0

Due poltrone is megl che one, vero Vendola?

maxibon-Niki-Vendola-poltrona-regione-parlamento

Undici parlamentari, della Regione Puglia, sono stati denunciati dai radicali alla Procura di Bari per violazione dell’articolo 122 della Costituzione, secondo cui “Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e a una delle Camere del Parlamento, a un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale”. In pratica né il presidente della Regione, Nichi Vendola, né altri dieci consiglieri (sei del Pdl, due di Sel e due del Pd), si sono dimessi entro i dieci giorni successivi alla loro elezione in Parlamento. Tra questi ci sono Rocco Palese, Massimo Cassano, Pietro Iurlaro, Roberto Marti, Gianfranco Chiarelli e Lucio Tarquinio per il Pdl; Antonio Decaro e l’ex assessore al Bilancio Michele Pelillo per il Pd; l’ex assessore all’Agricoltura Dario Stefano e Antonio Matarrelli per Sel. Fuori dalla Puglia è in stand by anche il presidente della Regione, il leghista Roberto Cota. Come diceva la famosa pubblicità del Maxibon due poltrone is megl che one.

Condividi:
0

Il buono (Vendola), il brutto (Bersani) e il cattivo (Renzi)

Questa sera, quando mancano solo tredici giorni al voto, ci sarà il tanto atteso confronto in tv. In piedi su un podio, Bruno Tabacci, Laura Puppato, Matteo Renzi, Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani, questo l’ordine stabilito da un sorteggio, risponderanno alle domande di Gianluca Semprini, che modererà il confronto, e anche a quelle del pubblico, con possibili repliche e controrepliche. Un format condiviso e scandito da 13 regole:

1.    Il conduttore presenta la “carta d’identità” dei candidati

2.    Il conduttore illustra le regole del confronto

3.    I candidati sono in piedi di fronte ad un podio personale con leggio trasparente e potranno muoversi verso il pubblico.

4.    La posizione dei posti in studio e l’ordine delle risposte è stabilita da un sorteggio

5.    Il tempo di risposta è uguale per tutti i candidati

6.    Ogni risposta potrà avere durata massima di 1 minuto e 30 secondi

7.    Sono previste anche “domande veloci” con risposte di durata massima di 1 minuto

8.    In caso di replica, esplicitamente richiesta da uno dei candidati, il tempo a disposizione è di 1 minuto come per l’eventuale controreplica. Ogni candidato può richiedere un massimo di 3 repliche.

9.    Durante l’appello finale il candidato non potrà citare gli altri partecipanti. Qualora lo facesse, gli altri avranno la facoltà di chiedere 1 minuto di replica che verrà concesso a giudizio del conduttore

10.    Sono previste domande “in comune” e domande rivolte ad uno singolo partecipante

11.    Ogni partecipante ha diritto a un uguale, numero di posti nel pubblico in studio per i propri sostenitori

12.    Ogni comitato  sostenitore indicherà una persona nel pubblico che potrà rivolgere una domanda indirizzata ad un candidato definito da sorteggio

13.    In  studio sarà presente un orologio, che scandirà il countdown, visibile ai telespettatori

Ma quali sono i programmi elettorali dei tre principali candidati?

