un ferreo controllo sulle dinamiche di potere del mondo attuale e contemporaneo. Insomma, coloro che hanno in mano il destino del mondo. Vantano l’affiliazione di presidenti, banchieri, industriali e da loro dipendono le associazioni paramassoniche tipo la Trilateral Commission o il Bilderberg Group. Tutti i potenti del mondo, se ancora non lo sapete sono iscritti alla massoneria. Nomi e cognomi che trovate nel nuovo libro del Gran Maestro del Grande Oriente Democratico, Gioele Magaldi.

Il mondo, e l’Italia è governato dalle segretissime Ur-Lodges massoniche, delle quali farebbero parte:

Barack Obama, Angela Merkel, Vladimir Putin, Xi Jinping, Christine Lagarde, Francois Hollande, Wolfgang Schauble, Jean Claude-Trichet, Bill Clinton, Tony Blair, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Mario Monti, Fabrizio Saccomanni, Pier Carlo Padoan, Massimo D’Alema, Gianfelice Rocca, Domenico Siniscalco, Giuseppe Recchi, Marta Dassù, Corrado Passera, Ignazio Visco, Enrico Tommaso Cucchiani, Alfredo Ambrosetti, Carlo Secchi, Emma Marcegaglia, Matteo Arpe, Vittorio Grilli, Giampaolo Di Paola, Federica Guidi. Berlusconi, invece, avrebbe creato una Ur-Lodge personale, la Loggia del Drago.

“Per far inghiottire simili riforme idiote e antipopolari alla cittadinanza, la devi spaventare come si fa con i bambini. Altrimenti gli italiani, se non fossero stati dei bambinoni deficienti, non avrebbero accolto con le fanfare i tre commissari dissimulati che abbiamo inviato loro in successione: il fratello Mario Monti, il parafratello Enrico Letta, l’aspirante fratello Matteo Renzi”  questo il racconto di un supermassone delle Ur-Lodges dal libro Massoni di Magaldi.

Gioele MagaldiDalla sconfitta del nazifascismo alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, spiega Magaldi, “dall’edificazione dell’Europa unita al crollo del comunismo, dalla globalizzazione al terrorismo islamico e alla crisi dell’eurozona, viene raccontata una feroce battaglia per l’egemonia planetaria. Una guerra spietata per promuovere o affossare la democrazia. Una competizione tra le Ur-Lodges neo-aristocratiche e quelle progressiste. Tutto questo viene per la prima volta esplicato in modo limpido dinanzi all’opinione pubblica italiana e mondiale grazie allo studio e alla ricognizione rigorosa, comparativa e orientata scientificamente, di migliaia di documenti conservati presso gli archivi privati delle più prestigiose e influenti Ur-Lodges del pianeta. Documenti, peraltro, fotocopiati e depositati dagli autori del libro presso alcuni importanti studi legali e notarili di Parigi, Londra e New York'”.

