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Il 76% delle Pmi italiane non ha un sito internet

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Le piccole e medie imprese italiane stanno sottovalutando l’importanza di avere un proporio sito su internet. È dimostrato che prima di qualsiasi acquisto di prodotto o servizio il cliente si informa… ma dove se non su internet?

Il 76% delle Pmi non è presente su internet, e spesso hanno profili improvvisati su facebook o twitter che non rimandano a nessun sito. Solo una piccola media impresa su tre ha un proprio sito internet e solo tre su dieci utilizzano il commercio elettronico come canale addizionale di vendita e acquisto. Lo rivela un recente studio di Google.

Il trend del made in Italy è in crescita ma non viene sfruttato. Solo nel 2013 le ricerche legate a prodotti italiani sono cresciute del 12% sul motore di ricerca. Moda, turismo e agroalimentare sono le categorie più cercate.

“Dobbiamo far ancora scoprire alle Pmi la cultura del web, perché internet è oggi l’ infrastruttura su cui si muove tutta l’economia globale”, dice Diego Ciulli, senior policy specialist del colosso statunitense “Il mondo ha letteralmente fame di Made in Italy, ma molto spesso i consumatori cercano il Made in Italy su internet ma non lo trovano”.

Google ha già avviato da qualche mese una piattaforma web ad hoc per valorizzare le eccellenze italiane. Si tratta della prima volta in cui Google realizza un progetto di questo tipo per un Paese.

Sta suscitando interesse anche la piattaforma online Netberg, creata da due trentenni italiani, Claudio e Michele Cuccovillo, che vivono in Gran Bretagna. Nel giro di pochi minuti è possibile impostare il sito aziendale gratuitamente e solo nel momento in cui si effettua una vendita, viene trattenuto dalla transazione il 5% in Inghilterra e il 5% più IVA (quindi il 7%) in Italia. In due mesi la piattaforma ha già lanciato in rete 15 mila nuove realtà.

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La Costituzione di Internet

diritti-di-Internet-Costituzione-di-Internet

A vent’anni dalla nascita del Web, assistiamo a un evento straordinario con la presentazione della bozza sulla Dichiarazione dei diritti di Internet costituita presso la Camera dei deputati e guidata da Stefano Rodotà. La consultazione pubblica partirà il 27 ottobre e durerà quattro mesi. Un passo importante perchè l’assenza di regole non significa garanzia di una rete libera ma spesso può voler dire prevalenza e abusi degli interessi dei più forti. Un momento storico che, in tanti attendevano da anni.

Questa Dichiarazione dei diritti in Internet è fondata sul pieno riconoscimento di libertà, eguaglianza, dignità e diversità di ogni persona. La garanzia di questi diritti è condizione necessaria perché sia assicurato il funzionamento democratico delle Istituzioni, e perché si eviti il prevalere di poteri pubblici e privati che possano portare ad una società della sorveglianza, del controllo e della selezione sociale. Internet si configura come uno spazio sempre più importante per l’autorganizzazione delle persone e dei gruppi e come uno strumento essenziale per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l’eguaglianza sostanziale“. Questo recita il preambolo della bozza della Dichiarazione, che propone 14 grandi temi.

1 – RICONOSCIMENTO E GARANZIA DEI DIRITTI

Sono garantiti in Internet i diritti fondamentali di ogni persona riconosciuti dai documenti internazionali, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, dalle costituzioni e dalle leggi.

Tali diritti devono essere interpretati in modo da assicurarne l’effettività nella dimensione della Rete.

Il riconoscimento dei diritti in Internet deve essere fondato sul pieno rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza e della diversità di ogni persona, che costituiscono i principi in base ai quali si effettua il bilanciamento con altri diritti.

2 – DIRITTO DI ACCESSO

Ogni persona ha eguale diritto di accedere a Internet in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale.

Il diritto fondamentale di accesso a Internet deve essere assicurato nei suoi presupposti sostanziali e non solo come possibilità di collegamento alla Rete. L’accesso comprende la libertà di scelta per quanto riguarda sistemi operativi, software e applicazioni.

L’effettiva tutela del diritto di accesso esige adeguati interventi pubblici per il superamento di ogni forma di divario digitale – culturale, infrastrutturale, economico – con particolare riferimento all’accessibilità delle persone con disabilità.

3 – NEUTRALITA’ DELLA RETE

Ogni persona ha il diritto che i dati che trasmette e riceve in Internet non subiscano discriminazioni, restrizioni o interferenze in relazione al mittente, ricevente, tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone.

