Il Rapporto per l’anno 2011 della Direzione centrale per i servizi antidroga ci dice che, nel 2011 sono stati registrati, rispetto all’anno precedente, incrementi nei sequestri di cocaina (+65,12%), di hashish (+0,22%), di marijuana (+98,15%) e del numero delle piante di cannabis, con un eccezionale aumento del 1.289,93%. Sono risultati invece in diminuzione i sequestri di eroina (-14,09%), amfetaminici (-77,43%) e dell’LSD (-82,89%). Numeri impressionanti.
Complessivamente i sequestri di droga nel 2011 sono stati di kg. 39.359,57. Il sequestro più rilevante è stato effettuato ad Ardea (RM) nel mese di agosto (kg. 2.632 di hashish). Per le droghe meno diffuse si segnalano i sequestri di kg. 866,903 di khat, kg. 61,00 di benzodiazepine, nonchè di kg. 13,21 litri 43,75 di GBL, di kg. 13,04 litri 2,24 e 158 dosi di ketamina.
I narcotrafficanti operanti in Italia si sono riforniti per lo più presso il mercato colombiano per la cocaina, transitata principalmente per il Messico, la Spagna, l’Olanda, il Brasile e la Repubblica Dominicana; quello afgano per l’eroina, transitata soprattutto per la Grecia e la Turchia; quello marocchino per l’hashish, transitato in particolare per la Spagna e la Francia; quello olandese per le droghe sintetiche. Anche la marijuana è in gran parte giunta in Italia dall’Olanda.
I gruppi criminali maggiormente coinvolti nei grandi traffici sono stati:
- – per la cocaina in primis la ‘ndrangheta poi la camorra e le organizzazioni albanesi, colombiane, dominicane, marocchine e spagnole;
- – per l’eroina la criminalità siciliana, pugliese e campana, insieme ai gruppi albanesi, tunisini e marocchini;
- – per i derivati della cannabis la criminalità laziale, pugliese e siciliana, insieme ai gruppi marocchini, tunisini, spagnoli e albanesi.
Le rotte mondiali da intraprendere per raggiungere i mercati di consumo rappresenta la scelta strategica primaria dei narcotrafficanti. La necessità di far arrivare a destinazione il maggior quantitativo di sostanza possibile impone la ricerca di vie di flusso sempre nuove e meno controllate, andando anche contro i criteri di economicità.
- – permeabilità dei sistemi di controllo;
- – connivenze con le autorità locali;
- – facilità di approdo e basi di stoccaggio sicure;
- – disponibilità di vettori.