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287 cronisti minacciati. Siamo un paese libero?

L’associazione Ossigeno per l’informazione, è stato istituita nel 2008 dalla FNSI e dall’Ordine nazionale dei Giornalisti con la partecipazione di Articolo 21, Liberainformazione, UNCI per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare per i cronisti impegnati in prima linea nelle regioni del Mezzogiorno a raccogliere le notizie più scomode e le verità più nascoste in materia di criminalità organizzata. Ossigeno produce un RAPPORTO annuale e sviluppa iniziative per rafforzare la solidarietà verso i minacciati e far crescere la consapevolezza del fenomeno, indicato nel rapporto Freedom House 2009, insieme al conflitto di interessi in materia radiotelevisiva, fra le cause del declassamento dell’Italia, da paese con informazione giornalistica “libera” in paese con informazione “parzialmente libera”.

Nell’ultimo rapporto, i cronisti minacciati dal 2010 al 2012 risultano essere 287 così ripartite: 257 minacce rivolte a uomini e donne (minacce a singoli o collettive, ovvero a gruppi di giornalisti/e), 10 a operatori anonimi (perlopiù cameraman e fotografi) e infine 20 a intere redazioni. I primi 5 mesi del 2012 raggiungono quasi tutto il 2011 (103 contro 128 minacciati). Le minacce a giornaliste invece nel solo periodo Gennaio-Maggio 2012 sono superiori all’intero 2011 (19 contro 17). Secondo i dati FSNI (2006) la divisione per genere degli iscritti all’ordine è composta dal 31,25% di donne e dal restante 68,75% di uomini, mentre la suddivisione dei cronisti minacciati (tirando via anonimi e minacce di gruppo) è composto sull’intero biennio dal 16% di donne e dall’84% di uomini.

La regione più colpita risulta la Campania, a seguire Lazio, Calabria, Sicilia e Lombardia. Queste 5 regioni coprono infatti il 71,7% delle minacce nel biennio. La suddivisione per area geografica è così composta: Nord 21,6% con 62 casi, Centro 23% con 66 casi di cui solo il Lazio incide per il 18,5% e infine Sud e Isole registrano il 55,4% ovvero 159 casi. Rapportando il numero di iscritti all’Ordine dei giornalisti (dati FSNI 2009) con i casi di minacce si riscontra una classifica capeggiata dalla Calabria con 1,46% di incindenza di minacce, e a seguire Sicilia (0,78%), Campania (0,56%), Lazio (0,25%) e Lombardia (0,08%).

Un altro parametro analizzato è quello della distribuzione delle testate più colpite, oltre 140 in tutto (è stata utilizzata la multiclassificazione in caso di giornalisti operativi per più testate). In evidenza al primo posto la Rai con 21 minacce (aggregazione di Rai, Rai Abruzzo, Rai Calabria, Rai Sicilia, Rai Educational, RaiNews24, televideo Rai, Tg1 e Tg3), seguono La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. Il primo quotidiano locale risulta Il Quotidiano di Calabria al 4 posto con 8 minacce, seguito al 6 da un’altra testata calabrese Calabria Ora. La prima trasmissione televisiva è Striscia la Notizia, segue Le Iene (con 4 minacce).

Tra i modi in cui si manifestano questi casi di violenza, l’incidenza maggiore è data dalle aggressioni che registrano il 13,7% ovvero 40 episodi. A seguire Lettere Minatorie (28), Minacce Personali (24), Querele e Denuncie (21) e Proiettili (20).

Siamo ancora convinti di vivere in un paese libero e democratico?

(elaborazione grafica Gerardo Adinolfi – La donna che morse il cane. Storie di croniste minacciate)

La donna che morse il cane. Storie di croniste minacciate. Tre storie di croniste minacciate: Rosaria, Marilena e Marilù. Madri, mogli, figlie, fidanzate. Donne che hanno la sola colpa di aver raccontato con lucidità i fatti della loro terra e delle sue contraddizioni.

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