Quali sono i migliori paradisi fiscali nel mondo? Scopriamolo insieme attraverso la graduatoria del nuovo Financial Secrecy Index elaborato da Tax Justice Network (rete indipendente creata nel 2003). Continue Reading
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I 10 migliori paradisi fiscali nel mondo
Il Financial Secrecy Index è un network indipendente di economisti, uomini d’affari e ricercatori, molti degli economisti sono ex dirigenti di banche offshore o di studi legali, che ogni anno stila la classifica mondiale dei “migliori” paradisi fiscali.
La Svizzera, per la terza volta consecutiva, è al primo posto. L’Italia migliora e scivola in cinquantottesima posizione, subito dopo Aruba e subito prima della Lettonia, quattro scalini più in basso rispetto al 2013. Il paese più trasparente del mondo? Montserrat, un’isoletta delle Piccole Antille, nel mar dei Caraibi. Continue Reading
I Paesi dove non si pagano le tasse
Qualità della vita, sicurezza e soprattutto un tasso di imposizione basso o nullo sui redditi delle persone fisiche. Paradisi fiscali a tasse 0 sono nazioni che non hanno:
- Tasse sul reddito o Tasse sulle Società
- Tasse sull’Eredita
Molti di questi paradisi fiscali, o paesi in cui le finanze del governo sostengono la spesa pubblica autonomamente, senza chiedere risorse ai propri cittadini, sono famosi altri poco conosciuti: Continue Reading
La Wikileaks dei grandi evasori fiscali
Pubblico l’appello dell’avvocato di Hervé Falciani, William Bourdon, del direttore del giornale online Edwy Plenel e del direttore del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi Gerard Ryle per la creazione di una piattaforma informatica che raccolga e protegga le denunce che ‘lanciatori di allerta’ in tutto il mondo forniscono per lottare contro l’evasione di capitali. Intervento pubblicato in Italia dal Fatto Quotidiano, in Francia da Le Monde e prossimamente in Spagna da El País.
Il marchio di fabbrica del dispositivo per attentare alla vita privata in nome della lotta contro il super-terrorismo o per dissimulare i profitti ottenuti attraverso operazioni fraudolente od opache, è il segreto. Edward Snowden ha fatto cadere la maschera sul meccanismo universale che le tecnologie più sofisticate permettono (controllate dagli americani) e che hanno permesso agli Usa di ascoltare simultaneamente e in tempo reale miliardi di conversazioni telefoniche ed elettroniche. La cupidigia del settore bancario ha portato alcuni personaggi a ottenere, spesso in modo diabolico, l’impunità di chi considera che la logica dell’arricchimento giustifichi l’aggiramento di leggi e principi. In contrappasso è la coscienza sempre più viva dei cittadini di tutto il mondo che non ammettono più che chi è responsabile dell’interesse generale li sacrifichino per vantaggi personali. È questa convinzione che ha portato i cittadini a sentirsi ovunque nel mondo avvocati, a divenire scudo dell’interesse generale quando si rendono conto che sono minacciati. Nelle grandi società europee scandali hanno colpito diverse personalità coinvolte in casi di conflitto di interesse, clientelismo e che hanno fallito nella missione della difesa dell’interesse pubblico. Certo, in Francia, come altrove, sono state varate leggi per proteggere i lanciatori di allerta contro i rischi di rappresaglia. Ed è pur vero che si è sviluppato un movimento che ha portato i cittadini a uscire dall’ombra per opporsi all’idea, favorita spesso anche dai media, che giustifica la trasgressione alle regole per la difesa dell’interesse comune. Per quante leggi si possan votare, sappiamo che i meccanismi del potere espongono sempre a rischi chi vuole denunciare comportamenti o procedure che nuocciono all’interesse generale. Il possibile arbitrio dei dirigenti contro i dipendenti che vogliono divulgare informazioni su storture e magagne di un’azienda o di un’amministrazione non può essere impedito soltanto da un pur efficace codice del lavoro. Molti potenziali lanciatori d’allerta vivono in paesi senza traccia di leggi che li tutelino. Anche in luoghi come il Lussemburgo vige la legge dell’omertà che si rivela più forte di quella della giustizia. E nei paesi poveri o emergenti non c’è alcun meccanismo giuridico che difenda chi denuncia, con l’aggravante del rischio della persecuzione anche politica. Sappiamo che è soprattutto nelle cleptocrazie che i militanti anti-corruzione sono talvolta minacciati allo stesso modo di coloro che si ergono contro tiranni sanguinari. E ricordiamoci che è nei paradisi fiscali che l’ingegneria finanziaria, garantita da consulenti e legulei, raggiunge il suo apogeo. È lì che si nascondono in un intreccio di società paravento, talvolta occultate su Internet, i patrimoni di coloro che continuano a imbrogliare il fisco. Crediamo dunque che i lanciatori di allerta debbano beneficiare di un orecchio, di un ascolto qualificato e competente che gli fornirà una via d’uscita, che permetta di rendere pubblica l’informazione in loro possesso o, meglio, aiutarli a prevenire i rischi e sfuggire alle possibili rappresaglie. Abbiamo dunque deciso di creare una piattaforma di protezione dei lanciatori di allerta. Permetterà, attraverso un gruppo di giuristi e giornalisti, di fornire in qualsiasi momento consigli a beneficio di chi, sensibile per un mondo migliore, o nauseato per quel che gli viene richiesto di fare, si vorrà opporre alla disumanizzazione di coloro che ci controllano. Se da una parte nessun consiglio o condivisione d’informazioni potrà essere usata inizialmente perché legata a rivelazioni anonime, d’altro canto si dovrà anche garantire la sicurezza di chi vorrà uscire dall’ombra. La piattaforma funzionerà in collegamento con le ong che vorranno contribuire a creare questo strumento indispensabile per rivelare i buchi neri dei mercati e degli Stati, avvelenatori del bene pubblico.