Oggi, più della metà del petrolio estratto nel mondo (il 61%), tre miliardi di tonnellate, viaggia via mare: l’oro nero rappresenta infatti 1/3 di tutte le merci marittime.
Ma quali sono le più importanti rotte del petrolio? Continue Reading
Oggi, più della metà del petrolio estratto nel mondo (il 61%), tre miliardi di tonnellate, viaggia via mare: l’oro nero rappresenta infatti 1/3 di tutte le merci marittime.
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Bloomberg New Energy Finance ha già annunciato che, secondo le sue stime, nel 2040 le fonti pulite copriranno il 60% della potenza elettrica mondiale, con un balzo dell’eolico e del fotovoltaico, che peseranno per il 64% della nuova capacità installata, assorbendo il 60% degli 11.400 miliardi di dollari destinati all’energia verde. Dal 2027 produrre elettricità da nuovi impianti eolici o fotovoltaici sarà più conveniente rispetto a quella degli impianti a gas o a carbone esistenti. Già oggi in Germania, Regno Unito e Messico, eolico e fotovoltaico insieme supereranno il 50% della produzione elettrica. In Italia eolico e solare valgono il 14% della domanda di energia elettrica. Entro il 2040 il solare coprirà da solo il 15% della domanda elettrica mondiale e attirerà in media 135 miliardi di dollari di investimenti all’anno per i prossimi 25. Sembra quasi una gara a chi nel mondo vuole liberarsi per prima dal petrolio. La Svezia entro il 2020 sarà il primo paese al mondo che lavorerà, produrrà, viaggerà, esporterà, svolgerà insomma qualsiasi attività per cui è necessario consumare energia, senza più usare i carburanti fossili. E se, come racconta Maria Rita D’Orsogna (Fisica e docente all’Università statale della California), anche una città come Las Vegas simbolo dello spreco si pente e si converte all’energia rinnovabile, le multinazionali possono realmente preoccuparsi. È finita l’era del petrolio. Continue Reading
Un documentario da guardare e divulgare, realizzato da Massimo Mazzucco per Arcoiris.tv, in grado di diffondere la verità sulla Canapa indiana: la storia, i motivi reali della proibizione, gli utilizzi industriali e terapeutici. Continue Reading
Le immagini scioccanti dello sversamento di petrolio a Genova, causato da un incidente nella raffineria Iplom. L’editoriale della presidente di Legambiente chiede di riflettere sui danni della convivenza tra cittadini e fonti fossili.
I torrenti della città di Genova sono nuovamente al centro dell’attenzione nazionale. Questa volta non sono il dissesto idrogeologico e l’ennesima alluvione a ferire la città ma il petrolio che si è riversato nel piccolo rio Penego, sotto il quale passa l’intricata rete dell’oleodotto di collegamento tra il Porto petroli della città, lo stabilimento di stoccaggio e trasferimento di oli minerali di Fegino e la raffineria Iplom di Busalla, comune alle spalle di Genova. Continue Reading
In seguito a incidenti navali o industriali, la salute dell’ecosistema di mari e fiumi può essere compromessa a causa del riversamento di sostanze oleose, come il petrolio, che per l’uomo sono difficili da isolare e rimuovere. Una possibile soluzione a questo tipo di problematiche è la spugna manovrabile con campi magnetici capace di assorbire gli oli separandoli dall’acqua.
La nuova spugna è realizzata con materiali economici e processi nanotecnologici facilmente riproducibili su scala industriale. Il materiale di base è, infatti, la schiuma di poliuretano, un polimero comunemente usato per il confezionamento degli imballaggi e per l’isolamento termico, il quale è trattato con nanoparticelle di ossido di ferro e di politetrafluoroetilene (noto in commercio anche come Teflon), acquisendo proprietà magnetiche, superidrofobiche e superoleofile.
Il trattamento del poliuretano avviene in due fasi principali. Nella prima fase la schiuma viene bagnata con una soluzione contenente nanoparticelle magnetiche di ossido di ferro. La seconda fase consiste nel deposito delle particelle di politetrafluoroetilene sulla superficie della spugna. Tale trattamento rende il materiale capace di assorbire una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il suo peso.
«L’80% delle nanoparticelle introdotte nella schiuma può essere recuperato e riutilizzato dopo l’utilizzo” – commenta la Dott.ssa Athanassia Athanassiou, coordinatrice del team Smart Materials di IIT – la nostra nuova spugna, quindi, è un esempio di materiale innovativo, intelligente ed ecologico in grado di rispondere a problemi importanti come l’inquinamento dell’ambiente». Continue Reading