I ricchi? Nel 2020 aumenteranno del 46%

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Da qui al 2020 il numero dei milionari nel mondo aumenterà del 46%, stima il Credit Suisse Research Institute nel “Global Wealth Report“. La classe media cinese ha superato per la prima volta quella statunitense, diventando la più numerosa del mondo. L’Italia ha perso 378.000 milionari quest’anno rispetto al 2014 e 491 super ricchi con un patrimonio superiore ai 50 milioni di dollari. Complessivamente nel mondo sono circa 123.800 gli individui con patrimoni superiori ai 50 milioni di dollari. In Europa il numero di appartenenti alla classe media è diminuito di 11,7 milioni di individui dall’inizio della crisi, tra il 2007 e il 2015. Insomma ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più morti di fame.

Nel 2015 la ricchezza mondiale ha raggiunto i 250’000 miliardi di dollari, una cifra leggermente inferiore a quella dell’anno precedente a causa del cambio sfavorevole. Tra la metà del 2014 e la metà del 2015 l’incremento della ricchezza delle famiglie è stato particolarmente pronunciato negli USA e in Cina. “La ricchezza si concentra (però) ancora prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, l’aumento più deciso del benessere si è registrato nei mercati emergenti, soprattutto in Cina, dove, rispetto all’inizio del secolo, è addirittura quintuplicato”, ha affermato Tidjane Thiam, CEO di Credit Suisse. Attualmente la Cina rappresenta un quinto della popolazione mondiale, detenendo al contempo quasi il 10 per cento della ricchezza globale. La classe media cinese è ora, per la prima volta, la più grande del mondo.

Ruolo centrale della classe media in espansione

In questo secolo la ricchezza della classe media ha evidenziato una forte crescita in tutte le regioni e in quasi tutti i paesi. In tutto il mondo, la dimensione, lo stato di salute e le risorse della classe media sono considerati fattori chiave che determinano la velocità e la sostenibilità dello sviluppo economico. Questa fascia della popolazione è spesso al centro dei movimenti politici e delle nuove tendenze di consumo, e rappresenta un importante bacino per uomini d’affari e imprenditori che puntano a soddisfare nuove esigenze. Per una serie di motivi la middle class statunitense è diventata il ceto medio per antonomasia, ma quest’anno, per la prima volta, la classe media cinese l’ha superata da un punto di vista numerico. La classe media cinese ora conta 109 milioni di adulti, in forte vantaggio rispetto ai 92 milioni del ceto medio americano. A livello globale, nel 2015 il 14 per cento della popolazione adulta apparteneva alla classe media – pari a 664 milioni di adulti in totale. (Cfr. grafico) Quest’anno la ricchezza della classe media, tuttavia, è cresciuta a un ritmo più lento rispetto a quella della classe più elevata. “La classe media continuerà ancora a espandersi nelle economie emergenti in generale, e gran parte di tale crescita dovrebbe verificarsi in Asia. Di conseguenza assisteremo a cambiamenti delle abitudini di consumo e a mutamenti sociali poiché, storicamente, la classe media ha avuto un ruolo di garante di stabilità e prosperità”, ha sottolineato Thiam. Il Global Wealth Report definisce la classe media in termini di fascia di ricchezza piuttosto che di reddito, in modo da escludere fasi temporanee di recessione, causate per es. da un periodo di disoccupazione.

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La classe media per paese (in milioni di adulti)
Fonte: James Davies, Rodrigo Lluberas e Anthony Shorrocks, Credit Suisse Global Wealth Databook 2015

La diseguaglianza economica continua ad aumentare

La diseguaglianza economica si è accentuata sull’onda della crisi finanziaria e quest’anno non ha fatto eccezione. L’aumento dei prezzi delle azioni e dell’entità degli investimenti finanziari nei paesi più ricchi registrato quest’anno ha spinto verso l’alto la ricchezza di alcuni dei paesi e delle persone più abbienti, causando un aumento della disparità. Il quantile superiore della popolazione facoltosa possiede ora poco più della metà del patrimonio mondiale e il decile più abbiente detiene l’87,7 per cento. “Anche se la distribuzione della ricchezza è sbilanciata verso la classe abbiente, non dovrebbe essere trascurata la notevole importanza economica della base e del centro (della piramide della ricchezza), che unite rappresentano 39’000 miliardi di dollari e determinano una parte significativa della domanda di una vasta gamma di beni di consumo e servizi finanziari”, ha sottolineato Thiam. Per far parte della metà più ricca della popolazione adulta mondiale occorrono 3210 dollari, al netto dei debiti. (Cfr. grafico) Per rientrare nel 10 per cento più facoltoso a livello mondiale si devono detenere 68’800 dollari, contro i 759’900 dollari necessari per essere annoverati nel quantile dei più benestanti.