Matteo Renzi dieci mosse per cambiare l’Italia

  1. Tagliare i costi della politica. Dimezzare i parlamentari e i consiglieri regionali, cancellare tutti i vitalizi, abolire il finanziamento pubblico ai partiti.
  2. Pubblica Amministrazione più efficiente e trasparente. Riorganizzare la pubblica amministrazione, mettere in Rete tutti gli atti pubblici, tagliare 30-40 miliardi l’anno di spesa pubblica improduttiva. Meno regole e più chiarezza in tutti i campi, dal fisco al diritto di lavoro; giustizia più’ rapida con meno riti e più giudici specializzati.
  3. Combattere l’evasione e ridurre la pressione fiscale. Recuperare il 25 per cento dell’evasione fiscale e destinare tutto il ricavato alla riduzione delle tasse.
  4. Aumentare il potere di acquisto delle famiglie. Detrazioni di imposta per 100 euro al mese, 1300 euro l’anno, a tutti i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 2000 euro netti al mese. Liberalizzare per far scendere le tariffe.
  5. Investire sugli italiani. Triplicare gli asili nido pubblici per garantire un posto al 40% dei bambini sotto i 3 anni. Investire sulla scuola, sugli insegnanti e sulla ricerca. Sanità basata su standard di costi e di efficacia.
  6. Combattere la precarietà. Per tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato sgravio di 100 euro al mese per tre anni, con un risparmio del 15-20% per le aziende. Incentivi per l’accesso al lavoro di giovani, donne e over 55.
  7. Credito più facile per le PMI. Utilizzare 20 miliardi di finanziamenti europei per creare un fondo che garantisca 250 miliardi di crediti alle PMI sane, così da ridurne il costo di 2 punti.
  8. Investire dove serve davvero. Ridurre di 10 miliardi l’anno la spesa in grandi opere inutili e investire nella messa in sicurezza delle scuole, nella costruzione di asili nido e di nuove carceri, nella rete in banda larga di nuova generazione.
  9. Diritti all’altezza dei tempi. Chi nasce in Italia è italiano, civil partnership per le coppie dello stesso sesso, registro delle coppie di fatto, fecondazione assistita in linea con l’Europa.
  10. Valorizzare il modello italiano: cultura, turismo, bellezza. Investire almeno l’1 per cento del PIL nella cultura, valorizzare le risorse turistiche del paese, investire nella sostenibilità ambientale delle nostre città.

Pier Luigi Bersani dieci idee per cambiare l’Italia

  1. Crediamo negli italiani e nel risveglio della fiducia collettiva, nel futuro dei più giovani e delle donne. Non crediamo all’ottimismo delle favole, all’ottimismo vuoto che ha avuto esiti disastrosi nel decennio della destra. I problemi sono seri, il tempo per aggredirli sempre meno. Le scelte da compiere non sono né semplici né scontate. Ma l’Italia ha risorse, capacità, cuore. 
  2. Democrazia. Dobbiamo sconfiggere l’idea che i nostri problemi possano essere risolti da un solo uomo al comando.
  3. Europa. Avanti verso gli Stati Uniti d’Europa, solo così si superano la crisi e i problemi.
  4. Il lavoro è il parametro di tutte le politiche. Porremo la creazione di nuovi posti di lavoro e la dignità del lavoratore al centro dell’azione del governo italiano ed europeo.
  5. Negli ultimi dieci anni l’Italia è divenuta uno dei Paesi più diseguali del mondo occidentale. Lo squilibrio nel rapporto tra rendita e lavoro mina alle fondamenta la sostenibilità del nostro welfare.
  6. L’istruzione e la ricerca sono gli strumenti più importanti per assicurare la dignità del lavoro e combattere le disuguaglianze. Un paese in cui cala drammaticamente la domanda d’istruzione è un paese senza futuro.
  7. Realizzare uno sviluppo sostenibile significa valorizzare il saper fare italiano. L’unica possibilità che ha il nostro Paese di vincere la sfida della globalizzazione è tornare a puntare sull’eccellenza del Made in Italy.
  8. Sanità, formazione e sicurezza devono essere accessibili a tutti. Di fronte all’assistenza sanitaria, alla scuola, alla possibilità di vivere protetti dalla legge e dallo Stato non ci sono poveri o ricchi, sono servizi per tutti. L’energia, l’acqua, il nostro patrimonio culturale e paesaggistico, il welfare come la formazione, sono beni che vanno tutelati.
  9. Per i democratici e i progressisti la dignità della persona umana e il rispetto dei diritti individuali rappresentano una priorità assoluta. Siamo convinti che su argomenti come la vita e la morte la politica debba conoscere il proprio limite. Anche su questo terreno l’Europa è un riferimento essenziale per la politica dei singoli Stati.
  10. Responsabilità. L’Italia ha bisogno di un governo e di una maggioranza stabili e coesi. Di conseguenza l’imperativo che democratici e progressisti hanno di fronte è quello dell’affidabilità e della responsabilità. Per questa ragione, dovranno assumere impegni vincolanti davanti al Paese.

