
Come farà la moda senza le baby model? Tanto più oggi che la giovinezza continua ad essere considerata il vero valore della bellezza. Gli addetti ai lavori lo sanno bene, se le modelle mandate in passerella che hanno meno di 16 anni sono eccezioni, per le foto delle pubblicità sono quasi una regola. Soprattutto quando si tratta di prodotti di bellezza (hai voglia poi noi donne normali a confrontarci con le rughe).
La deregulation riguardava soprattutto gli Stati Uniti dove il ricorso a modelle giovanissime era diventato una tendenza. “Per la legge italiana far lavorare ragazze e ragazzi sotto i 16 anni è considerato sfruttamento di minore e si può fare solo con quando il genitore sia consenziente”, spiega Valter Donnini responsabile della divisione donna di Fashion Model Management dove lavora da ben 30 anni (di cui 11 come responsabile divisione donna).
Oggi 23 ottobre la notizia: New York dice basta alle baby modelle detta nuove regole. Una nuova legge firmata dal governatore Andrew Cuomo limiterà l’uso di teen-ager sulle passerelle della New York Fashion Week definendole legalmente come «child actors» e assoggettandole agli stessi limiti di orari e alle stesse condizioni di lavoro dei ragazzini impiegati nell’industria dello spettacolo.
«Sarà una vera e propria novità: vedremo finalmente sfilare donne adulte», ha commentato Susan Scafidi della Fordham University Law School che si è battuta con il gruppo Model Alliance (fondato da Sara Ziff, un ex modella seguita ai tempi da Donnini) a tutela delle giovanissime esposte alle scintillanti luci della settimana della moda.
Secondo la Scafidi le nuove regole dovrebbero incoraggiare gli stilisti a preferire ragazze maggiorenni per le sfilate. Tra le tante restrizioni imposte dalla legge c’è per esempio quella che ogni modella under 18 abbia un accompagnatore e in alcuni casi un «tutor» che la assista nel lavoro scolastico. Chi trasgredisce le regole va incontro a multe di mille dollari per la prima violazione che si moltiplicano per tre alla terza: dopo di che il designer perde il privilegio di assumere le baby-Naomi.
«È tutto un fatto di immagine: nessuno vuole essere etichettato come quello che ha violato la norme che proteggono il lavoro minorile», ha detto la Scafidi.
Quello delle modelle a New York era fino ad oggi un mercato totalmente deregolato. Le ragazze sono assunte come freelance: sono per questo un gruppo particolarmente vulnerabile. Di solito cominciano a lavorare prima dei 18 anni ma finora non erano mai state soggette alle norme che proteggono i loro coetanei che lavorano nel cinema, nella musica o a Broadway: tra le tante, il divieto di lavorare dopo mezzanotte nei giorni di scuola.
L’industria della moda newyorchese recentemente ha mostrato un trend che favorisce l’impiego di donne più adulte: nel gennaio 2012 il Council of Fashion Designers of America, equivalente della Camera della Moda in Italia, ha raccomandato agli stilisti di non ammettere in passerella modelle under 16 e Condé Nast, nel maggio dello stesso anno, ha annunciato che tutte le edizioni di Vogue avrebbero smesso di usare modelle sotto i 16. Negli stessi giorni in cui uscivano le nuove linee guida, però, Marc Jacobs mandava a sfilare Ondra Harden, che all’epoca aveva appena 15 anni.
“Per quanto ci riguarda, noi rifiutiamo tassativamente ragazzi e ragazze sotto i 16 anni”, continua Valter Donnini della Fashion Model che ha “allevato” modelle come Stella Tennant e Claudia Schiffer e oggi segue Cara Delevingne. ”Qualche giovanissima arriva sulle passerelle degli stilisti sponsorizzata dalle stilyst internazionali che l’ha selezionata per le passerelle newyorkesi. Ma io penso che una 14/15enne non sia assolutamente in grado di esprimere la femminilità in passerella. E’ solamente un appendino che cammina. Lasciatele sui banchi di scuola. Per il limite dei 16 o 18 anni aspettiamo le regole e ci adeguiamo”.
(Fonte moda.corriere – Maria Teresa Veneziani)