Altri massoni storici: John Locke (1632-1704), Isaac Newton (1642-1727), Jean «John» Theo¬philus Desaguliers (1683-1744), Montesquieu (1689-1755), Voltaire (1694-1778), Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), Giacomo Casa¬nova (1725-1798), Cagliostro (1743-1795), Cesare Beccaria (1738-1794), Benjamin Franklin (1706-1790), George Washington (1732-1799), Thomas Jefferson (1743-1826), Thomas Paine (1737-1809), Nicolas de Condorcet (1743-1794), Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau (1749-1791), Philippe Egalité (1747-1793), Jacques Brissot (1754-1793), Camille Desmoulins (1760-1794), Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829), Gilbert du Motier de La Fayette (1757-1834), Jacques Laffitte (1767-1844), Francisco de Miranda (1750-1816), Napoleone Bonaparte (1769-1821), nella sua fase filorepubblicana, Rafael del Riego (1784-1823), George Gordon Byron (1788-1824), Alessandro Ypsilanti (1792-1828), José de San Martin (1778-1850), Simón Bolívar (1783-1830), Aleksandr Sergeevic Puskin (1799-1837), Samuel Gridley Howe (1801-1876), William Lloyd Garrison (1805-1879), Ralph Waldo Emerson (1803-1882), Thaddeus Stevens (1792-1868), Charles Sumner (1811-1874), Benjamin Wade (1800-1878), William Cullen Bryant (1794-1878), Carl Schurz (1829-1906), Aleksandr Ivanovic Herzen (1812-1870), Giuseppe Mazzini (1805-1872), John Stuart Mill (1806-1873), Giuseppe Garibaldi (1807-1882), Jules Michelet (1798¬1874), il Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) della maturità, Louis Blanc (1811-1882), Victor Hugo (1802-1885), Lajos Kossuth (1802-1894), Charles Darwin (1809-1882), José Martí (1853-1895), Lev Nicolàevic Tolstòj (1828-1910), Giosuè Carducci (1835-1907), Max Weber (1864-1920), John Dewey (1859-1952), Leonard Hobhouse (1864-1929), Sigmund Freud (1856-1939), Theodore Roosevelt (1858-1919), Thomas Woodrow Wilson (1856-1924), Eduard Bernstein (1850-1932), George Bernard Shaw (1856-1950), Mustafa Kemal Ataturk (1881-1938), Gerard Swope (1872-1957), John Maynard Keynes (1883-1946), Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), Mohandas Karamchand Gandhi detto «il Mahatma» (1869-1948), Aleksandr Fédorovic Kerenskij (1881-1970), George Orwell (1903-1950), Carl Gustav Jung (1875-1961), Albert Einstein (1879-1955), George Marshall (1880-1959), Clement Attlee (1883-1967), Harry Truman (1884-1972), William Beveridge (1879-1963), Charlie Chaplin (1889-1977), Angelo Giuseppe Roncalli divenuto Giovanni XXIII (1881-1963), Antonio de Curtis detto Totò (1898-1967), Martin Luther King (1929-1968), Meuccio Ruini (1877-1970), Federico Caffé (1914-1987), Karl Popper (1902-1994), Altiero Spinelli (1907-1986), Gunnar Myrdal (1898-1987), Paul Feyerabend (1924-1994), Harold Wilson (1916-1995), Thomas Kuhn (1922-1996), Robert William Komer (1922-2000), John Rawls (1921-2002), John Kenneth Galbraith (1908-2006), James Hillman (1926-2011), Arthur Schlesinger Jr. (1917-2007), Giuseppe «Pino» Abramo (1933-2014), Ivan Mosca (1915-2005), Franco Cuomo (1938-2007), Ted Kennedy (1932-2009), Antonio Giolitti (1915- 2010), Michele Raffi (1968-2013), Rosario «Rino» Morbegno (1930-2013), Carlo Maria Martini (1927-2012), Ernest Borgnine (1917-2012), Rita Levi Montalcini (1909-2012), Hugo Chavez (1954-2013), Nelson Mandela (1918-2013), Arnoldo Foà (1916-2014), Gabriel Garda Marquez (1927-2014).

Condividi:
0

I politici e l’isteria modaiola di Twitter

hashtag-Twitter-politici

“È tempo di liberarsi dell’isteria Twitter. Ossia, di quel fenomeno per cui o la politica è ridotta alla sua grammatica in 140 caratteri o non è 2.0, cioè digitale, e dunque nuova. Perché non è questo il miglior contributo che Internet può dare al rinnovamento della partecipazione politica e in particolare al tentativo di riannodare il filo spezzato tra cittadini e istituzioni. A che servono concretamente, per esempio, hashtag come #lavoltabuona (Renzi), #unastonanuova (Passera) e #lastradagiusta (Vendola e, con gaffe, Alfano)? Quale fantastica innovazione starebbe in un presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che di domenica mattina annuncia, rispondendo via Twitter imprecisate sorprese sull’economia digitale? Un annuncio spot resta un annuncio spot, fuori e dentro la Rete. E non si era detto che era ora di smetterla? Ma Twitter è ovunque, nella narrazione mediatico-politica del Paese, come fosse la cifra di una nuova era e di un nuovo governo il cui mantra è la velocità a ogni costo, anche a discapito dei contenuti. Ecco, se la politica da Internet ha imparato solo questo senso deteriore del procedere spediti, l’annegare nel flusso continuo di promesse, smentite e analisi sommane, ha imparato male: il Web offre strumenti di dialogo col cittadino ben più strutturati e utili per i decison, e troppo spesso vengono accantonati, o usati a loro volta in modo incostante e opportunista per assecondare l’isteria modaiola di essere su Twitter, e di esserlo sempre. Ma quella non è contemporaneità: ne è la caricatura.” Fabio Chiusi

Condividi:
0

Senza via di uscita, progettiamo l’evasione

libertà-futuro

Tutti parlano di soldi.

