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Essere leccaculi

leccaculismo

Il “leccaculismo”, o adulazione, per essere più politically correct, è sempre di moda e direi che in Italia è lo sport nazionale.

Anche all’estero non si tirano certo indietro, lo prova il recente scandalo scoppiato in Francia per la lettera scritta da Christine Lagarde a Nicolas Sarkozy che, zerbinandosi al potente di turno, in un passaggio dice: «Usami per il tempo che ti serve e serve alla tua azione e al tuo casting».

Partiamo da qui per parlare un po’ di questa “arte”, molto ben descritta dalla cronaca e dall’intervista a Roberto D’Agostino su La Stampa.

Chi di noi non ha intorno una pletora di leccaculo? E, perché no, chi di noi non lo è per indole e/o, anche solo a volte, per necessità (vediamo di non raccontarcela)?

Su quest’arte – sicuramente minore e da Medioevo, non certo da Rinascimento – antica come il mondo, sono stati scritti vari trattati, non ultimo il “Manuale del leccaculo. Teoria e storia di un’arte sottile”, di Richard Stengel. Vi consiglio di leggere questo manuale e anche il “Il Cortegiano” di Baldassarre Castiglione e ancor più il canto XVIII dell’Inferno di Dante, che dedica la seconda bolgia dell’ottavo cerchio proprio agli adulatori. Io sono d’accordo con Dante: all’inferno!

Per venire al dunque, come potremmo mai cambiare questo benedetto Paese se siamo pieni di leccaculo attivi e passivi? E sì, perché l’azione e l’utilità sono a due vie: il leccatore si guadagna qualcosa che per merito non avrebbe mai potuto raggiungere, il leccato si assicura qualcuno fidato e affidabile che non lo potrà mai disturbare o turbare. Infatti, come ben dice nell’intervista a La Stampa Roberto D’Agostino il servilismo «… frutta posti di prestigio che altrimenti andrebbero ad altri. Ricordiamoci una cosa: quando il potere sceglie l’uomo giusto per un posto chiave, non vuole la persona brava che poi lo potrebbe fregare ma la persona affidabile. È appunto affidabile la parola magica, rassicurante. Il gioco è che ti danno qualcosa, poi tu devi mostrarti riconoscente».

Insomma, sento tanto e troppo parlare di merito in Italia negli ultimi tempi. Ma poi nella vita di tutti i giorni ne vedo premiato molto poco e invece l’adulazione impera più che mai.

Non so voi, ma per me la vera, prima e imprescindibile riforma che il nostro Paese deve fare è questa: premiare il merito e sconfiggere il leccaculismo. E per sconfiggere il fenomeno bisogna punire e curare i drogati, quelli che leccano, ma anche e soprattutto arrestare gli spacciatori, quelli che si fanno leccare.

Occhio che se mai si verificasse questo lieto evento ne vedremmo delle belle, ci sarebbero sconquassi epocali sul lavoro e nella vita di tutti i giorni. Non è un sogno! Se tutti lottiamo per la causa ce la possiamo fare. Certo, è come per l’evasione fiscale: ben più della metà degli italiani evade le tasse e quindi l’evasione non cala e anzi aumenta perché l’interesse della maggioranza, non quello comune, è di non pagarle. E io qualche serio dubbio che le cose per l’evasione dal merito a favore della lingua stiano anche peggio ce l’ho. Anche perché, come diceva Flaiano, “A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre”.

In ogni caso, se non lottiamo perché prevalga il merito non ce lo meritiamo. E a furia di leccare e/o farci leccare rischiamo di finire tutti, il Paese intendo, con il culo per terra.

Che dite, allora, cominciamo e da dove e come?

 

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