La neutralità della Rete, fissa e mobile, e il diritto di accesso sono condizioni necessarie per l’effettività dei diritti fondamentali della persona. Garantiscono il mantenimento della capacità generativa di Internet anche in riferimento alla produzione di innovazione. Assicurano ai messaggi e alle loro applicazioni di viaggiare online senza discriminazioni per i loro contenuti e per le loro funzioni.

4 – TUTELA DEI DATI PERSONALI

Ogni persona ha diritto alla protezione dei dati che la riguardano, per garantire il rispetto della sua dignità, identità e riservatezza.

I dati personali sono quelli che consentono di risalire all’identità di una persona e comprendono anche i dati identificativi dei dispositivi e le loro ulteriori elaborazioni, come quelle legate alla produzione di profili.

I dati devono essere trattati rispettando i principi di necessità, finalità, pertinenza, proporzionalità e, in ogni caso, prevale il diritto di ogni persona all’autodeterminazione informativa.

I dati possono essere raccolti e trattati solo con il consenso effettivamente informato della persona interessata o in base a altro fondamento legittimo previsto dalla legge. Il consenso è in via di principio revocabile. Per il trattamento di dati sensibili la legge può prevedere che il consenso della persona interessata debba essere accompagnato da specifiche autorizzazioni.

Il consenso non può costituire una base legale per il trattamento quando vi sia un significativo squilibrio di potere tra la persona interessata e il soggetto che effettua il trattamento.

Sono vietati l’accesso e il trattamento dei dati personali con finalità anche indirettamente discriminatorie.

5 – DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE INFORMATIVA

Ogni persona ha diritto di accedere ai propri dati, quale che sia il soggetto che li detiene e il luogo dove sono conservati, per chiederne l’integrazione, la rettifica, la cancellazione secondo le modalità previste dalla legge. Ogni persona ha diritto di conoscere le modalità tecniche di trattamento dei dati che la riguardano.

Le raccolte di massa di dati personali possono essere effettuate solo nel rispetto dei principi e dei diritti fondamentali.

La conservazione dei dati deve essere limitata al tempo necessario, tenendo conto del principio di finalità e del diritto all’autodeterminazione della persona interessata.

6 – INVIOLABILITÀ DEI SISTEMI E DOMICILI INFORMATICI

Senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, nei soli casi e modi previsti dalla legge, è vietato l’accesso ai dati della persona che si trovino su dispositivi personali, su elaboratori remoti accessibili tramite credenziali da qualsiasi elaboratore connesso a Internet o simultaneamente su dispositivi personali e, in copia, su elaboratori remoti, nonché l’intercettazione di qualsiasi forma di comunicazione elettronica.

7 – TRATTAMENTI AUTOMATIZZATI

Nessun atto, provvedimento giudiziario o amministrativo, decisione comunque destinata ad incidere in maniera significativa nella sfera delle persone possono essere fondati unicamente su un trattamento automatizzato di dati personali volto a definire il profilo o la personalità dell’interessato.

8 – DIRITTO ALL’IDENTITÀ

Ogni persona ha diritto alla rappresentazione integrale e aggiornata della propria identità in Rete.

La sua definizione riguarda la libera costruzione della personalità e non può essere sottratta all’intervento e alla conoscenza dell’interessato.

L’uso di algoritmi e di tecniche probabilistiche deve essere portato a conoscenza delle persone interessate, che in ogni caso possono opporsi alla costruzione e alla diffusione di profili che le riguardano.

Ogni persona ha diritto di fornire solo i dati strettamente necessari per l’adempimento di obblighi previsti dalla legge, per la fornitura di beni e servizi, per l’accesso alle piattaforme che operano in Internet.

La definizione di un’identità in Internet da parte dell’amministrazione pubblica deve essere accompagnata da adeguate garanzie.

9 – ANONIMATO

Ogni persona può comunicare elettronicamente in forma anonima per esercitare le libertà civili e politiche senza subire discriminazioni o censure.

Limitazioni possono essere previste solo quando siano giustificate dall’esigenza di tutelare un interesse pubblico e risultino necessarie, proporzionate, fondate sulla legge e nel rispetto dei caratteri propri di una società democratica.

Nei casi previsti dalla legge e con provvedimento motivato dell’autorità giudiziaria l’autore di una comunicazione può essere identificato quando sia necessario per garantire la dignità e i diritti di altre persone.