Le proposte di Nichi Vendola

CULTURA. Se vogliamo che il futuro non sia lasciato al caso o diventi un qualcosa di cui avere paura è necessario tornare a credere nel valore delle idee. Le idee sono la causa di tutto ciò che ci circonda e la cultura è la loro unione.

FORMAZIONE. Nella classifica OCSE sugli investimenti e sullo stato di salute del sistema della Formazione nei paesi più industrializzati nel mondo, l’Italia occupa le ultime posizioni. Siamo penultimi, al 31° posto su 32.

AGRICOLTURA. L’agricoltura è un settore decisivo per il raggiungimento dei complessivi obiettivi della strategia EU 2020 in termini di crescita intelligente e sostenibile. In Italia i giovani possono appassionarsi e lavorare in un settore a lungo bistrattato se l’agricoltura diventa innovativa e qualificata.

PACE. Vogliamo che la mission internazionale del nostro Paese sia fondata sull’opzione nonviolenta e sulla cooperazione. Vogliamo essere protagonisti di nuovi strumenti a servizio della pace tra i popoli: dal sostegno attivo alla prevenzione dei conflitti alle mediazioni politico-diplomatiche, fino all’interposizione nonviolenta dei corpi civili di pace.

EUROPA. L’Italia deve tornare a essere protagonista della formazione degli Stati Uniti d’Europa con al centro politiche fiscali eque che contribuiscano a ridistribuire la ricchezza e rilanciare un piano europeo per la buona e piena occupazione, per la conversione dell’economia e dei cicli produttivi, per politiche di welfare e di cittadinanza, per il reddito minimo su scala continentale.

COOPERAZIONE. La lotta alla povertà e all’esclusione sociale, l’impegno per la conversione ecologica dell’economia sono la proiezione dell’Italia al di là dei confini nazionali, come attore responsabile in Europa e nel mondo. Il rilancio della cooperazione può essere un’opportunità per contribuire alla costruzione dell’Europa politica.

LAVORO. Il lavoro è la leva dello sviluppo della persona, la chiave di accesso alla cittadinanza, l’espressione più reticolare della democrazia. Una cittadinanza senza lavoro è priva sia di reddito che di partecipazione alla produzione della ricchezza nazionale.

ANIMALISMO. Ogni animale del creato è dotato di una propria autonoma sensibilità, di provare la stessa sofferenza degli animali umani. Le sperimentazioni sugli animali e le pratiche di vivisezione, che li considerano alla stregua di oggetti inanimati da manipolare a piacimento, sono l’indice di una concezione incapace di custodire il pianeta e il vivente. Portiamo anche qui il bisogno di cambiamento.

ANTIPROIBIZIONISMO. La cultura proibizionista è una finzione, inutile e pericolosa perché, nella realtà, essa produce solo un consumo illegale e incontrollato di sostanze. Per questo intendiamo proporre l’immediata abolizione della legge Fini/Giovanardi. Pensiamo che si debba adottare una legislazione che sia rispettosa dei diritti delle persone e che serva a perseguire duramente le organizzazioni criminali.

MOBILITÀ. Nell’era del villaggio globale l’Italia è chiamata a giocare un ruolo importante nel ridisegnarsi delle mappe dei trasporti e della mobilità. Invece proprio in questo settore sconta un deficit strutturale. Il settore dei trasporti e della mobilità sostenibile è cruciale nella sfida per la modernizzazione del Paese e la riconversione ecologica, non solo per le ricadute ambientali, ma per l’impatto determinante sulla qualità della vita di ogni singola persona.