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I livelli di ricchezza mondiale nel 2015
Fonte: James Davies, Rodrigo Lluberas e Anthony Shorrocks, Credit Suisse Global Wealth Databook 2015

È probabile che emergano milioni di nuovi milionari poiché si prevede un’ulteriore crescita della ricchezza mondiale

È verosimile che la ricchezza globale continui a crescere a un tasso annuo del 6,5 per cento nei prossimi anni, salendo a 345’000 miliardi di dollari nel 2020, pari al 38 per cento in più rispetto agli attuali livelli. Gli USA resteranno il leader incontrastato in termini di ricchezza, detenendo circa un terzo del totale globale. I principali fattori alla base del continuo aumento della ricchezza, tuttavia, sono situati nelle economie emergenti. (Cfr. grafico) La loro quota di ricchezza globale potrebbe salire al 19 per cento entro il 2020, dal 17 per cento di oggi. Cina e India sono destinate a registrare tassi di crescita annuale superiori al 9 per cento nei prossimi cinque anni. Insieme sono riuscite a raddoppiare la loro quota di ricchezza globale portandola al 10,5 per cento nel corso degli ultimi 15 anni. La crescita della ricchezza cinese è stata particolarmente marcata: nel 2000 la ricchezza cinese era simile a quella degli USA nel 1939. Quindici anni più tardi, ha raggiunto il livello di quella degli Stati Uniti nel 1972 (ovvero, 33 anni più tardi!) e la ricchezza delle famiglie rurali potrebbe continuare a superare i tassi di crescita delle economie sviluppate. Di conseguenza, il numero di milionari cinesi dovrebbe raggiungere quota 2,3 milioni entro il 2020, con un aumento del 74 per cento rispetto a oggi. A livello globale il numero di milionari in dollari è destinato a crescere del 46 per cento nei prossimi cinque anni, raggiungendo un totale di 49,3 milioni di adulti, di cui 22 milioni residenti in Nord America, 15,5 milioni in Europa e 8 milioni in Asia Pacifico (a esclusione di Cina e India): 15,5 milioni di milionari in dollari in più nel giro di 5 anni. Per contestualizzare questa cifra, basti pensare che tale gruppo di ricchissimi rappresenterà appena lo 0,7 per cento della popolazione adulta mondiale.

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Evoluzione della quota di ricchezza dei mercati emergenti
Fonte: Credit Suisse

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300 super paperoni possiedono la stessa ricchezza dei 3 miliardi più poveri


Le 300 persone più ricche sulla terra possiedono la stessa ricchezza dei 3 miliardi più poveri. Non è quindi un caso che chi è al potere scrive le regole del gioco. Un breve video realizzato da TheRules.org illustrara l’ineguaglianza globale. Quando le immagini contano di più delle parole.

La piramide della ricchezza globale

La piramide della ricchezza globale

Sono molti i fattori che contribuiscono alle disparità nella distribuzione della ricchezza tra la popolazione. Ad un’estremità si individuano persone all’inizio della propria carriera che non hanno ancora avuto occasioni significative di arricchimento, o che hanno incontrato difficoltà professionali o personali, oppure coloro che vivono in paesi del mondo dove le opportunità di guadagno sono estremamente limitate. All’estremità opposta, invece, si trovano soggetti che, grazie a un mix di talento, impegno o semplice fortuna, hanno accumulato immensi capitali.

Nel 2012 stimiamo in 3,2 miliardi i soggetti, più di due terzi della popolazione adulta mondiale, detentori di una ricchezza inferiore ai 10’000 dollari USA mentre un ulteriore miliardo (23 percento della popolazione adulta) si colloca nella fascia compresa tra i 10’000 e i 100’000 USD. Anche se la ricchezza media posseduta dai segmenti alla base e al centro della piramide è modesta, il suo valore complessivo sfiora i 39’000 miliardi di USD, un potenziale evidentemente enorme per nuovi prodotti di consumo e per lo sviluppo di servizi finanziari pensati per questo target spesso trascurato. I restanti 373 milioni di adulti (8 percento della popolazione mondiale) hanno patrimoni superiori ai 100’000 USD.

I paesi più popolosi dell’area euro (Italia, Regno Unito, Germania e Francia) contribuiscono ciascuno con un 6 –8 percento al segmento dei più ricchi, e nel corso degli ultimi dodici mesi hanno visto senza eccezioni un lieve calo delle rispettive incidenze. Per molti anni questi paesi si sono posizionati tra il terzo e sesto posto nella classifica globale, ma quest’anno la Cina ha scalzato la Francia dalla sesta posizione, con un’ascesa impressionante rispetto alla situazione del 2000, quando non arrivava a far registrare numeri sufficienti per comparire in questa fascia top. Altre economie dei mercati emergenti con almeno quattro milioni di abitanti aventi patrimoni netti superiori a 100’000 USD sono Brasile, Corea e Taiwan. Nel 2011 il Messico era presente con una quota superiore all’1 percento in questo gruppo ma per l’anno in corso il livello è sceso al di sotto di tale benchmark.

Al vertice della piramide, tra i “milionari” del pianeta, si riscontra una composizione ancora diversa. Rispetto all’insieme dei soggetti con disponibilità superiori a 100’000 USD, qui la proporzione di cittadini statunitensi è quasi doppia, pari al 39 percento, mentre la quota degli altri paesi risulta perlopiù in calo. Vi sono tuttavia alcune eccezioni. La Francia è salita al terzo posto in classifica mentre nel gruppo dei paesi con più dell’1 per cento di milionari hanno fatto il loro ingresso la Svezia e la Svizzera.

Fornire una fotografia della ricchezza superiore a 1 milione di USD richiede una certa sofisticazione dal momento che a questi livelli le fonti consuete di dati, le statistiche ufficiali e le indagini a campione, si profilano come sempre meno complete e affidabili. Per ovviare a tale mancanza di precisione dei dati impieghiamo regolarità statistiche accreditate relative alla distribuzione della ricchezza ai livelli più alti per ottenere una corrispondenza tra la coda di massima agiatezza e l’elenco dei milionari mondiali pubblicato annualmente da Forbes e da analoghe “classifiche della ricchezza” presentate da altre fonti. In questo modo riusciamo a stimare in modo plausibile la distribuzione globale dei patrimoni del segmento “high net worth – HNW” che ricomprende la fascia tra 1 milione e 50 milioni di USD e di quello “ultra high net worth – UHNW”, dove figurano i titolari di oltre 50 milioni di USD.

Secondo le nostre stime, a livello mondiale gli UHNWI, ossia i titolari di patrimoni netti superiori a 50 milioni di USD, sono 84’500. Di questi, 29’300 detengono almeno 100 milioni di USD e 2700 più di 500 milioni. A livello regionale è il Nordamerica a dominare la classifica con 40’000 residenti UHNW (47 percento), mentre in Europa ne sono presenti 22’000 (26 percento) e 12’800 (15 percento) risiedono in paesi dell’Asia Pacifica, Cina e India escluse. A livello di singoli paesi, gli USA sono in testa con un netto margine e 37’950 “ultraricchi”, corrispondenti al 45 percento del gruppo. La Cina ha visto ultimamente una grande creazione di ricchezza che l’ha portata al secondo posto con 4700 soggetti (5,6 percento del totale globale), seguita da Germania (4000), Giappone (3400), Regno Unito (3200) e Svizzera (3050). Anche negli altri paesi cosiddetti BRIC i numeri sono in forte crescita, con 1950 “ultraricchi” in Russia, 1550 in India e 1500 in Brasile e presenze consistenti a Taiwan (1200), Hong Kong (1100) e in Turchia (1000). Anche se non disponiamo di consistenti dati storici con cui fare un raffronto, è fuor di dubbio che il numero di UHNW individual è notevolmente aumentato rispetto a una decina di anni fa.

* Dati Credit Suisse Global Wealth Report 2012

 

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