Con la stagione estiva i NAC – Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari – hanno intensificato le attività di vigilanza sulle produzioni agroalimentari in tutto il territorio nazionale, puntando l’attenzione sulla tracciabilità e sulla etichettatura dei prodotti agroalimentari, nonché sulla commercializzazione dei prodotti con marchi di qualità DOP, IGP, STG. I NAC, che si sono avvalsi anche della collaborazione dei Comandi Territoriali dell’Arma e dell’Ispettorato Tutela Qualità e Repressione Frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, hanno sequestrato 2600 litri di olio extravergine d’oliva con etichettature ingannevoli, 5 tonnellate di prodotti con falsi marchi Dop, 200 tonnellate di fitofarmaci illegali. Hanno inoltre segnalato all’Antitrust pratiche commerciali scorrette su prodotti alimentari di largo consumo e attivato l’Interpol per contrastare il falso “made in Italy”.
La contraffazione alimentare può essere di due tipi:
1. Falsificazione, adulterazione o sofisticazione dell’alimento. Si tratta della creazione di un alimento composto da sostanze diverse per qualità o quantità da quelle che normalmente concorrono a formarlo (si pensi ai surrogati), o modificato attraverso la sostituzione, la sottrazione, l’addizione di elementi che normalmente lo compongono. L’art. 5 L. 283/1962 vieta di impiegare nella preparazione o distribuire per il consumo sostanze alimentari mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale: sono vietate adulterazioni e variazioni compositive degli alimenti.
2. Falsificazione del marchio o dell’indicazione di provenienza geografica o della denominazione di origine. Si tratta dell’apposizione di un dato falso sull’alimento o sulla sua confezione, ovvero dell’abusiva riproduzione del brevetto secondo il quale l’alimento stesso è prodotto. Questo tipo di contraffazione risulta maggiormente diffuso all’estero e ha comportato lo sviluppo del mercato imitativo dell’ Italian Sounding, un fenomeno nell’utilizzo di etichette o altri simboli o colori o figure sull’imballaggio che evochino l’italianità dei luoghi di origine della materia prima, della ricetta, del marchio o del processo di trasformazione di prodotti fabbricati in realtà all’estero. I prodotti recano nomi di marchi che suonano italiani, ma in realtà sono stati realizzati all’estero.
I Paesi che “falsificano” maggiormente sono gli USA, l’America Latina e l’Australia. Il valore dell’esportazione dei prodotti alimentari italiani originali nel 2011 è stato di circa 23 mld di euro (più 10%). La contraffazione di prodotti alimentari italiani erode il fatturato delle imprese esportatrici di circa 6 mld di euro ogni anno, con un’incidenza del 25% sul export compressivo del comparto a fine 2011( 23 mld di euro). L’attività di contraffazione dei prodotti alimenari italiani, unitamente al fenomeno del Italian Sounding hanno un giro d’affari mondiale valutato attorno ai 60 mld di euro, una cifra che corrisponde poco meno della metà del fatturato dei prodotti originali.
I danni della contraffazione alimentare
La contraffazione alimentare genera danni economici al consumatore, alle imprese, allo Stato, ma anche alla salute pubblica, dal momento che possono essere distribuiti alimenti. Infatti, nel caso di frode sull’origine e la provenienza di un alimento, quest’ultimo può non essere necessariamente tossico, mentre in caso di frode sulle qualità dell’alimento e di contraffazione delle sostanze che concorrono a formarlo, i consumatori si trovano davanti a sostanze potenzialmente nocive.
Il prodotto alimentare contraffatto:
- è realizzato senza rispettare standard di sicurezza, qualità ed efficacia;
- può utilizzare ingredienti corretti, ma di provenienza ignota;
- taluni ingredienti importanti possono essere assenti, o possono essere sostituiti con ingredienti meno costosi.
Il prodotto alimentare contraffatto può essere gravemente nocivo per la salute. Un prodotto contraffatto è di qualità e costo inferiore di almeno un terzo rispetto all’originale. Taluni produttori, ad esempio, hanno realizzato mozzarelle di bufala prodotte con latte in polvere proveniente dalla Bolivia, rigenerato e corretto con siero unito al latte casertano. Questo perché il latte boliviano costa 50 cent/kg. La distribuzione dei prodotti contraffatti avviene per lo più attraverso due canali alternativi: il circuito clandestino ed il circuito commerciale abituale.