I sindacati li vogliono prendere alle imprese
e darli agli operai anche se non si sa bene
piu per quale lavoro.
Le imprese vogliono prenderli alle banche e
portarli all’estero o per dar da mangiare ad
altri schiavi o in qualche conto segreto che
gli permetta di comprare i giocattoli in nero
ai loro marmocchi che cresceranno imparando
a fottere gli altri.
Le banche voglio prenderli dallo stato centrale
europeo per poi comprarsi i debiti delle nazioni
e continuare a mantenere una classe di finanzieri
che gioca al Monopoli con le vite della gente.
I politici vogliono prenderli di qua e spostarli di
là così da poter dire di essere utili a qualcosa.
Ma noi, amici miei, cosa dobbiamo fare con
questi soldi loro ?
Comprarci il prossimo portoncino blindato ?
con la serratura più performante di quelle delle
carceri ?
Comprarci l’ultimo modello di antifurto con
le App per il videofonino così da poter vedere
in tempo reale il furto in casa ?
E poi il televisore all’ultimo grido per
Continuare a farci raccontare da
Pinocchio le favole della nostra vita futura ?
E poi li dentro sulla nostra branda, davanti a quella
falsa finestra sul mondo che racconta favole
improbabili in cui è inutile cercare la morale,
chiusi volontariamente dietro il portoncino
blindato con la serratura inattaccabile e l’antifurto
che tenga lontano qualsiasi germoglio del mondo
reale finalmente avremo un’ispirazione !
Progettare la nostra evasione !
Ah,ah,ah. Lasciare la porta aperta
Già l’anima si espande !
Spegnere per l’ultima volta l’antifurto
Odore di libertà !
Scendere in strada, riempire una piazza
Chissà se mi riprendono in TV ?
Non sono solo !
Stringo altre mani !
Le sollevo al cielo !
Friend will be friend !
Guardo in faccia la mia Nazione
Ogni sorriso una promessa ricevuta
Ogni lacrima una promessa da fare
Finalmente siamo fuori, la crisi è finita !
Non ci può battere nessuno,
nessuno ci può fermare
perché non siamo più una
accolita nazionale di complici,
siamo una Nazione di Amici !
Cosimo L.

Condividi:
0

La droga del potere


Mario Monti è solo l’ultimo dei politici che alla domanda “Quando avrai finito la tua attività di ministro o primo ministro cosa farai?” hanno risposto “tornerò a insegnare”. Ma, salvo eccezioni, nessuno è tornato a farlo. Perché, dopo avere sperimentato il potere non riescono più a farne a meno. II potere agisce come una droga. Vediamo in questi giorni politici decrepiti che cercano di farsi eleggere ancora una volta. Se li interrogate vi rispondono che lo fanno perché pensano di essere utili alla società. In realtà lo fanno perché se non venissero eletti, si sentirebbero insignificanti, privi di valore. Essi sanno di valere solo perché la gente si inchina davanti a loro, perché girano con la scorta, perché i soldati scattano sull’attenti. Ma per capire veramente il fascino del potere bisogna ricordare cos’è nella sua essenza e la sua miglior definizione è questa: “Quando i desideri e i bisogni degli uomini dipendono dalle decisioni di qualcuno noi diciamo che costui ha potere sui primi “. Il potere non è perciò poter fare cio che si vuole, ma poter decidere il destino di tante persone che ti guardano timorose e adoranti perché tu puoi renderle ricche o povere, felici o infelici, potenti o miserabili. Esse ti avvicinano come ci si avvicina al sacro. “Sacra maestà” veniva chiamato il re, ma ancor oggi il politico ha qualcosa di sacro. Infatti nel momento stesso in cui è nominato ministro o presidente diventa inaccessibile ai comuni mortali, solo i suoi pari grado hanno diritto di telefonargli, di vederlo, di parlargli. Gli altri no. Diventati così lontanissimi dal volgo si sentono membri di una razza superiore con il diritto di restare sempre al potere. E infatti in un modo o nell’altro non escono più dal giro, ottengono sempre un’altra carica, sono diventati parte della casta. Eppure ci sono anche dei casi in cui uno rifiuta una carica, rinuncia al potere. Questo avviene solo quando pensa di fare qualcosa di più importante. Se a Michelangelo il Papa avesse offerto di fare il cardinale, gli avrebbe risposto di no perché era troppo occupato con la cappella Sistina.

(Fonte Francesco Alberoni – il Giornale)

Condividi: