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Buonanotte Italia, siamo i figli di Troika

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Chi sono i “Figli di Troika”? L’economista Bruno Amoroso, in un suo recente libro, lo spiega assai bene. Sono i sicari del potere: Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Banca Centrale Europea. La nomenclatura finanziaria della globalizzazione si è consolidata nel corso degli ultimi dieci anni con il passaggio dal pensiero unico al potere unico. Sono gli “incappucciati della finanza” responsabili del disastro economico europeo, persone alle quali è stato affidato il ruolo d’infiltrarsi nella società, di manipolare l’informazione e la ricerca, e che con il metodo della governance hanno minato le nostre società. I Signori della finanza globale reclutano adepti nei singoli Stati.

Le loro strategie sono: la “marginalizzazione economica” per destabilizzare le istituzioni, l’allarmismo e la tensione praticate nell’anonimato dei mercati finanziari. Hanno volti, nomi, cognomi e, come direbbe Federico Caffè, anche soprannomi. E tra poco avremo modo di conoscerli anche in Italia, questi figli di Troika. Funziona così, scrive Marco Palombi sul Fatto.

Il paese X, per qualche motivo, comincia ad avere difficoltà a finanziarsi sul mercato: gli investitori chiedono interessi troppo alti. È qui, quando il paese X teme di non poter pagare stipendi e pensioni, che arriva la Troika proponendo un bel prestito di 100, 200, 300 miliardi, e sostenendo che il problema è il debito pubblico. Per avere i soldi, però, bisogna firmare un bel “Memorandum”, una lista assai nutrita di cose da fare.

La ricetta è sempre la stessa per tutti i paesi: tagli di spesa pubblica, stipendi e pensioni; licenziamenti nel settore statale; aumenti di tasse; privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge (servizi pubblici in primis); riforme del mercato del lavoro (libertà di licenziare). Al termine della “cura”, aiutata da cospicue pressioni sull’opinione pubblica, il paziente è più malato di prima, il welfare e i beni pubblici un ricordo. In sostanza, e per paradosso, l’arrivo della Troika europea coincide con la distruzione del modello sociale europeo.

Non solo: i debiti pubblici, causa di ogni male, aumentano in maniera esponenziale. Non c’è da sorprendersi: il fine non è comprimere il debito dello Stato, ma quello estero, bloccando le importazioni attraverso un taglio dei redditi disponibili. È in questo modo che i creditori (spesso banche del Nord) rientrano dei soldi prestati negli anni di vacche grasse.

Se questo è quello che ci aspetta, chiudete le porte, non facciamo entrare sti gran figli di Troika.

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