Di seguito alcuni dettagli sulle principali operazioni “Estate Sicura” dei Nac:
– Sequestrati oltre 2600 litri di olio extravergine d’oliva con etichettatura ingannevole in seguito a controlli sulla tracciabilità nel settore oleario in Liguria ed Emilia Romagna. Il prodotto recava tra l’altro un acronimo simile al marchio DOP che poteva indurre in errore il consumatore.
– Sequestrate oltre cinque tonnellate di prodotti alimentari nell’ambito di un’operazione a tutela del Pistacchio DOP; indagati tre titolari di ditte di importazione, lavorazione e commercializzazione per frode nell’esercizio del commercio e contraffazione di prodotto a denominazione di origine. In etichetta, infatti, era falsamente indicato l’utilizzo di Pistacchio Verde di Bronte DOP, mentre i pistacchi realmente impiegati come ingredienti erano di origine greca, siriana e californiana. Gli stabilimenti di produzione sono stati localizzati nella provincia di Catania mentre i prodotti contraffatti sono stati individuati in una catena della Gdo con sede amministrativa nel bolognese.
– Sequestrate presso alcuni supermercati delle province di Napoli, Salerno, Caserta e Avellino confezioni di formaggio con marchi DOP (Grana Padano, Caciocavallo Silano) e tranci di mortadella con marchio IGP apposti abusivamente.
– Sequestrate in un caseificio del salernitano numerose buste per il confezionamento di prodotti alimentari indicanti la falsa evocazione della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Altre violazioni riscontrate hanno riguardato il sequestro di prodotti ittici congelati senza indicazioni sulla tracciabilità, e la falsa evocazione di prodotti ortofrutticoli DOP.
– Segnalato all’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato (Antitrust) un caso di comunicazione ingannevole riguardante la commercializzazione di confezioni di conserva di pomodoro recanti il marchio registrato di una nota zona geografica della Campania e – con caratteri più piccoli e di difficile lettura – l’indicazione della provenienza dei pomodori da altra Regione.
– Segnalato all’Antitrust anche il caso della commercializzazione nella Gdo di “filetti di merluzzo” di noti marchi mendacemente pubblicizzati quali “merluzzo” o “nasello” del Mediterraneo e risultati invece provenienti dall’Atlantico.
– Attivata la rete di cooperazione internazionale di Interpol per contrastare la contraffazione del vino Amarone della Valpolicella DOC, posto in commercio in Danimarca con un’etichetta falsa che riproduceva quella di un’azienda vinicola veneta realmente esistente.
– Comminate sanzioni amministrative a diversi esercizi di ristorazione di località turistiche della riviera veneta, romagnola e ligure per la somministrazione di olio d’oliva in contenitori non etichettati.
– In Roma e provincia sono stati operati controlli sulla tracciabilità ed etichettatura su 500 prodotti etnici di provenienza indiana in negozi gestiti da cittadini pakistani e bengalesi, riscontrando violazioni per la vendita di prodotti ortofrutticoli sfusi privi delle prescritte indicazioni di varietà, categoria e provenienza.
Da ricordare infine che nel mese di luglio si è conclusa un’operazione dei NAC contro la diffusione nel mercato agroalimentare di fitofarmaci illegali, con il sequestro di oltre 200 tonnellate di agrofarmaci (per un giro d’affari stimato in oltre 2.000.000 di euro solo nell’ultimo anno). Ventiquattro persone coinvolte sono state colpite da provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere, contraffazione di prodotti industriali, ricettazione, riciclaggio e abusiva commercializzazione di agrofarmaci.
(Fonte adiconsum)
Mangia che ti passa. Uno sguardo rivoluzionario sul cibo per vivere più sani e più a lungo. Mettereste della sabbia nel serbatoio della vostra automobile? Certamente no. Eppure molti di noi fanno qualcosa di simile, ogni giorno, con una macchina assai più preziosa e delicata: il nostro organismo. In una vita di 80 anni una persona ingerisce in media dalle 30 alle 60 tonnellate di cibo. È quindi poco prudente sottostimare l’effetto della nutrizione sulla nostra salute.