10 – DIRITTO ALL’OBLIO

Ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza.

Il diritto all’oblio non può limitare la libertà di ricerca e il diritto dell’opinione pubblica a essere informata, che costituiscono condizioni necessarie per il funzionamento di una società democratica. Tale diritto può essere esercitato dalle persone note o alle quali sono affidate funzioni pubbliche solo se i dati che le riguardano non hanno alcun rilievo in relazione all’attività svolta o alle funzioni pubbliche esercitate.

Se la richiesta di cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati è stata accolta, chiunque ha diritto di conoscere tali casi e di impugnare la decisione davanti all’autorità giudiziaria per garantire l’interesse pubblico all’informazione.

11 – DIRITTI E GARANZIE DELLE PERSONE SULLE PIATTAFORME

I responsabili delle piattaforme digitali sono tenuti a comportarsi con lealtà e correttezza nei confronti di utenti, fornitori e concorrenti.

Ogni persona ha il diritto di ricevere informazioni chiare e semplificate sul funzionamento della piattaforma, a non veder modificate in modo arbitrario le condizioni contrattuali, a non subire comportamenti che possono determinare difficoltà o discriminazioni nell’accesso. Ogni persona deve in ogni caso essere informata del mutamento delle condizioni contrattuali. In questo caso ha diritto di interrompere il rapporto, di avere copia dei dati che la riguardano in forma interoperabile, di ottenere la cancellazione dalla piattaforma dei dati che la riguardano.

Le piattaforme che operano in Internet, qualora si presentino come servizi essenziali per la vita e l’attività delle persone, favoriscono, nel rispetto del principio di concorrenza, condizioni per una adeguata interoperabilità, in presenza di parità di condizioni contrattuali, delle loro principali tecnologie, funzioni e dati verso altre piattaforme.

12 – SICUREZZA IN RETE

La sicurezza in Rete deve essere garantita come interesse pubblico, attraverso l’integrità delle infrastrutture e la loro tutela da attacchi esterni, e come interesse delle singole persone.

Non sono ammesse limitazioni della libertà di manifestazione del pensiero; deve essere garantita la tutela della dignità delle persone da abusi connessi a comportamenti negativi, quali l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza.

13 – DIRITTO ALL’EDUCAZIONE

Ogni persona ha diritto di acquisire le capacità necessarie per utilizzare Internet in modo consapevole e attivo. La dimensione culturale ed educativa di Internet costituisce infatti elemento essenziale per garantire l’effettività del diritto di accesso e della tutela delle persone.

Le istituzioni pubbliche promuovono attività educative rivolte alle persone, al sistema scolastico e alle imprese, con specifico riferimento alla dimensione intergenerazionale.

Il diritto all’uso consapevole di Internet è fondamentale perché possano essere concretamente garantiti lo sviluppo di uguali possibilità di crescita individuale e collettiva; il riequilibrio democratico delle differenze di potere sulla Rete tra attori economici, Istituzioni e cittadini; la prevenzione delle discriminazioni e dei comportamenti a rischio e di quelli lesivi delle libertà altrui.

14 – CRITERI PER IL GOVERNO DELLA RETE

Ogni persona ha diritto di vedere riconosciuti i propri diritti in Rete sia a livello nazionale che internazionale.

Internet richiede regole conformi alla sua dimensione universale e sovranazionale, volte alla piena attuazione dei principi e diritti prima indicati, per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedire ogni forma di discriminazione e evitare che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica.

La costruzione di un sistema di regole deve tenere conto dei diversi livelli territoriali (sovranazionale, nazionale, regionale), delle opportunità offerte da forme di autoregolamentazione conformi ai principi indicati, della necessità di salvaguardare la capacità di innovazione, della molteplicità di soggetti che operano in Rete, promuovendone il coinvolgimento in forme che garantiscano la partecipazione diffusa di tutti gli interessati. Le istituzioni pubbliche adottano strumenti adeguati per garantire questa forma di partecipazione.

In ogni caso, l’innovazione normativa in materia di Internet è sottoposta a valutazione di impatto sull’ecosistema digitale.

La gestione della Rete deve assicurare il rispetto del principio di trasparenza, la responsabilità delle decisioni, l’accessibilità alle informazioni pubbliche, la rappresentanza dei soggetti interessati.

L’accesso ed il riutilizzo dei dati generati e detenuti dal settore pubblico debbono essere garantiti e potenziati.

La costituzione di autorità nazionali e sovranazionali è indispensabile per garantire effettivamente il rispetto dei criteri indicati, anche attraverso una valutazione di conformità delle nuove norme ai principi di questa Dichiarazione.

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Malati di Internet

dipendenza da internet

Come ogni altra innovazione tecnologica, Internet consente sotto molti aspetti un miglioramento nella vita delle persone, ma allo stesso tempo rappresenta anche un pericolo per chi non ne sappia usufruire in maniera adeguata. È assodato che l’uso eccessivo di Internet, porta progressivamente all’assorbimento totale del soggetto, portando alla Internet Addiction Disorder, ovvero la dipendenza da internet. Una delle tante new addictions (dipendenze comportamentali) dei nostri giorni.

Ad aggravare la situazione sono le possibilità offerte dalla tecnologia, smartphonetablet, Pc, Smart Tv, in pratica siamo sempre connessi. La dipendenza da Internet è stata molto spesso assimilata al Gioco d’Azzardo Patologico, proprio per la somiglianza che i due disturbi presentano nella fenomenologia e nelle conseguenze disastrose a cui conducono. In cura al Policlinico Gemelli sono passati 600 ragazzi che passavano fino a 18 ore al giorno sul web. In Cina, dove è attivo uno dei primi centri per programmi riabilitativi, viene considerato “dipendenza” l’uso di Internet per più di sei ore al giorno per motivi che non siano di studio o lavoro, riducendo il campo principalmente all’uso di videogiochi online.

Alcuni autori oppongono ancora resistenze al concetto di dipendenza senza sostanze, altri parlano di dipendenze comportamentali e technological addictions, ovvero dipendenze tecnologiche. Le dipendenze da prodotti tecnologici, tra cui Internet, condividono con quella da sostanze, alcune caratteristiche:

  • Dominanza. L’attività domina i pensieri ed il comportamento del soggetto, assumendo un valore primario tra tutti gli interessi.
  • Alterazioni del tono dell’umore. L’inizio dell’attività provoca cambiamenti nel tono dell’umore. Il soggetto prova un aumento d’eccitazione o maggiore rilassatezza come diretta conseguenza dell’incontro con l’oggetto della dipendenza.
  • Tolleranza. Aumento progressivo del comportamento per avere l’effetto desiderato.
  • Sintomi d’astinenza. Malessere psichico e/o fisico che si manifesta quando s’interrompe o si riduce il comportamento.
  • Conflitto. Conflitti inter-personali tra il soggetto e coloro che gli sono vicini, conflitti intra-personali interni a se stesso, a causa del comportamento dipendente.
  • Ricaduta. Tendenza a ricominciare l’attività dopo averla interrotta.

Segnali di un uso patologico di Internet, sono i seguenti:

  • Tolleranza. C’è un bisogno di aumentare la quantità di tempo di collegamento ad Internet per raggiungere l’eccitazione desiderata, poiché l’effetto diminuisce e c’è l’assuefazione.
  • Astinenza. I criteri caratteristici dell’astinenza sono interruzione o riduzione dell’uso prolungato e pesante di Internet; agitazione psicomotoria; ansia; pensiero ossessivo di ciò che sta succedendo su Internet; fantasie o sogni; movimenti volontari o involontari delle dita durante la battitura.

Internet, viene impiegato per alleviare o evitare sintomi di astinenza. Si accede con più frequenza e per periodi di tempo più lunghi di quanto era stato preventivato, desiderio o tentativi falliti di cessare o controllare l’uso, molto tempo speso in attività legate all’uso di Internet. Importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono sospese o ridotte. L’uso continua nonostante si abbiano persistenti o ricorrenti problemi fisici, sociali, occupazionali o psicologici, molto probabilmente causati o esacerbati dall’uso della rete.

I soggetti dipendenti, per esempio, spendono otto volte di più delle ore settimanali spese dai non-dipendenti; inoltre, i primi tendono ad incrementare progressivamente il tempo di collegamento, al contrario dei secondi. Questo potrebbe essere interpretato come un indicatore della tolleranza. L’elemento fondamentale è che, normali utenti non riportano interferenze nella vita quotidiana e vedono Internet come una risorsa, mentre i soggetti dipendenti subiscono da moderati a gravi problemi legati all’abuso. Tali problemi si manifestano in diversi ambiti. Nell’ambito relazionale e familiare, aumentando progressivamente le ore di collegamento, diminuisce il tempo disponibile da dedicare alle persone significative e alla famiglia. Il virtuale acquista un’importanza maggiore della vita reale, dalla quale il soggetto tende ad estraniarsi sempre di più, trascurando oneri domestici. Il matrimonio viene compromesso a causa dei frequenti rapporti amorosi che nascono in rete e che a volte si concretizzano in vere e proprie relazioni extraconiugali. L’eccessivo coinvolgimento nelle attività di rete distoglie l’attenzione dal lavoro e dalla scuola. Inoltre i collegamenti prolungati, anche durante ore notturne, portano allo sconvolgimento del regolare ciclo sonno-veglia e ad una stanchezza eccessiva, che invalida il rendimento scolastico e professionale. La dipendenza da Internet provoca numerosi problemi fisici che possono insorgere stando a lungo seduti davanti al computer (disturbi del sonno, mal di schiena, stanchezza degli occhi, mal di testa, ecc.).

Ci sono problemi anche dal lato finanziario. Questi si presentano soprattutto quando il soggetto partecipa ad aste, commercio on-line e gioco d’azzardo virtuale; oppure dai costi dei collegamenti. Un’altra attività che può compromettere la stabilità finanziaria è la fruizione di materiale pornografico: molti siti di questo tipo richiedono il numero della carta di credito all’utente che li vuole visitare. Ulteriore problema, è la trance dissociativa da videoterminale, un disturbo caratterizzato da alterazioni dello stato di coscienza, depersonalizzazione e perdita del senso dell’identità personale. Alcune caratteristiche fondamentali di Internet, quali anonimato e assenza di vincoli spazio-temporali, offrono la possibilità di vivere un’esperienza particolare, simile al sogno, dove il soggetto proietta i propri vissuti e fantasie. Questo spazio può facilmente prevaricare sulla vita reale, contribuendo allo sviluppo della dipendenza. Le numerose attività che si possono svolgere on-line fanno sì che l’Internet Addiction Disorder non sia una categoria omogenea di disturbi, ma si manifesti sotto varie forme quali cyber-sex addiction, cyber-relational addiction (tendenza ad instaurare relazioni amicali o amorose con persone incontrate on-line), net compulsions (comportamenti compulsivi quali gioco d’azzardo, aste on-line; commercio in rete; ecc.), information overload (ricerca di informazioni tramite web); computer addiction (coinvolgimento in giochi virtuali in cui il soggetto partecipa costruendosi un’identità fittizia).

Terapia per dipendenza da internet. Nel trattamento dell’IAD, si possono fare percorsi terapeutici diversi. I primi sono gruppi di auto-aiuto, dove persone con lo stesso problema possono parlare e confrontarsi. Tali gruppi sono sia off-line (incontri diretti) che on-line. Quest’ultima modalità è criticata da alcuni studiosi, perché contrasta con l’attività di terapia. Viene utilizzato poi, una psicoterapia individuale, di coppia se necessaria e familiare. La più appropriata come terapia, è quella cognitivo-comportamentale. Alcune principali sono: riconoscere quello che si sta perdendo; valutare il tempo trascorso on-line utilizzando tecniche di gestione del tempo; avere sostegno nel mondo reale; riconoscere cosa fa scattare il comportamento. Inoltre, si deve stare in astinenza, nel periodo della terapia, poiché quest’ultima è volta alla rieducazione dell’uso di internet.

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Sondaggio shock: Per un italiano su tre accettabili rapporti sessuali con i minori

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Allarme di Save the Children: un italiano su tre ritiene il sesso tra adulti e adolescenti accettabile, che sia fisico o virtuale non importa. Questo è il risultato shock di una ricerca dell’Istituto Ipsos per Save the Children alla vigilia del Safer Internet Day 2014, la giornata di sensibilizzazione all’utilizzo sicuro della rete che viene celebrata domani.

Sulla scia dei sempre più numerosi episodi di interazione a sfondo sessuale tra minori e adulti, che spesso hanno trovato terreno fertile nella rete, quest’anno Save the Children ha scelto di approfondire il fenomeno concentrandosi sulla percezione che gli adulti hanno dei ragazzi, dei modelli comportamentali, propri e di questi ultimi, in ambito sessuale e relazionale, nonchè il grado di accettazione sociale della relazione tra un adulto e un minore.

