Professione 007 di Stato, chi sono e come vengono reclutati

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Mario Mori, ex numero uno del Ros e direttore del Sisde, in una intervista a “Il Giorno” spiega come vengono reclutate le spie. Mori “non conosce i particolari della vicenda di Giulio Regeni” e quindi non ne parla. Ma le sue parole svelano particolari importanti sul modo di agire degli agenti segreti.

“Ogni paese ha i propri criteri di selezione. In Italia nel controspionaggio si fa riferimento ai carabinieri. Da qualche tempo si sono aperte altre vie, come scuole, Università, tecnici specifici. Anche un ricercatore potrebbe essere scelto, ma di Regeni non parlo. Il vero uomo dei servizi è un tecnico. Un funzionario sceglie le persone per affidargli determinati compiti in base ai talenti di ciascuno e alle necessità. L’Inghilterra se vuole informazioni in Nigeria, offre soldi ad alcuni dipendenti di aziende inglesi che operano nel luogo. Offrendo denaro si ottiene sempre un buon prodotto, ma esistono altre merci di scambio, come una commessa industriale. Si propone qualcosa in base alla debolezza di chi si contatta. Comunque, sempre parlando del caso inglese, loro lavorano anche gratis, per amore della Patria. Quando ci sono italiani, succede di meno. Nel caso una spia venga uccisa? Innanzitutto bisogna vedere se entrambi i Paesi riconoscono la vittima come una spia o no. Non esiste un protocollo per questa evenienza, ogni volta si agisce in modo diverso. A me un caso simile non è mai capitato. Non è un episodio corrente uccidere una spia. Nei Paesi civili non succede. Se io, che faccio controspionaggio mi accorgo di un infiltrato le opzioni sono tre: gli tolgo i documenti e lo mando fuori dal Paese oppure lo doppio, lo seguo sapendo che è una spia e gli prendo tutte le informazioni possibili. In alternativa, tento di farlo diventare un mio agente”.

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