L’Europa è diventata il secondo mercato di veicoli elettrici dopo gli Stati Uniti e prima del Giappone. Sono stati immatricolati in Europa durante il primo semestre 2013 ben 18.939 veicoli elettrici (contro 15503 del primo semestre 2012) mentre gli Stati Uniti hanno immatricolato circa 30.000 unità e il Giappone meno di 6.000.
In Italia, invece l’auto elettrica ha le batterie scariche. Le immatricolazioni dei veicoli così alimentati sono al lumicino e registrano numeri e percentuali ridicole sul totale: nel 2012, se ne sono vendute appena 524, con una penetrazione dello 0,037% sull’immatricolato complessivo e nei primi sei mesi del 2013 le cose non sono andate meglio. Nel periodo gennaio-maggio 2013 i risultati sono stati, rispettivamente, di 251 unità e dello 0,041%.
Mentre noi arranchiamo, in Europa, la Francia occupa il primo posto. Nel 2013, il mercato francese dei veicoli elettrici e ibridi rappresenta il 3,1% del mercato globale dei veicoli privati in Francia. In rapporto al 2012, le vendite dei veicoli elettrici (VP e VUL) sono aumentate del 50% e le vendite dei veicoli ibridi del 60%. In totale, 8.779 veicoli elettrici privati sono stati immatricolati in Francia nel 2013. Le vendite sono aumentate di più del 50% rispetto alle 5.663 immatricolazioni registrate nel 2012. La Francia registra dei volumi due volte più grandi della Germania (3.000 unità) e della Novergia (2.500 unità).
In Francia, a differenza che in Italia, la politica ambientalistica e le misure adottate a favore della transizione energetica incoraggiano la vendita e l’acquisto di veicoli elettrici. L’introduzione di vari incentivi è parte di questo processo, in particolare il bonus ecologico creato nel 2008 si propone di ricompensare i compratori di nuove vetture a minore emissione di CO2. È attualmente pari a 6.300 €, indipendentemente dal tipo di acquirente: impresa, ente o privato. Il piano nazionale per lo sviluppo dei veicoli elettrici e ibridi é stato annunciato nell’ottobre 2009. In tale contesto, sono state adottate misure per le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici e ibridi : il dispositivo di aiuto alla distribuzione d’infrastrutture è previsto dall’Agenzia dell’ambiente e della gestione dell’energia. Ma anche il programma « Ville de demain » (Città del futuro) realizzato dalla Cassa dei depositi finanzia progetti di mobilità sostenibile innovativi e esemplari.
Il coinvolgimento dei comuni e degli enti locali nell’elettromobilità spiega questo buon risultato. Numerose città francesi hanno realizzato un servizio di auto elettrica self-service (car sharing). È il caso di “Autolib”, a Parigi, su iniziativa del sindaco Bertrand Delanoë, ma anche “l’Auto blu” a Nizza, la “Sunmoove” a Lione, la “Bluecub” a Bordeaux, ecc. Il trofeo delle città elettromobili é un riconoscimento attribuito ogni anno agli enti locali (città, comuni…) che si mostrano particolarmente attivi nelle dinamiche di mobilità sostenibile, elettrica in particolare, sul territorio.
In tutto il 2013 la marca che ha venduto più modelli di auto elettriche in Francia vede la Renault in testa con 6.000 unità, seguita dalle 5.500 unità della Nissan, le 658 Bolloré BlueCar e le 478 smart fortwo electric drive.
In parole povere, il nostro ritardo è, su tutti i fronti, abissale. I due principali limiti del settore (soprattutto relativamente alla mobilità privata) e da un lato il ruolo degli incentivi pubblici (si veda in proposito l’interessante analisi riportata nello Smart grid report 2013 circa gli strumenti di incentivazione in Norvegia e le attuali condizioni per gli incentivi in Italia disponibili dallo scorso marzo e per tutto il 2015), e dall’altro il problema tecnologico (ricarica lenta o veloce e compatibilità dei sistemi), infrastrutturale (diffusione delle colonnine di ricarica) e psicologico (paura di “restare a piedi”) legato all’autonomia dei veicoli elettrici.
Le ottimistiche previsioni sulla diffusione dell’auto elettrica in Italia elaborate nel recente passato parlavano di 2-3,5 milioni di veicoli immatricolati e circolanti per il 2020. Per raggiungere tale valore, da oggi a quella data si rende necessario uno scenario di mercato in cui almeno il 50% delle vetture del segmento “A” (“piccole”) e almeno il 20% di quella del segmento “B” (“utilitarie”) vendute ogni anno, pari complessivamente a circa 300mila unità, sia a trazione elettrica, alle quali si dovrebbe aggiungere almeno un altro 25% dei veicoli complessivamente immatricolati dalle flotte aziendali (altre 70mila unità l’anno).
Campa cavallo che l’auto elettrica si scarica.