L’incontro sessuale tra un minore e un adulto è ritenuto “accettabile” da oltre un italiano su 3 (38%). Tra gli over 45, sono molti coloro che si affacciano alla rete per colmare un importante vuoto relazionale e affettivo della vita reale: il 37% degli italiani infatti afferma di utilizzare il web, soprattutto i social network, per conoscere persone disponibili a fare amicizia o ad intrattenere un rapporto di affetto o amore. Il 28% degli adulti ha tra i propri contatti adolescenti che non conosce personalmente. L’81% degli italiani pensa che le interazioni sessuali tra adulti e adolescenti siano diffuse e trovino in internet il principale strumento per iniziare e sviluppare la relazione, che può sfociare nell’incontro fisico. Un italiano su dieci attribuisce la responsabilità dell’iniziativa di contatto agli adolescenti.

Il 49% degli intervistati attribuisce agli adulti la responsabilità dell’iniziativa di contatto nell’interazione con un adolescente, ma secondo il 41% anche gli adolescenti hanno una parte attiva nell’iniziativa del contatto (per il 33% condividono questa responsabilità con gli adulti, mentre per quasi 1 italiano su 10, sono i ragazzi  i principali responsabili).

I ragazzi di oggi sono considerati infatti dagli italiani più disinvolti nell’approccio con gli adulti (48%) e sessualmente più precoci (61%), ma comunque impreparati nel gestire una relazione sessuale con una persona matura (36%). Per contro, per 1 intervistato su 100, la relazione sessuale con un adulto potrebbe addirittura essere formativa per il minore.

La consapevolezza e la parziale accettazione delle relazioni di natura sessuale tra adulti e minori, tuttavia, non esclude il giudizio sugli adulti che intraprendono relazioni di natura sessuale con adolescenti, ritenuti irresponsabili  dal 51% degli intervistati o emotivamente immaturi (34%).

Commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children: “Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore, uno dei motivi che ci ha spinto ad indagare in profondità un fenomeno come quello di un’interazione a sfondo sessuale tra giovani e adulti, anche attraverso le nuove tecnologie. Ma non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude ad un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti. Ci rivolgiamo dunque alla società civile, così come a tutti gli attori coinvolti: gli adulti tutti, gli adolescenti, i media, le istituzioni e gli organi di controllo al fine di innescare un dibattito continuativo sul ruolo educativo e sulle responsabilità degli adulti in genere, che siano o meno genitori, nei confronti degli adolescenti”, conclude Valerio Neri.

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I 300 più grandi furti di dati digitali personali

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C’è chi si fa soffiare la password di un servizio che usa su Internet e chi fa le cose in grande e se ne fa rubare decine di milioni. Information Is Beautiful ha creato una magnifica rappresentazione grafica dei 300 più grandi furti di dati digitali personali, riordinabili per cronologia, gravità e quantità e anche in base al metodo d’intrusione utilizzato.

Per noi poveri utenti non c’è da stare tranquilli: anzi, la quantità e la varietà delle organizzazioni alle quali abbiamo affidato dati personali confidando invano che venissero custoditi diligentemente è un forte incentivo a darsi da fare personalmente per ridurre i rischi, per esempio usando password lunghe, non banali e soprattutto differenti per ciascun servizio.

In cima alla classifica del disonore c’è la sottrazione di 130 milioni di numeri di carte di credito dalla società di gestione pagamenti Heartland, ma ci sono anche dei recidivi, come AOL, che ha permesso il furto di 112 milioni di account in due episodi distinti, e Sony (101 milioni di account in due attacchi). La lista dei violati celebri include l’intero firmamento della Rete: Evernote, Ubuntu, Twitter, Facebook, Yahoo, Apple, LinkedIn, Nintendo, giusto per fare qualche nome.

Ci sono anche molti enti governativi altrettanto incauti nel gestire i dati dei cittadini: per esempio, le forze armate statunitensi hanno subito la sottrazione di 76 milioni di account nel 2009; la sanità pubblica e le dogane britanniche sono presenti rispettivamente con 8 e 25 milioni di account rubati; e sono numerosissime le organizzazioni sanitarie che hanno dato accesso a dati molto sensibili dei propri assistiti.

Anche i metodi di furto sono illuminanti: oltre all’attacco dall’esterno ci sono i dipendenti infedeli, i computer o i supporti smarriti o rubati e persino le pubblicazioni non intenzionali. C’è di che riflettere, ma c’è anche da ammirare la chiarezza con la quale questa grafica permette di far emergere e rendere comprensibili le informazioni annidate nei numeri.

(Fonte Paolo Attivissimo – disinformatico)

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