PARCHI. Le aree protette non sono solo uno strumento formidabile per la conservazione della biodiversità ma anche un volano per lo sviluppo. La perdita di Parchi comprometterebbe non solo l’equilibrio dell’ecosistema ma sarebbe anche un danno economico. Vogliamo impedire che venga messa in discussione la sopravvivenza stessa del sistema delle aree protette che per noi costituiscono un patrimonio irrinunciabile per la costruzione materiale del paese.

ENERGIA. La proposta di strategia energetica nazionale proposta dal governo Monti è nata vecchia e sembra orfana del nucleare. Cerca in ogni modo di dare un futuro ai combustibili fossili che un futuro non lo potranno avere. La diffusione delle energie rinnovabili elettriche può trasformare l’Italia in un paese libero dal ricatto – politico, oltre che economico – di carbone ed energie fossili.

SMART CITIES. In Italia si consumano giornalmente più di cento ettari di suolo al giorno, è in aumento il fenomeno degli sprofondamenti nei centri urbani, altro indicatore della fragilità delle nostre città. Per trasformare le città e promuovere l’innovazione è necessario investire sulla centralità delle Smart Cities, promuovendo processi partecipativi.

FINANZA. La nostra proposta in materia di sistema finanziario si basa sull’assunto contenuto nell’articolo 47 della nostra Costituzione, che recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”.

ECONOMIA E FISCO. In Italia si pagano troppe tasse e i servizi non funzionano. Lo squilibrio del nostro sistema fiscale, oltre che la sua cronica incapacità di contrastare i comportamenti illeciti, deve puntare a una riforma di sistema che preveda l’imposta patrimoniale e riduca la pressione fiscale sui soggetti che oggi contribuiscono onestamente.

GIUSTIZIA. Bisogna abbandonare la logica dell’intervento d’urgenza e realizzare una riforma di sistema che possa garantire, finalmente, una giustizia più efficiente e veloce. Vogliamo dire basta a una giustizia tollerante fino all’impunità per i potenti, spietata per i migranti e gli emarginati.

DIRITTI. L’Italia è un paese in cui c’è il “problema” degli omosessuali, il “problema” delle coppie non sposate, il “problema” del fine vita, il “problema” della procreazione assistita. Vogliamo sostituire la parola problema con libertà. Vogliamo un paese in cui i diritti siano interi e non dimezzati dai pregiudizi.

LEGALITÀ. La lotta alle mafie e alla corruzione deve diventare una chiave di lettura dei processi sociali e non essere solo un capitolo delle politiche di sicurezza. Essa è parte di un progetto di società che propone una riforma sociale e morale del Paese.

ANTICASTA. Proponiamo che i rimborsi elettorali siano legati esclusivamente alle spese effettivamente sostenute per l’attività politica e la partecipazione dei cittadini e che non si possano usare per fini impropri (operazioni immobiliari o finanziarie).

FEDERALISMO. Non vogliamo riportare le lancette indietro di un decennio e riproporre in blocco il vecchio titolo V. Pensiamo che sia però necessaria una revisione che dia senso alle sfide che abbiamo di fronte in tempi di crisi.
Sondaggi
Matteo Renzi continua ad avvicinarsi a Pierluigi Bersani nei sondaggi, anche se la sensazione è che difficilmente il rottamatore potrà mettere in seria difficoltà il segretario del Pd. Ma c’è un se. Bersani difficilmente raggiungerà  la soglia del 50%. Il che vuol dire una cosa sola: le primarie si decideranno al secondo turno, e lì le sorprese potrebbero non mancare.
page4image8480 page4image8640 page4image8800 page4image8960 page4image9120 page4image9280 page4image9440

 

Condividi: